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Una marcia in più? Prova con il walking

È una nuova tecnica,a metà tra la marcia sportiva e il jogging.Negli Usa e nei Paesi del Nord Europa ha già milioni di fan.C'è chi scommette che sfonderà anche da noi.

di Pasquale Coccia

Si chiama ?walking?, è una via di mezzo tra la marcia e la corsetta e negli Stati Uniti lo praticano 67 milioni di persone. Atleti professionisti, podisti della domenica e normali cittadini convinti dai ritmi meno forsennati o dall?abbigliamento più casual di quello dei runners ad abbandonare il jogging per questo modo di camminare veloce che non toglie il fiato e libera dallo stress. Insomma, anche se in Italia per ora non conta che un migliaio di adepti, il walking ha tutte le carte in regola per conquistarsi i favori degli sportivi nostrani. A spiegare il segreto di questo successo annunciato è Maurizio Damilano, il grande olimpionico di marcia che racconta entusiasta: «Ho scoperto questa attività tre anni fa, mentre ero negli Stati Uniti a studiare le tecniche di allenamento degli atleti americani. Trovo particolarmente giovevole praticare il walking, perché rappresenta una buona base per la preparazione atletica a fini agonistici, ma è alla portata di tutti. È un modo di camminare veloce e può essere praticato su terreni di vario genere, inoltre ha il vantaggio di non avere la tecnica tipica della marcia per la quale occorre una notevole resistenza e le articolazioni molto mobili. Coloro che non sono allenati possono tranquillamente sperimentarlo perché non richiede ritmi forsennati come la corsa e questo consente di praticarlo in gruppo anche a persone anziane». Per gli sportivi, dunque, ma non solo. Così, anche per quanti vogliono smaltire qualche chilo di troppo accumulato durante l?inverno, o allentare le tensioni di una giornata lavorativa intensa, non sarà dunque più necessario perdere il fiato. Nei Paesi del nord Europa al walking si sono date un milione e duecentomila persone, ma il benessere psicofisico e la facilità di esecuzione fa pensare che in breve tempo aumenteranno i praticanti. Rodolfo Tavana, medico dello sport che a lungo ha operato nell?atletica, prima di passare al Milan, non ha dubbi sul beneficio del walking: «Camminare lentamente è un?attività piacevole, ma anche se protratta non apporta benefici. È necessario perciò procedere con una deambulazione più spedita, se si vogliono ottenere benefici. L?impegno muscolare deve essere superiore a quello del trekking, ma non così spinto come la marcia. Chi pratica walking migliora la funzione cardiaca e la circolazione del sangue, oltre che l?efficienza muscolare, rinforza anche le articolazioni. È un?attività motoria dolce, perciò libera la mente dallo stress e sicuramente favorisce la socializzazione, perché non richiedendo ritmi elevati e soprattutto uno stile maestro, mantiene il gruppo compatto. Se praticata con una certa costanza, due o tre volte alla settimana, è un?ottima cura dimagrante. Coloro che manifestano una evidente obesità, oppure problemi cardiovascolari, renali o epatici dovrebbero prima sottoporsi a una visita medica sportiva, prima di intraprendere un?attività, anche se semplice e leggera come il walking. È importante abituarsi a percorsi sufficientemente lunghi in maniera graduale, soprattutto se si è anziani o se si viene da una vita assolutamente sedentaria». Insomma, il walking è un?attività alla portata di tutti e rappresenta una buona base per coloro che vogliono intraprendere uno sport agonistico. D?ora in poi, dunque, non ci sarà più bisogno di scervellarsi per trovare un modo di stare in forma e soprattutto di spendere milioni in lezioni, attrezzatura specializzata e abbigliamento super tecnico. Basterà allungare il passo. E magari seguire qualche semplice consiglio che renderà le vostre prime esperienze di walking ancora più piacevoli: ruotare leggermente il bacino, piegare le braccia a 90 grandi all?altezza del gomito, chiudere le mani a pugno senza serrare le dita, tenere le spalle e il collo rilassati, la schiena dritta, lo sguardo in avanti e aumentare la frequenza dei respiri quando sentite più bisogno di ossigeno. Trekking, jogging e altro ancora… Marciare, passeggiare, correre. Quante sono le voci del verbo camminare e in quanti modi è possibile declinarlo? Suggeriamo un piccolo dizionario che può aiutare a capire e a scegliere ?il passo? che più vi si addice. JOGGING: è il parente più prossimo del walking. Si tratta di una corsa vera e propria, praticata a velocità ridotta. RUNNING: è una corsa a ritmi più sostenuti, praticata da atleti più evoluti. La differenza principale tra un jogger e un runner consiste nel tempo di percorrenza di un chilometro di corsa: il primo riesce a stare sotto i quattro minuti, il secondo li supera. MARCIA ATLETICA: è una pratica molto nota in Italia. in passato ha fornito anche numerose medaglie. Si pratica con una tecnica piuttosto difficile che non consente di piegare le ginocchia. Coloro che scelgono di praticarla devono possedere una buona mobilità delle articolazioni dell?anca e una grande resistenza. TREKKING: si può definire una lunga passeggiata organizzata (con abbigliamento idoneo e soprattutto uno zaino), che prevede una velocità ridotta e una buona resistenza. WALKING: si colloca tra la marcia e il trekking, richiede un passo più spedito rispetto al trekking, ma meno spinto rispetto alla marcia.I praticanti più veloci di walking, procedono alla stessa velocità dei jogger più lenti. È un?attività propedeutica per il jogging.


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