Mondo

Una task force per i disabili

A Montesilvano è stata messa in piedi un'unità di crisi costituita fra terzo settore e amministrazioni pubbliche per venire incontro alle esigenze delle persone con disabilità colpite dal terremoto

di Francesco Dente

La sua carrozzella colorata era rimasta sotto le macerie. E per questo non riusciva a darsi pace. Le dispiaceva più per il suo mezzo che per la casa crollata. «Quelle due ruote erano le sue gambe», racconta Claudio Ferrante (nella foto accanto) «Quando, però, fra gli ausili che ci sono stati donati in questi giorni siamo riusciti a trovarne uno viola, come quello che aveva, abbiamo vissuto un momento di commozione indescrivibile». Claudio Ferrante, dipendente del Comune di Montesilvano, città di 50mila anime sulla costa abruzzese, è il responsabile dell’ufficio disabili. La sua è una storia nella storia. Disabile affetto da una patologia neurologica è alla guida della piccola unità di crisi costituita fra soggetti del terzo settore e Amministrazioni pubbliche proprio per venire incontro alle necessità delle persone disabili colpite dal terremoto. «Non nascondo», sottolinea, «la mia malattia, anzi me ne vanto. Mi ha insegnato tante cose». E in questi giorni sta mettendo a disposizione degli anziani, di chi si muove a fatica, dei ragazzi down colpiti dal terremoto non solo la sua sensibilità e le sue competenze professionali ma tutto il suo tempo. «Non dormo la notte», dice sorridendo.

Quando finisce in ufficio, aggiorna da casa il sito del Comune dedicato alla disabilità (www.ufficiodisabili.it). Da qui, dalle pagine di internet, è stato lanciato il primo Sos. Un appello a mettere a disposizione ausili per chi ha problemi motori e non solo. «Ci hanno risposto in tanti e da tutt’Italia», dice Ferrante. Tanto che a un certo punto hanno cambiato strategia: si sono limitati a raccogliere le adesioni di privati cittadini e delle aziende sanitarie. «È meglio evitare che si ripeta quello che di solito accade con il cibo. Ne arriva molto di più e questo è uno spreco». Anche perché per il momento sono riusciti, in tempi strettissimi, ad assicurare il sostegno a chi aveva perso il suo mezzo. Grazie agli ausili donati da chi, ad esempio, ne aveva uno in più in cantina. Senza formalità e senza carte da firmare. Dipendenti della Pubblica Amministrazione che, questa volta, si sono messi in gioco dimenticando d’essere anche dei burocrati. «Non c’era tempo da perdere. Bastava rendersi conto con gli occhi del problema di chi si rivolgeva al nostro ufficio». Ferrante ha condiviso il suo impegno con l’intera Amministrazione.

Il Comune di Montesilvano, che ospita nei suoi alberghi 3500 sfollati, ha messo a disposizione gli operatori e gli psicologi dell’Azienda speciale che cura i servizi sociali cittadini. Più di sessanta persone che raggiungono i disabili negli alberghi e li aiutano per gli spostamenti o, magari, solo per alzarsi dal letto. Sono giorni intensi anche per l’assessore alle Politiche sociali, Fabrizio Bosio. Con Ferrante e il presidente del Consiglio comunale Valter Cozzi ha dato vita a un coordinamento fra le associazioni del terzo settore. Il primo passo è stato il censimento delle competenze e delle professionalità che le singole organizzazioni potevano mettere in campo. «Abbiamo cercato di anticipare le emergenze che arrivavano tracciando una mappa dei servizi su cui contare». I risultati del questionario non sono stati ancora elaborati ma non per questo a Montesilvano sono rimasti con le mani in mano. Anzi. L’obiettivo, dice Ferrante, è garantire la continuità dei percorsi riabilitativi, culturali e ricreativi. È quanto è successo, ad esempio, per un ragazzo down dell’Aquila costretto a interrompere il progetto a cui partecipava. Grazie ad un’altra associazione della zona è stato inserito in una nuova comunità. Il terremoto ha distrutto le sedi del non profit, i centri riabilitativi e residenziali. Non lo spirito di chi li abitava.


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