Sostenibilità

Una nuova tirannia in forma di bolletta

Telefoni, banche, autostrade, treni, canone Rai, acqua, rifiuti: i cittadini nella morsa tariffaria

di Gabriella Meroni

Un?ondata di piena sommerge i consumatori: è l?alluvione degli aumenti, che piovono sulla testa di tutti. Telefoni, acqua, autostrade, commissioni bancarie, canone Rai, tra poco anche rifiuti e biglietti ferroviari. Per non parlare di benzina e poste: tranquilli, aumenteranno anche loro. Una piena cui dovremo rassegnarci perché non c?è diga che tenga: non funzionano le authority di controllo, né le associazioni dei consumatori. Non funziona neanche la politica. Funziona solo il Mercato, o meglio la sua parodia tutta italiana. Come dimostra la vicenda (non ancora chiusa) delle tariffe per chiamare i telefonini, esempio illuminante di come sia facile stabilire aumenti anche del 153% dalla sera alla mattina, senza che nessuno protesti se non quando non c?è più niente da fare. Ma ricostruiamo questa Caporetto dei consumatori e dei loro cosiddetti difensori. Nonostante martedì 12 dicembre l?Authority sulle telecomunicazioni abbia ribadito che fissare le tariffe dal telefono fisso al mobile spetta al gestore del fisso, cioè a Telecom, le tariffe più care stabilite da Tim e Omnitel restano in vigore. Un paradosso che costa caro: abbiamo fatto due conti, comprensivi di Iva (perché si paga anche quella) e abbiamo scoperto alcune cose interessanti. Eccole: l?unica fascia oraria in cui si risparmia rispetto a prima è quella diurna feriale verso i cellulari ?Family? (circa il 25% in meno). Ma attenzione. Di botto la fascia diurna è stata allungata di mezz?ora, dalle 20.30 alle 21.00. Il che significa, in un mese, 10 ore in più di conversazione ?salata?. Nelle altre fasce orarie e per chiamare un ?Business? gli aumenti vanno dal 7 al 153%. Non basta. Gli scatti alla risposta ora sono due: 304 lire in fumo solo per sentirsi dire ?pronto?. Un quadro che avrebbe dovuto far dire alla maggioranza degli italiani: basta, passo a Infostrada, cioè alla concorrenza. Macché concorrenza. Andiamo a vedere: nella stessa fascia oraria scontata da Telecom, Infostrada costa molto di più (fino al 36%). Ecco spiegato il basso profilo tenuto dalla società collegata a Olivetti nella bufera di questi giorni. Con l?unico vantaggio che la fascia meno cara comincia mezz?ora prima, alle 20.30. Dunque: un utente che avesse entrambi i contratti, Infostrada e Telecom, dovrebbe appendere di fianco al telefono una tabella (come quella che pubblichiamo qui) che indica orari e prefissi, giorni della settimana e tariffe in modo da riuscire a risparmiare. Forse per telefonare bisogna frequentare un corso di formazione? Meno male che l?intento della manovra era di ?semplificare? la situazione. Altro che ?Con Tim la vita migliora?. Chi esce a pezzi da questa storia – oltre a chiunque abbia un telefono (20 milioni di cittadini) – sono in tanti: prima fra tutti, l?Authority delle telecomunicazioni, che dovrebbe offrire garanzie contro aumenti di questo genere. Ora l?organismo di controllo ha deciso che si dovrà tornare alle vecchie tariffe, ma già si sa che la sospensione di quelle nuove non avverrà prima di fine mese, e intanto noi paghiamo. L?Authority era stata informata degli aumenti il 4 dicembre. La relatrice del progetto, Paola Manacorda, ex dirigente Telecom, l?aveva presentato ad alcuni colleghi (non tutti, pare, erano presenti, benché ricevano un appannaggio di circa 200 milioni l?anno ciascuno) esattamente come l?ha poi presentato, sui giornali, all?Italia intera: «Complessivamente vantaggioso per gli utenti». L?uscita ha fatto inorridire anche il ministro dell?Industria