Economia

Una nuova Banca per lo sviluppo

Al summit dei BRICS, svoltosi a fine marzo a Durban in Sudafrica, è stata annunciata la creazione di una nuova banca per lo sviluppo, potenzialmente in concorrenza con la Banca Mondiale

di Marco Marcocci

La nuova istituzione,  sollecitata dall’India a margine del summit del G20 di Città del Messico (2012), dovrà garantire i finanziamenti necessari per la costruzione di nuove infrastrutture e per l’approvvigionamento energetico dei paesi membri del club e non solo.

Per la sua creazione ognuno dei cinque BRICS stanzierà qualcosa come 10 miliardi di dollari statunitensi, forse il Sudafrica, che rappresenta soltanto il 2,5% delle economie BRICS, qualcosa in meno.

Rimane la curiosità di sapere in quale dei cinque paesi sarà ubicata la sede della banca e quale sarà l’assetto organizzativo che le sarà attribuito.

Tra le altre iniziative prese durante il vertice di Durban, merita particolare attenzione quella che, su proposta del Brasile, ha portato alla creazione di un fondo anticrisi di 100 miliardi di dollari per far fronte a crisi valutarie. Le quote contributive da versare per la costituzione del fondo dovrebbe prevedere una larga partecipazione della Cina con 41 miliardi di dollari.

Il forum di quest’anno è stato anche l’occasione per ribadire l’attenzione dei BRICS, e non solo della Cina, in Africa dove verranno incrementati gli investimenti.

A conferma dell’importanza che hanno assunto gli scambi commerciali tra i paesi BRICS, si registra l’accordo bilaterale in materia tra Cina e Brasile (paesi che nel 2012 hanno avuto scambi commerciale per 75 miliardi di dollari) che hanno istituito un fondo valutario di garanzia in yuan e real del valore di circa 30 miliardi di dollari per proteggersi da terremoti valutari americani e europei.
Anche se le tensioni all’interno del club ci sono, si pensi ad esempio alla “guerra” tra Brasile e Sudafrica sull’export dei polli, i BRICS continuano con convinzione nella loro marcia.  
Così i “fantastici cinque”, e sembra che anche il padre dell’acronimo BRICS Jim O’Neill sia d’accordo, da potenza economica stanno diventando una nuova equipe politica capace di dire la sua nello scenario mondiale. In questa direzione va infine sottolineata la compattezza dei BRICS nell’accusare le economie avanzate (USA ed Eurozona) di aver attuato politiche monetarie incapaci di gestire la crisi economica. Non per niente già la “Dichiarazione di Delhi” emanata a conclusione del summit 2012 ribadiva che “l’eccessiva liquidità generata dalle politiche aggressive varate dalle banche centrali per stabilizzare le loro economie si è riversata sui mercati dei Paesi emergenti, causando una volatilità eccessiva dei flussi di capitale e dei prezzi delle commodities”. Di qui l'esortazione ai Paesi avanzati “ad adottare politiche finanziarie ed economiche responsabili, a evitare di generare eccessi di liquidità e a intraprendere riforme strutturali in grado di creare crescita e occupazione”.

Importanza economica dei BRICS nell’economia mondiale
(Fonte: FMI, BRICS Forum)

•    PIL mondiale: 21%
•    Popolazione mondiale: 43%
•    Territorio mondiale 30%
•    Riserve di valuta dei Paesi BRICS (stima): 4.400 mld di USD
•     Riserve mondiali in valuta estera: 35%
•    Scambi tra i BRICS nel 2012: 282 mld di USD
•    Commercio estero di beni: 14,5%
•    Auto prodotte nel mondo: 34%
•    Consumo mondiale di energia: 30%
•    Capacità di produzione energia eolica: 30%
•    Produzione acciaio: 58%
•    Spese militari globali: 14%

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.