Formazione

Una scuola multietnica senza pesci fuori d’acqua

Diciannove libri per mettere in communicazione dli alunni stranieri e i loro docenti, di Graziella Favaro

di Redazione

Anche la scuola italiana è diventata da tempo multiculturale e plurilingue. Ad ogni anno scolastico entrano nelle classi 80mila nuovi alunni stranieri, con un incremento annuo intorno al 25%. Gran parte di questi bambini varca la soglia della scuola «senza conoscere una parola di italiano», frase che risuona sempre più spesso durante le riunioni e gli scambi sconfortati fra gli insegnanti. I dati forniti dal Miur per l?anno scolastico 2004/2005 ci dicono che gli alunni con cittadinanza non italiana inseriti nel nostro sistema scolastico sono il 4,2% della popolazione scolastica totale, la percentuale più bassa d?Europa. Il fenomeno è caratterizzato da un?estrema eterogeneità dal punto di vista etnico: su 194 Paesi del mondo, ben 191 sono rappresentati nella scuola italiana. Che cosa fare? Come accogliere – in quella che è e deve restare la scuola di tutti – bambini che non sanno capire e farsi capire? Quali approcci seguire per insegnare a questi ragazzi l?italiano, che risulta per loro una seconda lingua? L?italiano come lingua 2 (L2) è un campo pedagogico di transizione tra la prima lingua di scolarità (o meglio, le numerose e diverse lingue di scolarità) e l?italiano appreso e insegnato nelle classi come lingua materna. Un terreno di intervento didattico specifico, destinato ad esaurirsi quando l?alunno avrà acquisito il livello di competenza necessario per seguire il percorso ordinario di apprendimento, comune ai suoi compagni di banco. L?insegnamento dell?italiano L2 richiede un approccio diverso da quello previsto dall?insegnamento dell?italiano come lingua madre. E d?altra parte non può essere neppure la trasposizione pura e semplice dei metodi didattici propri dell?insegnamento di una lingua straniera: i bisogni di apprendimento sono molto più importanti e urgenti, i ritmi di acquisizione più rapidi, la situazione quotidiana di immersione è densa di messaggi e di sollecitazioni, le implicazioni psicologiche e identitarie sono profonde. Una delle difficoltà del nuovo compito didattico richiesto ai docenti sta dunque nella capacità di elaborare un percorso inedito e specifico, che dovrà rapidamente evolvere verso l?apprendimento di comportamenti e di competenze linguistiche più complesse. Comunicare e studiare L?insegnamento dell?italiano L2 risponde a due grandi necessità: comunicare e studiare. Il peso e la portata dei due compiti sono diversi e richiedono tempi differenti. In genere, per capire e farsi capire, i bambini e i ragazzi hanno bisogno di tempi brevi (da pochi mesi a un anno), e di poter contare su input linguistici abbondanti, disponibili e coinvolgenti. Di poter quindi parlare, giocare, scambiare e studiare con compagni italofoni. La fonte principale dell?input linguistico che promuove le capacità di comunicazione è infatti rappresentata soprattutto dai coetanei, dal linguaggio informale, simmetrico e ?vicino? dei compagni e degli amici. L?apprendimento della lingua dello studio richiede invece tempi lunghi (due e più anni), attenzioni protratte, facilitazioni molteplici da parte di tutti – e sottolineo tutti – gli insegnanti, materiali didattici linguisticamente più accessibili, che consentano di convogliare l?attenzione sui contenuti più che sulla forma. Ognuno ha i suoi tempi Rispetto all?acquisizione della nuova lingua, ciascun bambino e ragazzo ha tempi e ritmi differenti, che dipendono da fattori diversi: più sono piccoli e più sono veloci, più ci sono occasioni positive di gioco, amicizia, scambio con i pari italiani e più l?acquisizione della nuova lingua procede rapidamente; più la lingua materna è tipologicamente vicina all?italiano e più è rapida la prima fase di apprendimento. Alcuni bambini ?si buttano? a parlare da subito, pur contando su poche parole ed espressioni, altri invece attraversano una fase iniziale di silenzio, durante la quale sono impegnati a immagazzinare le nuove parole. È importante che gli insegnanti sappiano da un lato ?tollerare? il silenzio dell?attesa e dall?altro creare le condizioni positive per favorire lo sblocco della comunicazione e il coinvolgimento dei bambini stranieri negli scambi in classe. Negli ultimi tempi numerosi sono i testi e i materiali didattici per l?insegnamento dell?italiano L2. Molti sono anche i progetti ai quali fare riferimento, condotti nelle scuole pilota, che sperimentano da tempo modalità organizzative innovative, laboratori linguistici di livello diverso, strumenti di valutazione efficaci, valorizzazione delle lingue d?origine (sul sito del Centro Come, www.centrocome.it). Insegnare e apprendere l?italiano come seconda lingua è un compito delicato e complesso, un cammino che si compone facendo, da accompagnare con attenzione partecipe nei confronti degli sforzi e dei progressi, degli impacci, delle paure e delle conquiste di ciascun bambino e ragazzo. Per fronteggiare adeguatamente i cambiamenti in atto, la scuola si è dotata di nuovi dispositivi e strumenti didattici. Forniamo qui una breve bibliografia ragionata di alcuni testi a disposizione nelle librerie specializzate o reperibili online. La bibliografia è suddivisa in tre sezioni: la prima contiene i manuali per l?apprendimento dell?italiano per la comunicazione quotidiana; la seconda illustra i testi ad alta comprensibilità per lo studio delle materie scolastiche; la terza fornisce un elenco di testi metodologici per la formazione di base degli insegnanti.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA