Non profit

Una proposta che infiamma gli animi Con la Lula-Tax il G8 cambia musica

Il leader brasiliano ha fatto inserire la lotta alla fame nell’agenda dei big, con una “pazza” idea: tassare il commercio internazionale d’armi.

di Paolo Manzo

Lula è stata una delle star del G8, assieme al padrone di casa Jacques Chirac e allo sfuggente (se n?è andato un giorno prima) George W. Bush. Ma perché a Evian don Inácio ha richiamato tante attenzioni di stampa, no (new) global e leader mondiali, proprio come a Porto Alegre e a Davos, nel gennaio di quest?anno? Innanzitutto perché è stato invitato in qualità di presidente democraticamente eletto del più grande Paese dell?America Latina. Quel Brasile che con i suoi 180 milioni di abitanti e un territorio pari a 30 volte quello italiano è da mesi un laboratorio politico, sociale ed economico. Nonostante il Paese del samba non faccia parte del G8, Chirac ha voluto con forza Lula in quello che, da quest?anno, sarà un meeting annuale allargato ai principali Paesi del mondo. E l?ex tornitore di Caetés, piccolo paesino del Nordest brasiliano, Stato di Pernambuco, non ha deluso le attese ed è stato il leader che si è più battuto per reinserire nell?agenda dei ?grandi? della terra un tema dimenticato da anni: quello della fame. Una piaga che, nel solo Brasile, colpisce 50 milioni di esseri umani e che, ogni giorno, falcidia 36mila persone tra Africa, Asia e Sudamerica. “Quella contro la mancanza di cibo è l?unica guerra che mi sento di combattere”: questa frase pronunciata da Lula a Porto Alegre in occasione del terzo Forum sociale mondiale e poi a Davos, al Forum economico mondiale (quando la ripeté di fronte al segretario di Stato Usa, Colin Powell, all?epoca concentrato su un?altra guerra, quella all?Iraq), è stata il filo conduttore dell?intervento di don Inácio a Evian. La sua proposta è al tempo stesso semplice e provocatoria: introdurre una tassazione sul commercio internazionale degli armamenti, i cui introiti servirebbero per finanziare un fondo mondiale contro la fame. Una sorta di Tobin Tax alla Lula, coniugata sulle sole transazioni finanziarie che stanno dietro a uno dei commerci più redditizi (e turpi) del capitalismo moderno. Un?idea molto pragmatica che, grazie a un?aliquota fissa, avrebbe un duplice scopo: spostare a sinistra la curva dell?offerta degli armamenti riducendone la quantità venduta e facendone aumentare i prezzi, e raccogliere fondi per finanziare il fondo contro la fame. Alla proposta di Lula, però, non sono mancate le critiche. Come quella di Bernard Pinaud del Centro di ricerca e di informazione per lo sviluppo che l?ha bocciata, tacciandola di amoralità. A tranquillizzare tutti i critici e a spiegare la vera portata dell?intervento di Lula è però José Luiz del Roio, tra i fondatori del Forum sociale mondiale, e che Lula lo ha appena incontrato a São Paulo: “Quello del presidente del Brasile è un modo per rovesciare i soliti messaggi lanciati in occasione del G8. Quello di Lula è un ottimo modo per far discutere e parlare di quello che dovrebbe essere in cima all?agenda di tutti i Paesi del mondo: combattere la fame”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA