Avrà anche i conti messi meglio di Grecia, Spagna e Italia, ma il Regno Unito deve fare i conti con una realtà di miseria diffusa e di fragilità sociale peggiore di quella di tanti altri paesi "sulla carta" più poveri. A scoperchiare la pentola della povertà, a volte estrema, è stato un gruppo di ong che si sono recentemente unite per rivolgere un appello al governo britannico perché intervenga a fermare "un'emergenza umanitaria". Non in qualche paese d'oltremare, però, ma in Scozia.
Oxfam,
Save the children,
Shelter e
Children First hanno infatti firmato un accordo per realizzare interventi urgenti e coordinati contro la povertà,
costituendo un Comitato Emergenze sulla falsariga di quello operante per gli interventi in Siria, e lanciando a metà ottobre una Settimana contro la povertà. Le organizzazioni si sono rivolte al governo evidenziando una situazione drammatica fatta di disuguaglianze, difficoltà economiche e perfino fame.
"Siamo nel mezzo di una tempesta perfetta", ha dichiarato Judith Robertson, presidente di Oxfam Scotland, "che si è abbattuta sulle famiglie scozzesi a causa dei tagli dissennati al welfare. La situazione è grave, e occorre fare qualcosa subito". Ma ecco le cifre diffuse dal Comitato Emergenze: in Scozia le famiglie più abbienti detengono una ricchezza superiore di 273 volte a quella delle famiglie più povere. Il 40% degli abitanti che vivono sotto la soglia della povertà non è disoccupato, ma ha salari troppo bassi per poter vivere dignitosamente. I tassi di disoccupazione, mortalità, malattie mentali e abbandono scolastico sono tutti in crescita. Secondo il rapporto annuale di fonte governativa Child Poverty Strategy for Scotland, nel 2020 circa 250mila bambini scozzesi vivranno in povertà (il 5% della popolazione) mentre
già oggi secondo le associazioni del Comitato ben il 17% degli scozzesi vive sotto la soglia della povertà. Quanto all'insicurezza alimentare, il
Trussell Trust, ente gestore dei banchi alimentari del paese, ha reso noto che i propri assistiti sono aumentati del 150% nel solo 2012, passando da circa 5700 a oltre 14mila.
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