Non profit

Una scialuppa di salvataggio per tante aziende in crisi

Ha funzionato finora il matrimonio banche - imprese?...Risponde Donato Masciandaro, università Bocconi

di Redazione

Ha funzionato finora il matrimonio banche – imprese ?incoraggiato? dalla nuova legge bancaria del 1993? Nel complesso credo di sì, sono stati anni durante i quali le banche comunque hanno evitato di far fallire molte aziende. Ricordiamoci che il nuovo Testo unico bancario è entrato in vigore in un frangente storico particolarmente favorevole, quando c?era una situazione ?a somma positiva?. Alle banche si profilava la possibilità di avere nuove opportunità di business. Alle imprese, quella di avere ulteriori canali di approvvigionamento di capitale di rischio. Nel complesso, risultava concreta la possibilità di ridurre il carattere bancocentrico del nostro sistema. Invece le nostre imprese hanno dimostrato di non saper superare l?ostacolo della sottocapitalizzazione. È inutile, infatti, affermare a più riprese che le aziende devono quotarsi se poi i loro proprietari non vogliono sbarcare in Borsa. Le banche si sono quindi trovate, più volte, a dover affrontare crisi aziendali che però hanno saputo gestire non lasciando le imprese a metà del guado. Naturalmente i rapporti banche – imprese pongono il problema di comprendere quale spazio debbono occupare i valori in questa ?relazione?. Ebbene, io credo che la questione ruoti, fondamentalmente, attorno a una domanda: quanto il management bancario deve tener conto dei risultati di breve periodo? Io ritengo che i manager non debbano esserne ossessionati perché questo approccio può provocare, perlomeno alla lunga, distorsioni. Ma devo aggiungere che l?assenza di valori è tanto più avvertita quanto più cattive sono le leggi in vigore. Per esempio io credo che l?attuale legge sul risparmio non sia granché perché non riduce i margini di discrezionalità del Governatore di Bankitalia, lascia lo spazio a contestazioni e interpretazioni e non riforma il sistema dei controlli.

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