Mondo

Una nuova governance per la cooperazione internazionale

"Serve una forte regia politica unitaria di alto livello istituzionale, per diventare centrali nell'azione di governo". L'intervento di Action Aid

di Luca De Fraia

Continua il dibattito online sul futuro della cooperazione internazionale lanciato da Vita.it in vista del Forum  dell'1-2 ottobre.

In preparazione dell’oramai prossimo Forum della Cooperazione Internazionale che vedrà il mondo della cooperazione ritrovarsi a Milano per una due giorni di sessioni e dibattiti, gli attori del settore   società civile, impresa sociale e privata, istituzioni pubbliche, forze politiche e parlamentari e lo stesso Ministro Riccardi –hanno avuto occasione di confrontarsi in diversi luoghi e momenti istituzionali. Denominatore comune: rilanciare il ruolo della cooperazione internazionale come risorsa per il Paese, da modernizzare e valorizzare .
Lo scorso 20 settembre, le ONG italiane, insieme al Forum del Terzo Settore e altre componenti della società civile, hanno presentato al Ministro Riccardi un documento di analisi e proposte che forniscono elementi di approfondimento e valutazione. Ancora a settembre, l’organizzazione internazionale ActionAid, impegnata da trenta anni al fianco dei più poveri in cinquanta Paesi, ha presentato a Roma “L’Italia e la lotta alla povertà nel mondo”, l’Annuario della Cooperazione allo sviluppo italiana, un rapporto indipendente che intende fornire una valutazione sul mantenimento degli impegni sottoscritti dal nostro Paese per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale.


In particolare, il rapporto, giunto alla sesta edizione e che quest’anno si avvale della preziosa collaborazione con l’editore Rubbettino, analizza l’ultima legislatura, fornendo “raccomandazioni” alle forze politiche che a breve saranno impegnate nel processo elettorale. Il sottotitolo riporta: “2008 – 2012: cinque anni vissuti pericolosamente”: la fotografia di un’epoca politica che non ha consentito alla cooperazione di acquisire un ruolo centrale nelle scelte di governo. Il progressivo e drastico taglio delle risorse da una parte e la mancanza di un adeguamento della normativa dall’altra hanno contribuito a portare l’Italia nelle ultime posizioni nella classifica dei Paesi donatori, destinando nel 2011 alla lotta alla povertà lo 0,19% del proprio PIL. I dati segnalano oltre alla drastica riduzione delle risorse stanziate, un “debito morale”– cioè la differenza tra ciò che l’Italia avrebbe dovuto sborsare negli ultimi 10 anni e cosa ha realmente erogato – che secondo le stime di ActionAid supera i 20 miliardi di dollari.


Nonostante i dati allarmanti, alcuni passi in avanti sono stati intrapresi. La nomina, per la prima volta nella nostra storia, di un ministro dedicato alla cooperazione allo sviluppo, Andrea Riccardi, in uno dei momenti più difficili del nostro Paese, è stata accolta con favore dal mondo delle organizzazioni non governative, che hanno visto in questa novità la possibilità di invertire il declino delle politiche pubbliche di cooperazione, pesantemente colpite dal governo Berlusconi a partire dall’inizio delle sedicesima legislatura. Un altro spiraglio è rappresentato dalla riapertura del dibattito in seno al Parlamento (alla Commissione Esteri del Senato), del lavoro di riforma della Legge 49 del 1987.

Questi sforzi di rinnovamento su più fronti hanno avuto un seguito nel percorso voluto dallo stesso Ministro Riccardi in preparazione del Forum, con la creazione di gruppi di lavoro e approfondimento sulle diverse tematiche che costituiscono l’agenda della cooperazione: le questioni relative a struttura gestionale e governance, le priorità settoriali e geografiche, le risorse, il multilateralismo e i nuovi soggetti della cooperazione.

Una delle aree più controverse è quella del modello per una nuova cooperazione allo sviluppo visto che, ad esempio, nella discussione parlamentare si misurano opzioni diverse: la creazione stabile di un Ministero della cooperazione o il perfezionamento della tradizione attuale, centrata sul ruolo del Ministero degli affari esteri. Un recente studio realizzato da ActionAid ha dimostrato come la presenza di una figura di governo dedicata alla cooperazione sia associata a un miglioramento delle politiche di aiuto sia in termini di qualità sia di quantità. Si parla di analisi empirica di dati rilevati in diversi Paesi presi in esame; il nocciolo della questione, che costituisce l’output del lavoro emerso dal gruppo sulla governance, rimane il fatto che al di là di quale sia la riforma organizzativa intrapresa la cooperazione deve diventare una politica centrale dell’azione di governo ed essere rappresentata direttamente nelle discussioni e deliberazioni del Consiglio dei Ministri.


La responsabilità politica diventa centrale: una rinnovata cooperazione italiana deve essere dotata di una forte regia politica unitaria di alto livello istituzionale che intervenga in tutte le discussioni e deliberazioni collegiali dell’Esecutivo pertinenti all'agenda dello sviluppo umano e sostenibile secondo il principio della coerenza delle politiche. L’attuale sistema, in sofferenza per la cronica frammentazione, non consente di garantire una piena trasparenza né un impegno pluriennale coordinato al fine di perseguire in modo armonico gli obiettivi di riduzione della povertà e sviluppo sostenibile.


Solo con una organica riforma della governance le scelte strategiche di cooperazione possono diventare parte integrante e qualificante della complessiva agenda di lavoro, oltre che delle politiche internazionali dell’Italia, consentendo di produrre il profondo cambiamento culturale al quale lo stesso Riccardi ha più volte fatto riferimento. Non ultimo, la cooperazione allo sviluppo avrà la piena rilevanza nella politica del nostro Paese allorché verranno superati i diversi protagonismi oggi in campo.
In occasione del Forum della Cooperazione internazionale di ottobre alcuni di questi elementi saranno nuovamente dibattuti. L’auspicio è che le forze politiche sappiano finalmente valorizzare il patrimonio italiano in questo settore e comprendano che la cooperazione allo sviluppo è un bene comune da sostenere e sviluppare.

*segretario generale aggiunto Action Aid Italia
 


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