Formazione

Una nuova cultura della cura: pace, Terzo settore e leadership femminile

È sempre più importante «ascoltare il grido dei bisognosi e quello del creato», lottando contro le crescenti disuguaglianze. Siamo tutti chiamati a uno sforzo corale per la difesa della Terra e del bene comune, liberando i "talenti femminili" e dando spazio ai giovani

di Silvio Minnetti

La cultura della cura genera la pace, afferma papa Francesco, in occasione della Giornata mondiale della pace. “In molte parti del mondo occorrono percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite, c'è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia."

Il papa si rivolge ai Capi di Stato e di Governo, ai responsabili delle organizzazioni internazionali, ai leader spirituali e ai fedeli delle varie religioni, agli uomini e alle donne di buona volontà. Siamo incoraggiati tutti a diventare "profeti e testimoni della cultura della cura, per colmare le tante disuguaglianze sociali. Fondamentale allora è il compito dei responsabili politici e del settore privato, "affinché adottino le misure adeguate a garantire l'accesso ai vaccini contro il Covid-19 e alle tecnologie essenziali necessarie per assistere i malati, a tutti coloro che sono più poveri e più fragili". Per questo serve una vera cultura della cura ed una vocazione umana a curarsi di se stesso, dell'altro, della Terra. Centrale è la difesa della dignità e dei diritti della persona, come il bene comune da servire e da curare.

Per questo dobbiamo "ascoltare il grido dei bisognosi e quello del creato" lottando contro le enormi disuguaglianze. La fraternità sarà la bussola utile anche per le relazioni tra le Nazioni. Diventa strategico allora "un processo educativo" alla cultura della cura, che nasca nella famiglia, per svilupparsi nella scuola e nelle università.
La pace quindi implica la cultura della cura, avere cioè a cuore tutta la vita. Ciò significa debellare la cultura della indifferenza, dello scarto e dello scontro. In fondo la cura è la necessità prima della cultura umana. Tutti noi esseri umani siamo fragili, vulnerabili e bisognosi di protezione e nutrimento per il corpo e per lo spirito. Da qui nasce il senso vero della cura di sé, dell'altro, delle istituzioni, della natura. Obiettivo: realizzare una buona qualità della vita per tutti. Dalla grammatica della cura passiamo a quella di bene comune. Sta alla politica questa traduzione, senza scarti. Il Covid 19 c'impone di pensare in termini di comunità internazionale. Vedi per i vaccini, per sistemi sanitari attrezzati anche per la prevenzione e la prossimità territoriale e per i cambiamenti climatici. Vedi per il ripensamento della scuola con patti di comunità, scenari capaci di valorizzare i docenti nei processi educativi, nella coltivazione insieme di anima e di competenze degli alunni.

È importante che nessuno sia lasciato senza cura educativa. La solidarietà poi deve assicurare un lavoro dignitoso per tutti. La Politica è chiamata a liberarsi dal dominio della finanza e dell' economia per ridisegnare un modello di sviluppo sostenibile ed inclusivo. Parliamo della politica della cura con il contributo di tutti i cittadini in una democrazia partecipativa e deliberativa, profeti e testimoni della cultura della cura. Si tratta di una vera conversione del cuore e delle menti in gesti responsabili nella logica del dono, alla base di ogni cura. Il 2021 sarà al femminile, mondo particolarmente allenato al dono, alla cura? Insegnanti, ricercatrici, imprenditrici, madri, scrittrici, professioniste sono protagoniste della cultura della cura.

Le donne storicamente sanno affrontare infatti il dolore e le fatalità meglio degli uomini sull'esempio delle loro madri. Gentilezza e solidarietà potranno prevalere su ogni prepotenza e diffondersi nella società come nella politica. La pandemia determina una decostruzione di miti, pregiudizi di genere, consuetudini e retaggi culturali. Liberare i talenti femminili del prendersi cura sarà la scelta più giusta ed intelligente per la ricostruzione di un mondo migliore.

Il ruolo delle giovani donne sarà determinante in un passaggio planetario complesso, dentro una vera rivoluzione culturale. La leadership femminile ha già dimostrato di possedere una grande energia trasformativa. Donne esperte e le più giovani sembrano più resilienti nel cambiamento. Fare fatica e rialzarsi sempre.

Lo sguardo femminile ci salverà nella seconda Ricostruzione della Repubblica dopo le crisi del 2008 e del 2020. " Nel 2021 bisogna ricostruire, ricucire, sanare ferite nelle persone e nella società, evitare che aumenti il divario tra chi può e chi non può. Ciascuno di noi metta saperi, opere, competenze, perché a nessuno venga negata la speranza. Solidarietà e bene comune rappresentino la visione del futuro da tradurre in azioni e politiche." (Valeria Negrini Fondazione Cariplo). Siamo alla ricerca di una nuova normalità, basata su abbracci fraterni e maggiore giustizia sociale. Il Covid 19 ci ha fatto comprendere che siamo una grande famiglia umana e che l'unico modo di combattere la pandemia è quello di coordinare ricerca e politiche multilaterali.

* Presidente nazionale del Movimento politico per l'unità-Movimento dei Focolari

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.