Cultura

Una Liguria verticale che merita di essere riletta

Recensione del libro "Il silenzio" di Francesco Biamonti (di Antonino Piazza).

di Redazione

Il tracciato di un racconto, in una Liguria vista in verticale, che ci lascia intravedere una riflessione sul dolore provocato dalle ideologie agonizzanti: “Qualcosa ha generato omicidi e suicidi, un senso d?inappartenenza, come se il loro Dio li avesse traditi”. E poi un intricato inno all?eterno femminino. “La donna si alzò in piedi. Un sorriso che sembrava dire: ho capito chi lei può essere; un volto reso severo dall?azzurro che aveva dietro. La luce le cadeva addosso da altezze diverse, a intervalli ineguali: la brezza nel cielo girava, da montagna diventava marina, puntava alla terra ormai calda di sole”. Ecco cosa contengono le 21 cartelle, scritte da Francesco Biamonti durante i sette mesi di malattia e pubblicate postume ne Il silenzio (Einaudi, 7 euro). Lisa, Hélène… “All?improvviso le vide. Entravano nella piazza dal lato del sole. Una gamma di pastelli, una aveva il viso forte e l?altra delicato. Come bellezza si equivalevano. Da portare un uomo alle soglie di un mondo in cui non si poteva entrare. Inesplorato e chiaro come un fiore di montagna”. Cioè lei, clamante bellezza, compagna e madre, la donna, chiamando a tenere e mostrare il bandolo della vita, che è lei stessa: “Non incontrò nessuno sulla strada che saliva al paese e che, dal paese muto, portava a casa. Lisa si spogliò davanti a vetri carichi di silenzio… Dietro la sua testa, la collina si profilava nell?alba”. Il resto è silenzio. Antonino Piazza


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