Economia

Una guida agli interventi sociali

Da una parnership tra Istituto per la Ricerca Sociale, Fondazione Vodafone Italia e Fondazione Umana mente è nato «Attivare risorse nelle periferie». Ecco un nuovo modo di progettare gli interventi

di Lorenzo Alvaro

«Attivare risorse nelle periferie» questo il titolo e in un certo senso il proclama della guida pubblicata dall’Istituto per la Ricerca Sociale promossa da Fondazione Vodafone Italia e Fondazione Umana mente a cura di Paolo Cottino, urbanista e docente di Politiche Urbane e territoriali al politecnico di Milano. La guida che guarda «alla promozione di interventi nei quartieri difficili di alcune città italiane» è un progetto di ricerca che si pone come apripista per un nuovo modo di progettare interventi a scopo sociale nelle periferie cittadine il cui punto cardine sta nel cambio di prospettiva: non si parte più, nella realizzazione di una proposta, dai bisogni dell’ambiente bensì dalle risorse già presenti sul territorio. Il tutto riassunto da una frase di Francois Jullien pubblicata sulla guida per cui «l’efficacia è la capacità di esplorare le risorse della situazione, piuttosto che costruire un piuano che proietteremo su di essa».

Per capire meglio e addentrarci in questa nuova prospettiva abbiamo fatto qualche domanda al curatore.

Vita: Come nasce questo incontro di intenti tra Fondazione Vodafone Italia, Fondazione Umana mente e Irs (Istituto per la Ricerca Sociale)?
Paolo Cottino: Le due Fondazioni sono anni che cooperano nell’ambito e sul tema delle periferie. Come modalità hanno sempre usato il sistema dei bandi, promuovendo temi di vario genere, raccogliendo progettualità e premiandola concedendo finanziamenti ad hoc. Da qualche anno le fondazioni hanno cominciato a chiedersi se e come avere un ruolo più protagonista in questo raggio d’azione della rigenerazione urbana rivolta sopratutto alle periferie. Qui entra in gioco Irs che da anni si occupa di consulenza sia sul piano della ricerca che della progettazione, in particolare l’area Politiche Urbane. L’incontro è nato su un progetto comune e da lì è nata l’idea di supportare le Fondazioni in un percorso di innovazione nelle modalità di intervento.

Vita: E cosa vi siete prefissati. Qual era lo scopo?
Paolo Cottino: La richiesta di partenza era di una ricerca che servisse ad istruire il loro intervento all’interno di questa gamma di politiche. Abbiamo allora scelto un percorso che fosse a cavallo fra la ricerca, la progettazione vera e propria e la formazione degli operatori.

Vita: I progetti che vengono proposti nella guida sono nati con l’ottica della guida?
Paolo Cottino: No abbiamo preso in considerazione degli interventi che facevano fatica a produrre dei risultati. Abbiamo provato a recuperare questi interventi ricostruire le ragioni degli scarsi risultati e cercare di incrementarne l’efficacia integrandoli con le competenze e le risorse delle Fondazione. Il punto di partenza della ricerca è stata proprio quello dell’analisi dell’offerta già presente sul territorio. Questo è proprio il senso della ricerca e lo spirito del nostro metodo.

Vita: Ci può spiegare a cosa si riferisce quando parla di metodo? In cosa consiste la novità del vostro metodo?
Paolo Cottino: Noi partiamo dalle risorse inespresse o potenziali non valoirizzate, partiamo da quello che c’è già come spiega efficacemente la frase di Jullien. Il punto è che non ci interessa fare un piano che sia più il possibile inclusivo di tutti gli aspetti della situazione e delle esigenze bensì trovare il modo, di riconoscere nella realtà un modod per valorizzare il potenziale che già c’è.


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