Bersani, che ha invocato un «ripensamento» delle authority. D?altra parte in Italia chi si azzarda ad alzare la voce in difesa dei consumatori è trattato come un fenomeno vagamente folkloristico. Una sorte toccata anche a Emma Bonino che della tutela dei consumatori si occupa in qualità di commissario europeo, e che si è permessa di criticare le condizioni di cambio della lira in euro. «Le banche speculano sulle commissioni», ha denunciato. «Se vado in banca a cambiare un milione, devo pagare 35 mila lire. È inammissibile che il passaggio tra monete identiche costi fino al 3% del valore della transazione più 5000 lire fisse. Le banche devono sospendere queste indicazioni, altrimenti interverremo con un?iniziativa europea». Parole sante che però hanno scatenato un putiferio. L?Abi è scesa in campo invocando, guarda un po?, il solito Mercato che decide per tutti. «È sconcertante che libere imprese vengano tacciate di avidità per prezzi tarati dal mercato», ha risposto. «Il cambio è un servizio e quindi ha dei costi». Che ovviamente ricadono sul cittadino, nonostante le assicurazioni della vigilia. Qualcuno ha poi protestato contro altri aumenti, come quello delle autostrade? Rincari anche molto superiori al 3% annunciato sono stati giustificati con un presunto ?miglioramento del servizio?. Ma chi l?ha visto? Altra questione scandalosa, i treni. Dopo i deragliamenti a catena del ?98, ecco gli aumenti dei biglietti, fatti passare anche qui con il solito adeguamento europeo. Solo delle tariffe però, perché quanto al servizio l?adeguamento è di là da venire. Qualcuno ha alzato la voce? L?apice dello scandalo si tocca con l?acqua potabile, cresciuta in 3 anni del 37%. Qualcuno se n?era accorto? Anche qui, tutto tace. Quel che manca davvero, in Italia, è la trasparenza e l?informazione. Gli annunci sono tutti rassicuranti, le decisioni vere un po? meno. E le si conoscono a cose fatte quando già provocano danni agli utenti, platealmente presi in giro. Per tornare ai telefonini, Tim e Omnitel (sospettate di aver concordato gli aumenti) avevano pubblicizzato alcuni giorni prima della stangata del 6 gennaio le nuove tariffe. Ma con messaggi tipo: «Quanto costa chiamare un cellulare da rete fissa» (Omnitel, ?Corriere della Sera?, 4 gennaio), e poi sotto, in piccolo, «dal 6 gennaio». Non «quanto costerà», una formula che avrebbe messo in guardia il consumatore, ma «quanto costa». Uno pensa di saperlo, gira pagina, e oplà, la fregatura è servita. Così gli aumenti Autostrade Sono scattati nelle vacanze natalizie aumenti su tutta la rete. La percentuale media del rialzo è stata del 3,09%. Ma a maggio ?98 erano già aumentate del 2,3%. Totale, +5,39% rispetto al 1997. Canone Rai È aumentato in sordina, passando a 171.500 lire l?anno (+3,5%), ma nella Finanziaria appena approvata c?è già la base per un ulteriore ritocco al rialzo nel 1999. Acqua Continua ad aumentare. Dopo i notevoli rincari del 1996 (+19%) e del 1997 (+ 17%), quest?anno l?acqua del rubinetto costa un ulteriore uno per cento in più. Rifiuti Aumenti previsti nel ?99 tra il 3% e il 5% a seconda del Comune di residenza per la tassa sulla spazzatura, che verrà calcolata non più a metri quadrati dell?appartamento ma a chili. Treni e posteDa tempo le Fs chiedono un rialzo dei biglietti, e con tutta probabilità saranno accontentate quest?anno. Così come le Poste, che aumenteranno tutte le tariffe. Telefoni Pensavate di averne avuto abbastanza con gli aumenti del telefono? Vi sbagliavate: dal 1° marzo scattano infatti i previsti rincari del canone: +500 lire per il canone residenziale, +1000 lire per quello ?affari?.


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