#NataleÈ
Una tavolata sotto i portici con gli homeless
Un menù speciale, tanto calore umano e un coro che canta le tradizionali nenie di Natale. A pochi passi dalla centralissima piazza San Babila a Milano Fondazione Progetto Arca per il secondo anno consecutivo ha organizzato una cena natalizia per i senza dimora che vivono nel cuore della città
Il food truck, la cucina mobile di Fondazione Progetto Arca è arrivato nel solito posto in corso Europa a Milano. Ma questa sera è speciale. Sotto i portici i volontari hanno allestito una lunga tavolata dai colori festosi, al centro troneggia un grande panettone.
È la cena di Natale per gli homeless, i volontari si danno da fare per finire di allestire, poco distante si è preparato il coro di Treno che ha il compito di scaldare gli animi con le musiche e i canti natalizi della tradizione italiana e non solo. Il link tra i cantori e la fondazione è la direttrice, Mariella, infatti è una volontaria di Progetto Arca.
La tavola della festa
Per i senza dimora che trascorrono le giornate e le notti nel cuore di Milano, accanto alle vetrine scintillanti e ai passanti distratti quello con il food truck che distribuisce i pasti caldi è un appuntamento abituale, ma non lo è l’atmosfera e soprattutto il gran numero di volontari che con cappellini da Babbo Natale li accolgono invitandoli a sedere alla tavola apparecchiata.
La vita in strada è difficile e qualcuno è diffidente, troppe persone. Si avvicina alla cucina mobile come al solito, scambia due parole con i volontari come sempre, ma l’invito a restare, condividere un momento di calore è troppo per lui. È un passo che non è pronto a fare.
Altri si avvicinano alla spicciolata, Mouib, l’operatore delle Unità di strada, li saluta e si incammina verso la lunga teoria di portici della zona, all’appello manca ancora qualcuno dei soliti. Quando sono quasi tutti seduti a tavola arriva una donna, sembra anziana, ma non lo è così tanto, chiede con occhi che brillano «posso mangiare? Qui?». E alla risposta affermativa di un volontario con il cappellino da elfo il suo volto si illumina si siede proprio vicino al panettone tenendosi accanto il suo borsone con le rotelle.
La benedizione dell’arcivescovo
I volontari sono pronti con i vassoi per servire la cena, ma prima di iniziare arriva la benedizione dell’arcivescovo Mario Delpini (la sede dell’arcivescovado è a poche centinaia di metri) che dona ai presenti anche un’immaginetta con la fotografia della Natività della vetrata del Duomo. «È il presepe del Duomo», dice agli uomini seduti che lo guardano e si girano tra le mani il rettangolo di cartoncino prima di infilarlo in una tasca.
Nelle parole dell’arcivescovo l’invocazione alla condivisione, ai gesti capaci di vincere la tristezza, ma anche l’invito alla città perché in essa nessuno si senta abbandonato e in cui la carità non sia solo un gesto di un momento e ringrazia i volontari che «trasformano il tempo in dono e le risorse in segni». Qualcuno si fa il segno della croce, tutti applaudono e la cena può iniziare.
È un menù di festa quello preparato: tartine, lasagne tradizionali o vegetariane, cosce di pollo e patate. Ed è stato apprezzato.
I numeri in crescita dei senza dimora
I senza dimora a Milano sono aumentati, secondo Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca, da dopo il Covid sono un 20% in più e a crescere sono soprattutto gli italiani.
Tra quanti sono seduti a tavola la maggior parte sono persone che non vogliono andare nei dormitori, neppure nelle notti d’inverno, perché come confida L. da oltre cinque anni in strada «devi essere lì alle 8 alle 9 non posso, non fa per me».
Fino alla vigilia di Natale non solo a Milano, ma anche a Varese, Torino, Padova, Roma, Napoli e Bari i food truck di Fondazione Progetto Arca distribuiscono un menù speciale natalizio. La tavolata invece si è tenuta solo il 21 dicembre a Milano per il secondo anno consecutivo.
Al termine della cena, dopo l’immancabile fetta di panettone, non potevano mancare dei doni: zaini capienti e borracce termiche, oggetti utili per chi vive in strada.
Tutte le foto sono di Daniele Lazzaretto – da Ufficio stampa
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