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Una proposta di legge per tutelare le lavoratrici

È stata presentata stamani a Roma

di Redazione

Adeguare nel suo complesso la tutela per i rischi professionali delle donne lavoratrici alle specificità di genere e alla peculiarità del duplice impegno lavorativo, sia domestico che professionale, generalmente richiesto alle donne, è l’obiettivo della proposta di legge firmata dalle sentatrici Silvana Amati e  Ombretta Colli e sollecitata e appoggiata dall’ANMIL.

Presentata a parlamentari e stampa nella Biblioteca “Giovanni Spadolini” presso la Sala degli Atti Parlamentari alla presenza della Vice Presidente del Senato Emma Bonino nonché Presidente della Commissione per la Parità e le Pari Opportunità del Senato in rappresentanza del Presidente Schifani, la proposta di legge delega il Governo ad intervenire sulla normativa di settore per garantire alle donne lavoratrici e a quelle con disabilità maggiori tutele e garanzie a livello sanitario, riabilitativo, psicologico, economico, sociale, assicurativo e formativo.

A conferma della necessità di portare avanti politiche di settore mirate e concrete i dati ISTAT mostrano che su 22.906.000 di lavoratori occupati in complesso le donne sono 9.277.000 (40,5% del totale) mentre i dati INAIL in merito agli incidenti sul lavoro avvenuti nei primi nove mesi del 2011, confrontati con quelli dell’anno precedente, indicano che il calo degli infortuni femminili è stato pari a -3,4% a fronte del calo degli infortuni maschili pari a -5,0% (rispettivamente 174.551 vs 378.649). Invece, per gli infortuni mortali, è stata registrata una crescita di quelli femminili con 53 casi nel 2010 e 57 nel 2011, crescita dovuta in effetti a quelli verificatisi in itinere passati da 27 a 32, a fronte di una diminuzione degli infortuni mortali maschili con 644 nel 2010 e 634 nel 2011.

Durante l’evento è stato presentato il calendario 2012 “Donne che Vincono” realizzato dall’ANMIL in collaborazione con INAIL e Miss Italia.

«Siamo orgogliose» – affermano Amati e Colli – «di portare avanti questa battaglia a difesa delle donne a fianco all’ANMIL, che dà voce e ascolto ad oltre 450.000 vittime del lavoro con un impegno di valore a supporto di questioni spesso trascurate. Donne e disabilità» – spiegano le due Senatrici – «rappresentano un binomio che non riceve i riscontri concreti che meriterebbe. In ogni situazione le donne con o senza disabilità sono una risorsa. Crediamo fortemente nella validità e nella necessità di questa proposta di legge e, per questo, ne auspichiamo un esito positivo al fine di avviare una nuova stagione – più sicura e giusta – per il mondo femminile».

«Ringrazio  Silvana Amati e Ombretta Colli» – ha detto il presidente nazionale ANMIL Franco Bettoni – «per aver sostenuto per prime, con determinazione, le nostre rivendicazioni in favore del mondo femminile, trasformandole nella proposta di legge presentata oggi e che raccoglie lo studio e l’esperienza maturata in tanti anni dall’Associazione, da sempre vicina alle donne infortunate». Prosegue Bettoni: «È con questo spirito che abbiamo deciso di presentare il Calendario foto-biografico ai Signori parlamentari quale originale campagna di sensibilizzazione perché il nostro auspicio è che tutte le donne – madri, lavoratrici, infortunate – possano vincere la propria battaglia per sentirsi completamente integrate in famiglia e nella società come le protagoniste di queste suggestive e significative immagini».

«Queste donne eccezionali hanno avuto il coraggio – conclude il Presidente nazionale – di ‘mettere in mostra’ la propria invalidità fisica e di raccontare come sono avvenuti gli incidenti e le conseguenze anche psicologiche che ne sono scaturite. Insieme alle Istituzioni, ai media e all’opinione pubblica dobbiamo essere loro riconoscenti e affinché i loro sforzi – insieme a quelli di tutte le altre donne disabili – non siano stati vani dobbiamo porre la massima attenzione sul tema, tenendo conto soprattutto delle differenze di genere e del principio di uguaglianza e dei diversi riflessi che un infortunio sul lavoro o una malattia professionale possono avere su una donna rispetto ad un uomo».


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