Sostenibilità

Una pesca sostenibile antidoto alla migrazione

Progetti in corso 3/ Senegal: l’impegno per migliorare la vita delle comunità costiere, di Kim Assaël

di Redazione

Più di 20mila migranti illegali sono riusciti a sbarcare sulle coste dell?arcipelago delle Canarie quest?anno. Moltissimi arrivano dal Senegal: si chiama «Barca ou Barsakh», Barcellona o morte, un viaggio di 1.500 chilometri in mezzo all?Oceano per arrivare alle Canarie, spinti spesso dalle madri che li incoraggiano a intraprendere la traversata sulle barche di pescatori. Vendono tutto, le reti, le attrezzature, il loro mezzo di sussistenza, per comprare un posto in barca che costa anche mille dollari. «Da quando mi hanno rimpatriato con altri due miei compagni», dice Abdallah Diouf, 35 anni, «beviamo tè insieme e guardiamo le partite di calcio alla televisione. Non siamo pronti a ributtare le reti in acqua, prima c?era più pesce nel nostro mare, adesso è inutile: per prendere qualcosa devi stare in mare giorni e giorni, ma si prende sempre meno pesce. Specialmente per chi ha famiglia… non si va mai avanti».

In Senegal il 30% della popolazione dipende dalla pesca per il suo sostentamento. La pesca industriale rappresenta il 30% delle esportazioni (274 milioni di euro) e contribuisce al 2,5% del prodotto interno. L?80% della produzione delle 360mila tonnellate di pesce, molluschi e crostacei delle zone costiere provengono dalla pesca artigianale. La pesca di barriera dà nutrimento e reddito a milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo e il pesce è fonte di proteine per 950 milioni di persone nel mondo.

Il progetto del WWF West Africa, Envipeche e associazione Apte (Pesca, turismo e ambiente) Sviluppo sostenibile tramite l?appoggio alle comunità di pescatori per lottare contro l?emigrazione clandestina mira proprio a ridurre le condizioni di povertà alla base del fenomeno dell?emigrazione, attraverso il miglioramento della vita delle comunità costiere che vivono di pesca artigianale. Considerando anche gli accordi internazionali sul commercio, che hanno di fatto aperto alle flotte di pesca dell?Unione europea queste acque una volta ricche di pesce, sono proprio le comunità di pescatori ad essere più vulnerabili. In aggiunta, il fenomeno dell?incremento demografico lungo le coste.

Il coinvolgimento dei migranti e delle loro associazioni, in quanto conoscitori di cultura e tradizioni, è parte integrante anche dell?altro progetto WWF, quello di Popenguine nelle regioni di Dakar – Louga – e Zinguinchor. L?obiettivo è di favorire lo sviluppo economico attraverso percorsi di turismo sostenibile per conoscere il Senegal attraverso i cinque sensi: udito, tatto, gusto, olfatto e vista. Tra le attività previste, la diffusione della cultura e della tradizione senegalese anche presso una scuola italiana che parteciperà allo scambio culturale.

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