Mondo
Una Rete per chi ritorna
Verrà utilizzata per valorizzare le esperienze fatte dai cooperanti e perché esse siano ricordate nel tempo: primo passo per coinvolgere altre persone nelle missioni umanitarie.
Con giorno di anticipo sull’evento internazionale dell’Onu del 5 dicembre prossimo, i volontari italiani delle ong di ispirazione cristiana celebreranno la “Giornata mondiale del volontariato”. Incontrandosi, sabato 4 dicembre, in sette raduni regionali organizzati in altrettante città italiane (Milano, Verona, Bologna, Roma, Napoli, Catania e Oristano, dalle 10 alle 17), per discutere della stesura del “Manifesto della Rete dei volontari rientrati” (una bozza è disponibile sul sito Internet: www.focsiv.it).
«La Giornata mondiale del volontariato», esordisce il direttore generale di Volontari nel mondo-Focsiv, Sergio Marelli, «concretizzerà un’idea nata un anno fa con il “Raduno nazionale dei volontari rientrati”, tenutosi a Verona. L’idea è di creare una Rete dei volontari rientrati per valorizzare il patrimonio delle esperienze di chi ha operato nel mondo. Redigere ora un manifesto dei volontari rientrati è importante per conservare nel tempo il loro esempio di solidarietà col Terzo mondo e, magari, per sollecitare i giovani a intraprendere lo stesso cammino. La “Rete” dovrebbe assicurare una nuova organicità al loro impegno. I volontari rientrati, potranno gestire in modo interessante e coinvolgente attività di informazione ed educazione allo sviluppo organizzate dalle ong di riferimento».
Ribadire con forza la centralità del ruolo dei volontari internazionali nelle attività di cooperazione targate Italia, potrebbe rivelarsi decisivo nel momento in cui il Paese si appresta a riformare, dopo quasi tredici anni, la propria legge sulla cooperazione allo sviluppo. «La nuova legge, che sembra finalmente voler dedicare il meritato spazio all’azione del volontariato nel mondo», aggiunge Marelli, «dovrebbe rispondere alla necessità di riavvicinare realmente la società civile allo Stato, condizione senza la quale non si potrà parlare di vera riforma della cooperazione italiana».
La “Giornata Mondiale del volontariato” diventa, quindi, anche una vetrina per attirare l’attenzione delle istituzioni e della società civile sull’energia e le potenzialità di una realtà positiva come quella del volontariato internazionale. La manifestazione organizzata per il 4 dicembre prossimo da “Volontari nel mondo-Focsiv”, federazione composta da 53 ong cristiane di volontariato internazionale, non sarà tuttavia solo un momento di lavoro e di riflessione sul futuro dei volontari italiani delle ong, ma anche di festa. Alla sera infatti, all’auditorium del liceo “Massimiliano Massimo”, si svolgerà la consegna dell’Oscar del volontariato, riconoscimento simbolico assegnato ogni anno dalla Focsiv ad un volontario o a una volontaria particolarmente distintisi durante la propria missione all’estero. Madrina della serata sarà la poetessa cilena Carmen Yanez, moglie dello scrittore Luis Sepulveda che consegnerà l’Oscar a Rosaria Cortellessa, 28 anni, responsabile dal gennaio ’97 al luglio ’99 dei progetti in Albania per l’ong Vis e attiva particolarmente in favore dell’infanzia dei Balcani. Carmen Yanez offrirà poi la propria testimonianza sulle violenze, anche da lei subite, sotto il regime del dittatore Pinochet. Alla consegna dell’Oscar seguirà il concerto del chitarrista brasiliano Irio De Paula mentre, nel foyer dell’auditorium, resterà aperta una mostra curata dalle ong “Asi, Alm, Avaz, Opam, Prodocs e Vides” dedicata al tema “Le donne del Sud del mondo”. Quest’ultima scelta, perché la Focsiv ha oggi in servizio 213 volontarie, il 42 per cento dei proprio personale espatriato: negli ultimi 30 anni, infatti, sono partite per svolgere il loro servizio nei Paesi in via di sviluppo 6.025 donne.
Per informazioni: Volontari nel mondo-Focsiv, tel. 06.687.78.67; fax:06.6872373.focsiv @www.glauco.it
Scippo Ue alle ong
Le ong europee chiedono che la ricostruzione del Kosovo non pesi solo sulle spalle dei popoli del Terzo mondo. “Il Comitato di collegamento delle ong presso l’Ue (circa 900 ong, incluse le 80 della rete di azione umanitaria per le emergenze “Voice”), ritiene inaccettabile, che la ricostruzione del Kosovo sia finanziata con fondi sottratti in larga maggioranza alle attività di cooperazione umanitaria con in Paesi in via di sviluppo” , dichiara il delegato delle ong italiane, Guido Barbera. I rappresentanti delle ong sono stati particolarmente colpiti dalle ultime proposte di budget per il 2000 presentate dal commissario Schreyer, che non tengono conto delle scelte precedenti. “Pur di trovare 500 milioni di euro per i programmi di soccorso in Kosovo”, continua Barbera, “si punta a ridurre la linea di cofinanziamento dei progetti delle ong, 200 milioni di euro nel 1999, che adesso si vogliono abbassare a 140”. Nel mirino c’è la pratica del cosiddetto “aiuto legato”, ossia l’obbligo per i Paesi del Terzo mondo di acquistare beni e servizi dalla Nazione che li sostiene con attività di cooperazione. A Prodi si sono rivolti: Action aide, Oxfam, Christian Aid, WWF, Terre des Hommes, Novib, Ibis, Mani Tese.
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