Sostenibilità

Una partnership vincente

intervista Parla Corrado Clini, direttore generale del ministero dell'Ambiente

di Redazione

«L’iniziativa del WWF è molto importante perché lega un obiettivo di protezione e conservazione delle risorse naturali con una strategia di sviluppo sostenibile, cioè non mette in contrapposizione il miglioramento della qualità della vita delle popolazioni con la protezione delle risorse naturali, ma al contrario promuove una convergenza fra questi due obiettivi». Incontriamo Corrado Clini, direttore generale del ministero dell’Ambiente, per fare il punto sul programma Amazon Keystone Iniziative che vede coinvolti anche WWF Italia e ministero dell’Ambiente italiano. E per parlare di questa partnership.
Ecomondo: La strategia della partnership con istituzioni, enti, ong, impegnate in un obiettivo comune funziona?
Corrado Clini: In generale è il metodo migliore. Interventi totalmente pubblici che prevedono l’impegno di risorse finanziarie per sostenere programmi di agenzie pubbliche oppure più semplicemente di agenzie delle Nazioni Unite hanno scarsa efficacia e in genere i costi di transazione, cioè i costi per sostenere le istituzioni impegnate, spesso sono superiori rispetto ai vantaggi effettivi che vengono realizzati a favore dei Paesi in via di sviluppo. Invece il partenariato tra governi e organizzazioni che operano direttamente in loco è molto più efficiente perché le risorse impegnate vengono spese direttamente nei Paesi per i quali le risorse stesse sono state destinate.
Ecomondo: Che contributo in concreto può dare il governo italiano?
Clini: L’Amazzonia è una regione cruciale per la protezione dell’ambiente globale ma anche decisiva per lo sviluppo del Brasile. Il nostro contributo è da un lato finalizzato alla gestione sostenibile del patrimonio forestale, alla convivenza sostenibile dell’uso della risorsa forestale come risorsa ambientale e nello stesso tempo come risorsa economica per lo sviluppo delle popolazioni. L’obiettivo è consolidare la crescita delle comunità locali che coesistano con le risorse naturali dell’Amazzonia.
Ecomondo: C’è molto dibattito sulle bioenergie, che da soluzione stanno diventando problema. Quale è la posizione del ministero dell’Ambiente?
Clini: Dal punto di vista energetico sosteniamo la produzione delle bioenergie, ma a condizione che non abbiano effetti negativi sull’ambiente, la biodiversità e la sicurezza alimentare. Riteniamo che l’ipotesi di ricavare bioetanolo dal mais, come avviene negli Stati Uniti e come vorrebbero fare anche nell’Unione Europea, non è la soluzione migliore, perché la produzione di bioetanolo da mais richiede impiego di molti fertilizzanti, molti consumi d’acqua e l’efficienza energetica del bioetanolo da mais è molto bassa. La canna da zucchero è un caso positivo perché ha un’alta efficienza energetica e nello stesso tempo non è competitiva con produzioni alimentari. Dobbiamo puntare decisamente sui biocarburanti di seconda generazione, cioè quelli che non sono strettamente connessi ad una specifica piantumazione, ma che possono essere prodotti valorizzando il contenuto di cellulosa che c’è nella biomassa: residui di lavorazioni agricole o delle coltivazioni forestali.

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