Cultura

Una grande opera là dove nascono i bambini

Un’installazione di Jannis Kounellis nell’atrio della clinica Mangiagalli a Milano. Un’iniziativa di foundraising nata da tre semplici cittadini. Che servirà anche a finanziare un progetto di ricerca in campo pediatrico

di Giuseppe Frangi

Sono tre semplici cittadini. Si sono conosciuti nell’asilo dove portavano ogni mattina portavano i loro figli. Li accomuna una passione per l’arte e un desiderio di fare qualcosa che lasci il segno nella città in cui vivono, cioè Milano.

Così Anna Siccardi, Luca Bradamante e Licia Negri si sono inventati un percorso che li ha portati a far sì che oggi la clinica Mangiagalli «La fabbrica dei bambini di Milano», dice Anna Siccardi, possa aggiungere al suo patrimonio una grande installazione di uno degli artisti più importanti degli ultimi decenni, Jannis Kounellis, un protagonista dell’Arte povera.

La Mangiagalli fa parte della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, che già vanta uno straordinario patrimonio artistico, grazie a quella quadreria di ritratti che venivano fatti sin dalle origine, ai grandi donatori. L’opera consiste in una grande putrella fissata ad un’altezza di quattro metri da cui calano sette cavi di acciaio, come a formare un sipario, tema ricorrente nelle opere di Kounellis; a questi cavi sono legati circa 50 calchi in gesso di teste di iconografia classica, a esprimere l’inesorabile percorso dell’uomo nel tempo e la concreta utopia di una rinascita senza fine.

I calchi sono stati realizzati, sotto la supervisione di Kounellis, dagli studenti del biennio di scultura dell’Accademia di Belle Arti di Brera, coinvolta da all’Arte! in un progetto di formazione. «Tra queste mura, nel soccorrere, nell’assistere e nel curare si consacra l’immediata solidarietà» ha detto il critico Bruno Corà, commentando l’opera di Kounellis. «Ciò che tiene tra loro uniti i frammenti, dunque, è un legame più saldo d’ogni fune. Per lo sguardo di chi nel transito in questo luogo ponga mente alla forza dell’amore».

«Nessuno di noi è foundraiser» spiega Anna Siccardi. «ci siamo mossi sulla base di una passione e abbiamo puntato subito in alto, proponendo l’idea a Kounellis che l’ha accetta subito con entusiasmo. Oltretutto l’artista ha anche realizzato un’edizione di 100 esemplari in ferro di misura 30 × 20 × 10 cm, che riconducono al tema del sipario della grande installazione per la Mangiagalli e che sono stati messi in vendita a 1500 euro l’uno per sostenere un progetto di ricerca in campo pediatrico sugli “RNA regolatori nelle risposte immunitarie fisiologiche e patologiche del bambino” finanziato dalla Fondazione INGM».

I tre amici hanno per ora dato un nome al loro progetto, lo hanno chiamato All’Arte, senza ancora costituirsi in associazione. «Ma il successo di questa prima uscita ci ha convinto a continuare», spiega Anna Siccardi. «È davvero bello poter dare qualcosa di importante alla città in cui viviamo. E poi dimostra cosa si possa fare anche da semplici cittadini. Vista la collocazione dell’opera, possiamo tranquillamente dire che è stato un parto. Nove mesi di impegno, aspettative, slanci e timori. Beh, ha funzionato così bene che prima ancora della presentazione degli esemplari in edizione ne erano già andati a ruba la metà!»

Nella foto di copertina Bradamante, Siccardi, Kounellis e Negri

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