Welfare
Una maschera su quattro ruote
Qual è la cosa che a Carnevale riesce ancora a divertire? La sorpresa di vedere una maschera ben riuscita. Perché più verosimile, più ironica, più simpatica, più spettacolare. Chi si muove in carrozzina ha una marcia in più
Quella nella foto di copertina è solo un esempio di come è possibile rielaborare una carrozzina per persone con difficoltà motorie. Chi si muove su sedia a rotelle non è escluso dal Carnevale. Anzi ha una marcia in più.
SORRISI. I sorrisi che si possono vedere in questa gallery di immagini, non richiedono tante parole.
LARGO ALLA FANTASIA La carrozzina può trasformarsi in un automobile come la Batmobile, in un veicolo dei vigili del fuoco, in un’astronave ( da 2001 Odiseea nello spazio a Star Wars) in una console di un Dj, in un chiosco di gelati ( con offerta di icecream!), in un cavallo di un cavaliere medievale, in un drago sputafuoco, in una tartaruga.
MATERIALI Cartone, tessuto, colori a tempera. Tutti materiali di recupero. Da raccogliere già qualche mese prima, in previsione della realizzazione.
FAI DA TE Per chi ha qualche dimestichezza con il bricolage, rielaborare la carrozzina sarà una bella sfida. Che comincerà dal disegno sino all’avvitamento dell’ultima vite, qualche secondo prima della sfilata cittadina.
TWINS Se in famiglia ci sono fratelli, sarà probabile che TUTTI i bambini vogliano una maschera su 4 ruote.
LO STAFF Rielaborare la carrozzina richiede uno staff. Chi pensa, chi disegna, il trovarobe, chi è capace di usare pinze e cacciaviti. Chi in cucina prepara panini e birre per chi lavora in officina.
OFFICINA. La creazione nascerà in un battibaleno o in qualche settimana. È inevitabile che in casa si creerà un angolo officina. Bandito al gatto di casa che potrebbe fare un po’ di confusione fra i materiali del prototipo.
TRUCCO E PARRUCCO Cappelli, capelli e baffi per truccarsi come il personaggio che si vuole interpretare. Per Dart Fener – il cattivo di Star Wars- ci vuole un caschetto. Nero s’intende.
RISCHIO CARRO DI VIAREGGIO E’ la solita questione: la persona con disabilità che fa qualcosa che va al di là dello stare seduto e soprattutto se l’attività fa parte di quelle che mettono la persona e la sua disabilità al centro dell’attenzione come ad esempio accade quando fa gare sportive, è il protagonista di spettacoli di danza, suscita perplessità e qualcuno pensa che sia solo un esercizio di egocentrismo. Il dibattito è aperto.
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