Politica

Una legislaturapoco ecocompatibile

politica & ambiente Il bilancio dei 20 mesi di governo Prodi secondo il WWF

di Redazione

Si è trovato di fronte un compito difficile, il governo Prodi, al suo insediamento, sul fronte ambientale: l’intero esecutivo doveva sapere coniugare in campo ambientale innovazione (individuando un percorso nazionale verso la sostenibilità per rispondere alle sfide globali) e ricostruzione (cercando di correggere l’impostazione revisionistica e negazionista imposta dal governo Berlusconi). Diciamo subito: in questi due anni è stato fatto solo un lavoro incompiuto e parziale di ricostruzione, mentre per l’innovazione, se si escludono alcune iniziative sul comparto energetico (vedi articolo a pagina IV), è stata ben poca cosa. Di seguito una valutazione sintetica della XV legislatura, rimandando per gli approfondimenti agli articoli delle pagine seguenti.

Ricostruzione
Codice dell’ambiente. La riforma del Codice dell’ambiente (decreto legislativo 152/2006 «Norme in materia ambientale»), fortemente voluta dal ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, aveva come obiettivo quello di superare le aberrazioni concettuali e procedurali del riordino normativo approvato nella XIV legislatura, che avrebbero portato l’Italia a un sicuro e pesante conflitto con l’Europa, nonché ad un aumento degli impatti ambientali negativi. Per quanto riguarda il riallineamento alle leggi europee, in materia di Valutazione ambientale strategica (Vas), Valutazione di impatto ambientale (Via) e Autorizzazione integrata ambientale (Ipcc), la revisione è stata più che soddisfacente. Sulle materie relative a rifiuti e bonifiche sono state superate, non senza alcune ambiguità, le storture più pesanti. Mentre sui temi “Acque e difesa suolo”, “Danno ambientale”, “Delitti ambientali” è stato mancato l’obiettivo poiché la riscrittura ha avuto temi troppo lunghi e difficilmente potrà essere completata.
Legge Obiettivo. La mancata revisione della Legge Obiettivo (l. 443/2001), almeno per le parti riguardanti la procedura Via e il ruolo degli enti locali, non è stata invece un incidente di percorso. La riforma della legge sulle grandi opere strategiche, pur prevista nel programma del governo Prodi, non è stata neppure avviata.

Modernizzazione
Su questo fronte i risultati concreti sono stati veramente modesti.
Biodiversità. Il tema della tutela è stato solo enunciato nel Dpef 2007-2011 e 2008-2011, ma non affrontato concretamente. La crisi ha interrotto il lavoro preparatorio della Conferenza nazionale sulla biodiversità e non si è neanche avviato un lavoro concreto per la legge quadro sulla biodiversità e solo timidi passi iniziali per l’elaborazione del «Piano e strategia per la tutela della biodiversità» che l’Italia si era impegnata a realizzare in applicazione della Convenzione sulla biodiversità. Positivo il recente, importante (ma parziale) decreto del ministero dell’Ambiente sui “criteri minimi e uniformi” per la salvaguardia delle aree ricadenti nella Rete Natura 2000 che, finalmente, introduce misure valide in tutta Italia a tutela di specie ed habitat di interesse comunitario.
Protocollo di Kyoto. Il governo ha impostato e presentato alla Commissione Europea i «Piani di assegnazione delle quote di emissione», aspramente contestati dalla Commissione stessa (che tra l’altro non contenevano alcuna valutazione degli apporti di CO2 provenienti dai settori dei trasporti e civile) e ha avallato il perpetuarsi di norme, quali quelle sulle sovvenzioni CIP6 che sono però in contrasto con le disposizione e le leggi europee.
Direttiva Acque. La sua applicazione si è scontrata con la contraddittorietà e lacunosità delle diverse stesure della riforma del Codice dell’ambiente. Rimangono irrisolti i tanti e gravi problemi legati alla tutela delle acque, alla loro gestione “ecosostenibile”, agli inquinamenti, nonché le numerose procedure di infrazione europee.
Ecocrimini. L’affermazione di principi di legalità e contrasto alla criminalità ambientale ha visto un’interessante e qualificata elaborazione nella commissione Bicamerale sulla gestione del ciclo dei rifiuti e sulla attività illecite ad esso connesse. Anche il Consiglio dei ministri ha presentato un disegno di legge per l’inserimento dei delitti ambientali nel Codice penale, ma il tutto si è nuovamente arenato nella sabbie di Montecitorio.
Difesa del suolo. Nella Finanziaria 2008 sono stati destinati 200 milioni ai cosiddetti Piani strategici nazionali «per le finalità della difesa del suolo e della pianificazione di bacino nonché per la realizzazione degli interventi nelle aree a rischio idrogeologico», che rischiano di avallare storture dirigistiche.
Alpi. Ancora una volta è stata persa l’occasione per approvare i protocolli attuativi della Convenzione delle Alpi.

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