Politica
Una finanziaria buona ma dirigista
La manovra vista da Pierpaolo Baretta. Il segretario generale aggiunto della Cisl prova a dettare l'agenda per governo e parti sociali. Oltre i numeri della legge di bilancio
«Quant?è bravo Baretta». «Come ha detto giustamente Baretta». «Ottimo, Baretta». Convegno (specie di area cattolico-democratica) che vai, segretario generale aggiunto cislino Pierpaolo Baretta che trovi. Il numero due della Cisl – carattere mite, già pupillo dell?ex leader Pezzotta, oggi numero due della confederazione di via Po guidata da Raffaele Bonanni, inizi politici e sindacali nella sinistra cattolica, oggi riformista doc – più parla e più piace. Baretta, peraltro, da buon cattolico, è anche uno ?ecumenico?: è andato dai neo-pop della Margherita di Marini – Castagnetti – Fioroni – Franceschini come dai teo-dem di Bobba – Binetti – Carra. Ma anche dai Cristiano sociali (Ds) di Lucà. Insomma, è perfetto per il partito democratico che verrà, se verrà. La cosa non gli impedisce, però, di cantarle, al governo, quando serve. E oggi serve.
Vita: Finalmente avete firmato l?accordo sul Tfr. Soddisfatto?
Pierpaolo Baretta: Abbiamo rimesso in corsa un treno che rischiava seriamente di deragliare. La decisione iniziale del governo era sbagliata nel metodo e nel merito. Penalizzava la previdenza complementare, la cui partenza è invece ora stata anticipata al 2007, e distorceva la regola del silenzio-assenso per la parte del Tfr che i lavoratori lasciavano in azienda, il famoso ?inoptato?. Inoltre, i fondi pensionistici comuni, oggi all?11% in quanto a tassazione, rischiavano di vedersela alzare, fino anche al 20%, come le rendite finanziarie, si diceva. Insomma, si sarebbe trattato di un prelievo forzoso mettendo le mani direttamente nelle tasche dei lavoratori. Ora non è più così.
Vita: Chiuso un capitolo, se ne apre subito un altro. La riforma delle pensioni…
Baretta: Guardi, sul punto abbiamo firmato un memorandum chiaro, con il governo, e preso un impegno. Quello di cominciare a discuterne sul serio a partire dal 1° gennaio 2007, e peraltro con una data di scadenza precisa, il 31 marzo. Nel memorandum sono definiti tempi, modalità e contenuti per il confronto sulle pensioni. Ad esso ci vogliamo rigorosamente attenere. Ogni tentativo di accelerazione o, peggio, di dilatare nel tempo il confronto è in contrasto con lo spirito del memorandum. In ogni caso la contestuale partenza della previdenza complementare è buon segno.
Vita: Prodi però vuole partire subito. Montezemolo non ne parliamo… E anche i settori riformisti del centrosinistra suonano la carica.
Baretta: Il 1° gennaio non è lontanissimo, aspettiamo. Quanto a Confindustria, non mi faccia commentare. Mi sembra che abbia ottenuto abbastanza e stia tirando la corda. Certo è che il tempo della revisione del sistema contrattuale s?avvicina a grandi passi.
Vita: Le aliquote Irpef tanta pena stanno dando alla coalizione. E agli italiani?
Baretta: Chiariamo prima un punto. La riduzione del cuneo fiscale per la quota che riguarda i lavoratori agisce attraverso gli assegni familiari e le detrazioni mentre la rimodulazione delle aliquote riguarda tutti i cittadini. Il governo ha recuperato un elemento di progressività introducendo cinque aliquote ma ha modificato gli scaglioni: : fino a redditi per complessivi 25mila euro il vantaggio fiscale c?è, sopra sparisce. Ora se ne stanno rendendo conto e vogliono modificare i tetti e le detrazioni per la fascia che sta tra i 25 e i 30mila euro. è già qualcosa, ma non basta. Inoltre, non ci sono vantaggi veri per i cosiddetti ?incapienti?, cioè chi sta nella ?no tax area?. Infine, c?è poco per i pensionati. Incapienti e pensionati hanno diritto a protestare.
Vita: Veramente, anche i lavoratori autonomi ne escono con le ossa rotte, dalla manovra….
Baretta: Prima occorre distinguere tra i lavoratori autonomi che non pagano le tasse (gioiellieri, commercianti, eccetera), contro i quali la lotta all?evasione e all?elusione fiscale deve essere serrata, e tra lavoratori autonomi giovani e a cococo o cocopro. Per loro c?è l?aumento dei contributi, che salgono al 13%, poi bisogna pensare allo ?statuto dei lavori? e a nuovi ammortizzatori sociali. La Cisl li chiede da tempo.
Vita: Certo che tanto ?sociale? la Finanziaria non sembra… Senza parlare della norma del 5 per mille per il non profit, che per ora è rimasta fuori dalla manovra…
Baretta: Guardi, in quest?ultimo caso si tratta di una stupidaggine colossale e bene fanno le associazioni non profit e Vita a protestare. Il 5 per mille ha una sua profonda ragion d?essere, dal punto di vista culturale e sociale, e va assolutamente ripristinato. Per quanto riguarda il giudizio complessivo sulla Finanziaria direi che è di certo troppo dirigista. La definirei ?d?emergenza?. Bisogna solo capire se sarà la prima di tante o l?ultima. Nel primo caso il giudizio sarebbe negativo.
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