Non profit

Una super-fondazione in stile Ciampi

«Autorevole, indipendente, conoscitore dei meccanismi economici.Vincenzo Manes Sarebbe il candidato ideale per guidare un ente che sappia superare il particolarismo e che punti a investire sul lungo

di Maurizio Regosa

Viviamo un?epoca in cui i mille campanili tendono a suonare ciascuno la propria partitura. E quando devono intonare l?inno nazionale, faticano a trovare la nota concorde. Ovvero a individuare strategie, tempi e modi per immaginare (e possibilmente costruire) l?Italia che sarà.

È da questa premessa che nasce la proposta di Vincenzo Manes, presidente di Fondazione Dynamo e di Fondazione Vita: creare una superfondazione per il Paese. Una ?provocazione? che guarda ad altre esperienze e riflette la consapevolezza che è assai urgente pensare al futuro. Superando i tempi brevi delle elezioni o dei bilanci: «L?idea è costituire un soggetto capace di affrontare alcune questioni – arte, cultura, scienza e forse educazione – con una prospettiva il più ampia possibile e con investimenti di lungo periodo. Cosa che credo nessuno faccia più».

E&F: Quali sono gli aspetti più innovativi della sua proposta?
Vincenzo Manes: In Italia sono attive 5mila fondazioni. Ciascuna si occupa della comunità in cui opera. Non ne esiste alcuna che si occupi dell?intero Paese, che ne progetti il futuro e crei le premesse perché i cittadini fra vent?anni stiano meglio di oggi. Io ne propongo una che abbia questo ampio sguardo e sia finanziata dal pubblico e da soggetti privati.

E&F: Non diventerebbe un terreno per lottizzazioni varie?
Manes: Il rischio c?è. Ma è possibile pensare ai rimedi. Un soggetto di questo tipo dovrebbe avere molta credibilità. Dovrebbe esserci un consiglio particolarmente autorevole, magari presieduto da Carlo Azeglio Ciampi. Da ex governatore della Banca d?Italia, il presidente emerito Ciampi conosce i meccanismi economici internazionali. Sarebbe perfetto. Quanto all?organo direttivo, dovrebbe essere composto da personalità di grande spessore, non necessariamente italiane.

E&F: Una fondazione modellata sulla Commissione Attali?
Manes: Che guardi anche alle esperienze condotte in altri Paesi europei. Senza aver paura di sentirsi provinciali: non c?è bisogno di inventare la ruota o l?acqua calda.

E&F: Quale ruolo per le fondazioni di origine bancaria?
Manes: Devono continuare a svolgere la loro funzione: essere fondazioni quasi di partecipazione o di community, particolarmente attente alle aree in cui operano prevalentemente. La Fondazione Italia deve avere un ruolo diverso.


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