La rivoluzione dei social e del mobile è troppo recente per trarre conclusioni sui suoi benefici e sui suoi rischi. Soprattutto per noi adulti, che abbiamo incrociato il cellulare quando le nostre relazioni sociali e i nostri schemi mentali erano già cristallizzati. Tuttavia, non possiamo nasconderci che tutti i genitori guardino con una certa apprensione alla passione travolgente dei figli verso il telefonino. A costo di passare per dei “matusa”, ma è indubbio che ci sia qualcosa che non va e che il rapporto tra i ragazzi e il cellulare vada in qualche modo “regolamentato” dai genitori. Ma come? L’educazione presuppone un certo grado di conoscenza dei rischi, anche per dare credibilità e forza alle argomentazione dell’educatore (genitore o insegnante) nei confronti dell’educando (il figlio o lo studente).
Per questo abbiamo interrogato il database Semi di Melo per capire sostanzialmente tre cose: a quale scopo i nostri figli usano il cellulare; quanto tempo lo usano e quali attività preferiscano; come l’uso influenza il rendimento scolastico. In questo articolo ci limiteremo ai ragazzi un pò più grandi, quelli delle scuole superiori.
Premettiamo subito che lo smartphone è ormai posseduto dalla quasi totalità dei ragazzi (98,3%), mentre il cellulare vecchio stile non lo usa praticamente più nessuno (1%). Coloro poi che hanno dichiarato di non possederne uno sono così pochi da rappresentare quasi un errore statistico.
Lo smartphone è usato ovunque e a qualunque ora del giorno e della notte. Il 65% dichiara di usarlo a scuola e il 42% di notte. All’assalto del cellulare resiste, ma solo parzialmente, la “cucina”: il 29% dei ragazzi dichiara di usarlo durante i pasti. Una magra consolazione sapere che il rimanente 71% riesce a contenersi durante i pasti. Negli anni futuri questa percentuale salirà: quante volte abbiamo visto nelle sale da pranzo degli alberghi bambini piccolissimi armeggiare con il tablet o lo smartphone per mangiare e stare buoni?
E’ interessante notare che coloro che vivono con entrambi i genitori usano meno il cellulare sia durante i pasti (27,7%) sia nelle ore notturne (40,8%) rispetto ai ragazzi che vivono in famiglie mono-genitoriali. Chi vive solo con il papà o solo con la mamma è generalmente più indisciplinato nell’uso del cellulare. La mamma-sola è maggiormente permissiva durante i pasti (36%), mentre il papà-solo è più permissivo nelle ore notturne (54,9%).
Ma cosa fanno i nostri ragazzi con i cellulari? Telefonare è ormai una attività del tutto minoritaria. La parte del leone la fanno i social e le chat e poi l’ascolto della musica. Tra maschi e femmine non c’è grande differenza, se non in due attività: “giocare”, preferito dai maschi, e “fare/inviare fotografie”, preferito dalle femmine. Nella tabella sottostante si può apprezzare l’uso del tempo al cellulare, suddiviso per tipo di attività e per genere.
Ultima domanda: ma alla fine c’è un rischio nell’uso smodato del cellulare? Per rispondere abbiamo considerato il sotto-campione di tutti coloro che hanno dichiarato di utilizzare il cellulare in ogni momento libero (il 71%) e abbiamo calcolato la percentuale di coloro che hanno dichiarato di essere stati bocciati almeno una volta o di aver accumulato debiti. Abbiamo poi effettuato lo stesso calcolo per coloro che usano meno frequentemente il cellulare (il 29%). Il risultato conferma i sospetti di noi genitori: il rendimento scolastico è influenzato negativamente da chi usa il cellulare in maniera smodata. E sono soprattutto i maschi a risentirne, come si può notare nella tavola sottostante.
Marcello Esposito – Semi di Melo
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