Formazione
Una risorsa preziosa, ma non chiedetele troppo
Permette percorsi adatti alle esigenze di ciascuno. Anche se, avverte un esperto, è fondamentale il ruolo del tutor
La richiesta è sempre maggiore perché l?offerta si adatta alle esigenze di ogni utente: è la formazione a distanza, strumento ormai molto diffuso anche nel campo delle professioni sociali. Ma è uno strumento pienamente affidabile? Social Job lo ha chiesto ad Antonio Benedetti, responsabile della formazione presso Cgm.
«è uno strumento che permette di realizzare percorsi mirati all?esigenze degli allievi», spiega Benedetti. «Seguire un corso online non richiede conoscenze informatiche complesse. Anche la fruizione a distanza di un corso richiede però un passaggio obbligato in un percorso di formazione erogato in modo tradizionale».
Difficoltà di fruizione quasi mai insormontabili che sono tra l?altro compensate dai diversi vantaggi che si hanno potendo sfruttare la possibilità di limitare gli spostamenti. «Il vantaggio principale», prosegue Benedetti, «è che si ha la possibilità di gestire in autonomia l?intero processo di apprendimento. Questa modalità restituisce la responsabilità all?allievo e se non si ha un forte motivazione e una buona dose di volontà non si riesce a completare il ciclo formativo. Questo vuol dire adattare la fase di apprendimento alle diverse esigenze, poter tornare anche più volte sugli stessi moduli».
Non tutti i moduli didattici però si adattano a essere impartiti a distanza, ci sono alcune caratteristiche che meglio si prestano a questa modalità di fruizione. «In genere i moduli che possono essere impartiti online», spiega Benedetti, «sono quelli non eccessivamente complessi, di tipo addestrativo, con contenuti sequenziali. Per la buona riuscita di un corso è comunque determinante l?assistenza di un tutor di rete qualificato. Il tutor è un figura che non deve avere competenze tecnico-informatiche ma pedagogiche. Deve essere in grado di motivare all?apprendimento, è un figura in grado di interpretare gli input che arrivano e anche quelli che non arrivano».
E controindicazioni non ce ne sono? «Le generazioni più mature sono abituate alla presenza fisica dei docenti. Perciò l?integrazione tra le due modalità rimane la migliore soluzione. La seconda controindicazione è di natura economica. Le risorse a disposizione della formazione hanno attirato nel settore figure interessate più ad arraffare denaro che a garantire adeguati percorsi formativi».
Nome per nome
New entry in caritas
Moltiplicare le cariche (come i pani e i pesci), non è un gioco da ragazzi. Lo sa bene don Antonio Cecconi, fino a poco tempo fa vicedirettore della Caritas. Al suo posto ci sono ora due persone: don Giancarlo Perego, fin qui direttore della Caritas cremonese, è stato nominato responsabile dell?area nazionale, mentre di quella internazionale si occupa Roberto Rambaldi.
cooperatori di lungo corso
Michele Finizio, vicepresidente Cgm, ha lasciato la presidenza del consorzio di solidarietà sociale Cs Potenza. Il nuovo presidente è Massimo De Rosa, anch?egli cooperatore di lungo corso e di grande esperienza.
gioco di squadra
Si è allenato come direttore dell?Unione sportiva, l?ambito delle Acli che si occupa di solidarietà e di promozione sportiva, Vincenzo Maria Menna. E il risultato non si è fatto attendere: è appena diventato il nuovo responsabile dell?Area sviluppo associativo e tesseramenti dell?associazione presieduta da Luigi Bobba.
Omen, non nomen
Nonostante il suo cognome, Gilberto Ferrari non si occupa di automobili, tantomeno di bolidi di formula uno. È appena stato nominato direttore di Federcopesca, che raggruppa in Confcooperative le cooperative della pesca. Sostituisce Gianfranco Bianchi, che è andato in pensione.
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