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Una legge subito

La commissione Affari costituzionali della Camera ha varato la bozza all’unanimità. Che adesso però deve trovare la copertura finanziaria. E superare l’opposizione di Visco

di Roberto Beccaria

In Francia la legge sull?associazionismo sta quasi per compiere un secolo: risale infatti esattamente al 1901. E adesso, oltralpe, stanno discutendo per rinnovarla e adeguarla ai tempi. In Italia invece una legge simile non l?abbiamo mai avuta ma ora finalmente, grazie anche alle insistenti pressioni del Terzo settore, il Parlamento s?è mosso. Infatti la bozza di legge sull?associazionismo, frutto della fusione di diverse proposte giunte da destra e da sinistra, è stata recentemente approvata all?unanimità dalla commissione Affari costituzionali della Camera.
Ma ci sono già due ostacoli da superare: l?iniziale copertura finanziaria della legge (dopo che i venti miliardi previsti per il Fondo per l?associazionismo sono stati ?dirottati? a favore delle associazioni degli ex combattenti) e le perplessità del ministro delle Finanze Vincenzo Visco sull?opportunità di agevolare fiscalmente le associazioni di volontariato. Due punti dolenti di una bozza di legge (e tale resterà fino alla discussione e all?approvazione in Aula) che contempla molte novità per tutte le associazioni.
Innanzitutto la bozza prevede (articolo 12) l?istituzione di un Osservatorio nazionale dell?associazionismo presso il Dipartimento per la Solidarietà sociale. Con il compito di ?osservare? il fenomeno volontariato in tutti i suoi aspetti: dalla promozione di studi sull?associazionismo in Italia e all?estero, alla pubblicazione di un Rapporto biennale sul fenomeno, all?organizzazione triennale di una Conferenza nazionale sull?associazionismo. Non poco per un Paese che spesso ha utilizzato il volontariato senza conoscerlo. Un compito di osservazione coadiuvato dall?Istat, chiamato direttamente in causa (articolo 13) per fornire all?Osservatorio la sua assistenza ed effettuare accurate rilevazioni statistiche sul fenomeno associazionismo.
L?Osservatorio, poi, eleggerà dieci membri che entreranno a far parte del Cnel (Consiglio nazionale dell?economia e del lavoro), scegliendoli tra i candidati proposti dalle associazioni sociali e dalle organizzazioni del volontariato maggiormente rappresentative (articolo 17). Come dire: quando si tratta di discutere le questioni economiche e occupazionali del Paese, l?associazionismo deve poter dire la sua.
Sfogliando poi gli altri articoli della bozza di legge, si trovano quei punti che hanno suscitato le già ricordate perplessità del ministro Visco. Innanzitutto viene stabilito che le associazioni potranno non essere più soggette alle imposte sugli spettacoli e sulla pubblicità (articolo 26 e 27): sarà così più facile organizzare le iniziative dal punto di vista economico. Inoltre le associazioni potranno godere di una riduzione del 50 per cento su tutte le tariffe postali (articolo 28), rendendo più abbordabile il mailing, tipico strumento usato dalle associazioni per farsi conoscere.
Ancora: la deducibilità delle donazioni alle associazioni potrà essere adeguata agli incrementi del costo della vita, e non sarà più ancorata a cifre fisse (articolo 29). E poi c?è il capitolo pubblicità (articolo 31): le associazioni avranno la possibilità di trasmettere gratuitamente per radio o in tv – che saranno obbligate a trasmetterli – messaggi di utilità sociale (una sorta di Pubblicità progresso) e saranno altresì agevolate le pubblicazioni periodiche delle associazioni e quant?altro serva alla comunicazione interna ed esterna (articolo 32).
Infine sono importanti anche gli ultimi due articoli. L?articolo 40 prevede l?istituzione di una Lotteria nazionale della solidarietà, che permetterà il finanziamento (articolo 41) della legge stessa, assicurando la sopravvivenza dell?Osservatorio nazionale dell?associazionismo.
Una buona bozza, insomma. Una bozza che, se votata come legge dal Parlamento senza particolari stravolgimenti, permetterà di censire finalmente il vastissimo mondo dell?associazionismo (si stima che siano circa 100 mila le associazioni italiane). E che porrà all?attenzione di tutto il Paese il servizio di pubblica utilità offerto da queste associazioni. Un servizio che sempre meno è prerogativa esclusiva dello Stato e sempre più vede protagonista il mondo del volontariato. ?

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