Politica
Una proposta a Renzi: 5 + 2 = 7 per mille !
Le notizie del 2 per mille in tempo reale rispetto alle lungaggini del 5 per mille hanno riaperto vecchie ferite e sottolineato la sperequazione tra partiti e soggetti del sociale. Come uscirne? Ecco una proposta: unifichiamo le due misure di sussidiarietà fiscale in un 7 per mille. Se si crede alla funzione sociale delle associazioni e a quella dei partiti si può fare
La notizia dell’esito del 2 per mille ha riaperto vecchie ferite, perché tempi così brevi per i partiti e lungaggini sino atre anni per le Onlus? Perché una platea di 19 soggetti – i partiti – e una di 50mila per le Onlus?. Per evitare il piagnisteo e il gufismo, abbiamo una proposta per Matteo Renzi. Perché non unificare il 5 per mille e il 2 per mille, realizzando un bel 7 per mille a cui possono accedere tutte le associazioni del terzo settore e gli stessi partiti? Per quale motivo i partiti sono considerati “diversi” e hanno bisogno di risorse dedicate?
La ragione della nostra proposta sta nella sproporzione tra i circa 50.000 enti che si contendono il 5 per mille e i 19 partiti che si contendono il 2 per mille. Ricordiamo che la base su cui si calcola il 5 e il 2 per mille è la stessa: l’IRPEF pagata. Il cittadino non paga più tasse, semplicemente decide a chi destinare una parte (lo 0,5% o lo 0,2%) della propria IRPEF.
Di quanti soldi stiamo parlando? L’IRPEF totale in Italia è stata pari a circa 152 miliardi nel 2013. Il 5 per mille ha un potenziale massimo di 760 milioni di euro e il 2 per mille di 304 milioni. La prima cifra è però da spalmare su 50.000 associazione e la seconda solo su 19.
Se Renzi crede nell’importanza del terzo settore per l’economia e per la società italiana, perché non unifichiamo il 5 e il 2 per mille?
La ragione per cui il governo Letta decise a suo tempo di creare una riserva per i partiti, con il 2 per mille solo per loro, sta forse nella sfiducia che i politici per primi hanno in loro stessi. Se il cittadino deve decidere tra un partito e una ONLUS a chi destinare il proprio 5 per mille, buona parte dei politici è convinta che la scelta vada nel 100% dei casi alla ONLUS.
Non possiamo però credere che Renzi sia dello stesso avviso. Anche perché sarebbe un salto quantico per gli stessi partiti misurarsi con le altre associazioni no profit, mettersi in mostra e cercare di convincere i cittadini sulla utilità della propria missione sociale. Le feste dell’unità, dell’amicizia, … sono andate avanti con il contributo volontario di migliaia di militanti. I circoli sono animati da persone che spendono buona parte del loro tempo libero per il bene comune. Per le primarie del PD milioni di italiani hanno versato due euro per partecipare all’elezione del segretario. Proprio Renzi rinuncia alla sfida?
Comunque, visto che le cifre sarebbero importanti e potrebbero essere destinate a poche grandi organizzazioni, aggiungiamo un’ulteriore proposta di modifica. Nel “nuovo 7 per mille” i contribuenti avranno la facoltà di indicare uno o due enti. I due enti potranno essere due ONLUS, oppure una ONLUS e un partito, oppure, perché no, due partiti. La somma, in caso di doppia scelta, verrà poi equamente distribuita.
Certo occorrerà una copertura complessiva di circa 1 miliardo, ma se si crede all'utilità della missione sociale delle organizzazioni non profit e a quella dei partiti, perchè no?
Discutiamone.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.