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Una legge del 31 spada di damocle per le famiglie

Prevede la possibilità di rivalsa delle spese sui parenti. La Campagna per la salute mentale ne ha chiesto l’abrogazione, di Antonella Costantino

di Redazione

Salute mentale e centralità della persona?. Parole e fatti. Questo il titolo di un convegno che ha portato il ministro della Salute, Livia Turco ad incontrare a Milano gli operatori della Campagna per la salute mentale, associazione che dal 1998 promuove informazione ed azioni affinché la salute mentale divenga emblema di un processo riformatore serio e siano pienamente realizzati gli interventi ed i servizi per la prevenzione, cura e riabilitazione dei sofferenti psichici.

Nel convegno sono state presentate buone prassi nella tutela della salute mentale dell?adulto già in atto in alcune realtà territoriali lombarde, in particolare grazie all?attivazione di tavoli tematici per la tutela della salute mentale nei Piani di Zona.

Poi è stata la volta delle questioni critiche. Le unità operative di psichiatria e di neuropsichiatria dell?infanzia e dell?adolescenza infatti non sembrano oggi essere in grado di rispondere adeguatamente alle esigenze di tutela delle persone con sofferenza mentale. Si lamenta, da un lato, una rilevante carenza di personale e, dall?altro, si nota la mancanza nel territorio di adeguate prassi di riabilitazione psico-sociale, in particolare in raccordo con gli enti locali. A ciò si aggiungono gli ingenti costi che i familiari degli ammalati psichici si trovano a dover sostenere alla luce di alcune interpretazioni della magistratura, che considerano ancora in vigore una vecchia legge del 1931 che prevede la possibilità di rivalsa delle spese di ricovero anche sui parenti e non solo sull?utente stesso.

Per questo c?è bisogno di un adeguamento del Fondo nazionale per le politiche sociali, ed in particolare della quota destinata alle persone non autosufficienti, per consentire la reale attivazione di prassi di riabilitazione psico-sociale territoriali; di promuovere un?iniziativa governativa per l?abrogazione della legge 1580/1931 per chiedere solo agli utenti l?eventuale concorso al costo dei servizi (e non anche ai parenti); di attivare una componente specifica per l?infanzia e l?adolescenza all?interno della Consulta nazionale della salute mentale che includa i diversi attori istituzionali e non istituzionali ed infine di giungere alla definizione di linee di indirizzo nazionali per l?organizzazione dei servizi di neuropsichiatria dell?infanzia e dell?adolescenza, che attualmente risultano estremamente disomogenei nelle diverse realtà italiane.

Livia Turco ha raccolto le sollecitazioni e si è impegnata a farle proprie e ad agire per la definizione dei Lea nell?ambito della salute mentale. Ha inoltre annunciato che in questi giorni hanno preso avvio a livello nazionale sia la nuova Consulta per la salute mentale, che i lavori seminariali preparatori alla seconda Conferenza nazionale che si terrà nel 2008.


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