Sostenibilità

Una sola legge, il bracconaggio

In mancanza di norme, ognuno uccide ciò che vuole. E con le armi che vuole. Compresi i fili dei freni delle biciclette (A cura di Massimiliano Rocco)

di Redazione

Sembra inverosimile ma ancora oggi, dopo anni di dure battaglie e lunghe discussioni, impegni politici e promulgazioni di intenti, l?Italia non si è ancora dotata di una legge di protezione della fauna. Sì, è vero, diverse specie sono protette. Non è ancora possibile, ma ci stiamo arrivando, sparare proprio a tutto e ovunque, ma questo non grazie alla nostra lungimiranza o amore verso gli altri esseri viventi. Più che altro grazie a norme e convenzioni internazionali, spesso calate sulla nostra testa senza il nostro esplicito consenso. Vuoto legislativo Manca una norma precisa, chiara e inconfutabile, che possa proteggere i nostri ultimi orsi, i lupi, i camosci sulle montagne dell?Abruzzo come gli stambecchi sulle Alpi. A meno che non si voglia davvero considerare legge sulla tutela della fauna le norme in materia venatoria, la legge n. 157 del febbraio 1992, che per altro tratta solo la fauna omeoterma (quella a sangue caldo). Manca una legge che ponga un chiaro e inattaccabile freno alla barbarie perpetuata quotidianamente contro specie rare e in pericolo come i numerosi tipi di rapaci diurni, che ancora oggi veleggiano nei nostri cieli, o come le candide e aggraziate cicogne che durante i voli migratori passano sull?Italia, dove trovano spesso solo una cortina di fuoco che rischia di fermare per sempre il loro volo. Questa è la tragica realtà tutta italiana, questa è anche una delle ragioni che favoriscono la recrudescenza di quel triste fenomeno, denominato bracconaggio, che non si riesce a fermare e che anzi negli ultimi anni esportiamo con sempre maggiore frequenza nei Paesi limitrofi. Bracconieri in trasferta E le indagini del Corpo Forestale dello Stato indicano che in altri Paesi, in condizioni economiche più disagiate, chi vi si reca continua facilmente a far man bassa della fauna locale. Eppure è evidente che il nostro Paese ha più che bisogno di colmare un simile vuoto, di porre un freno a un bracconaggio incalzante che lungo tutto il nostro stivale miete migliaia di vittime ogni anno. Dalle valli del Bresciano allo stretto di Messina il bracconaggio miete vittime tra le specie comuni e tra le specie protette, senza fare distinzioni. Passeri nel menù Un archetto non è selettivo, spezza le zampette a un passero come a un regolo. Decine di migliaia i soli piccoli passeriformi vittime di reti e archetti, vischio e prodine, in tutto il Nord Italia, per finire poi nelle cucine di ristoratori senza scrupoli come piatto forte della giornata per selezionati clienti. E come gli archetti o le reti piazzate tra i cespugli, così il veleno e i pallettoni continuano a uccidere decine di lupi l?anno. Secondo le stime, il bracconaggio probabilmente uccide un 15-20% della popolazione che abita i nostri ambienti, e parliamo di un dato annuale in cui rientrano i lupi recentemente uccisi sui Monti Simbruini in provincia di Roma come quello ucciso sulle Serre calabre. ?Specchi? ingannatori I rari cervi sardi vengono braccati fin nel folto della macchia finendo agonizzanti nei lacci, armi rudimentali di caccia, illegali, preparate con il filo dei freni delle normali biciclette o degli scooter e utilizzate principalmente per cacciare i cinghiali. E la lista dei danni non finisce qui. Gli scavi abusivi per il prelievo di inerti, piaga del casertano, sono stati trasformati in tanti specchi d?acqua che attraggono migliaia di anatre e trampolieri che lì concludono, impallinati, il loro volo di migrazione. Questi sono solo alcuni dei più frequenti danni perpetrati alla nostra biodiversità. L?autunno scorso si è parlato di due orsi marsicani trovati morti ai limiti del Parco nazionale d?Abruzzo. Se si continua così, per quanto ancora questa popolazione potrà dirsi vitale? Campi anti bracconieri Dalla Lombardia allo Stretto di Messina S.O.S da Ischia Ogni anno, in primavera, migliaia di uccelli migratori, dai passeriformi alle cicogne e ad alcuni rapaci, compiono un lungo volo di ritorno dalle loro aree di svernamento in Africa verso le zone di nidificazione europee. La loro rotta passa sul nostro Paese, dallo Stretto di Messina alle piccole isole tirreniche. Dove, purtroppo, i bracconieri si appostano per impallinarli. A Ischia, da molti anni, le Guardie volontarie del WWF organizzano campi antibracconaggio, in collaborazione con Polizia, Carabinieri e il Corpo Forestale dello Stato. Il bilancio degli esperti antibracconaggio in missione sull?isola campana? Negativo, purtroppo. Sembra un bollettino di guerra: più di 7mila cartucce sequestrate, assieme a 11 fucili, centinaia fra trappole per uccelli e tagliole per mammiferi, alcune reti da uccellagione e richiami elettronici illegali; nove persone denunciate a piede libero per detenzione illegale d?arma, e una per lesioni a pubblico ufficiale; un giro di armi rubate smascherato; veri e propri arsenali scoperti e sequestrati, diverse specie protette abbattute Popolo migratore È il titolo di un film di Jacques Perrin e di una raccolta fondi lanciata da Lipu e WWF per rendere ancora più forti le azioni in difesa della migrazione. Le due associazioni organizzano proiezioni di beneficenza del film in varie città. I fondi raccolti durante queste serate vengono interamente impegnati per potenziare le attività di vigilanza antibracconaggio che ogni anno vengono organizzate in due punti caldi: le valli bresciane e lo Stretto di Messina. Per maggiori informazioni sul progetto Popolo migratore consultare il sito Internet www.wwf.it/popolomigratore Agisci ora! Cosa possono fare i lettori di Ecomondo per sensibilizzare amici e opinione pubblica sul problema del bracconaggio e della caccia? Sul sito www. www.wwf.it/caccia/agisciora.asp, trovate un elenco di idee per attivarvi. Dalla semplice firma di una petizione che chiede maggiore tutela per la fauna, alla proposta di inviare un messaggio di posta elettronica a un deputato fino alle istruzioni per ospitare le denunce del Wwf sul vostro sito. Galleria fotografica Durante i campi antibracconaggio organizzati a Ischia, nelle valli bresciane e sullo Stretto di Messina le guardie del Wwf si trovano di fronte a crudeli trappole per animali e a molte specie ferite. L?associazione ha deciso di denunciare tutto questo con una mostra di foto scattate durante i campi antibracconaggio, mostra che potete visitare già ora sul sito Internet www.wwf.it/caccia/foto.asp


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