Cultura

Una lingua orale per un popolo dove tutte le donne sono mamme

Pagine utili/ L’autrice, Cristina Ali Farah, italo-somala, spiega: «Il filo conduttore è la maternità. In Somalia i figli sono di tutte le donne...»

di Ettore Colombo

Madre piccola è il nome che si dà alla zia materna in somalo. L?autrice, Cristina Ali Farah, italo-somala, spiega: «Il filo conduttore è la maternità. In Somalia i figli sono di tutte le donne. Barni, una delle due cugine protagoniste del libro, fa l?ostetrica; Domenica, l?altra, è incinta e ha un rapporto particolare con la madre».

Il libro è diviso in nove capitoli, che si possono anche leggere slegati: in ognuno c?è un personaggio che si racconta a interlocutori diversi. Molte storie girano attorno alla vicenda delle due cugine, entrambe cresciute a Mogadiscio fino ai dieci anni. Poi le loro vite si separano.

Sullo sfondo c?è la guerra civile e al centro la diaspora somala. «Racconto quest?esperienza come una ricerca del sé in relazione con l?altro. Tempo fa, per lavoro, ho intervistato molte donne migranti di diversi Paesi. Osservavo come raccontavano il loro vissuto e mi rendevo conto di quanto la narrazione fosse filtrata dalla mia presenza». Cristina scrive in italiano, ma «ho cercato di ricalcare il ritmo del somalo, una lingua orale, con una forte tradizione poetica».

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.