Famiglia
Una famiglia, tutti i colori: la nostra armatura contro il razzismo
Il fotografo newyorkese Tom Watson immortala la società multietnica, attraverso i volti, la carne e lo sguardo delle mamme adottive e dei loro figli, provenienti da tutto il mondo, in 65 scatti. La mostra "Una famiglia, tutti i colori" è promossa da Ciai e Mamme per la pelle. «Ho partecipato per testimoniare che le famiglie adottive spalancano le porte al cosiddetto ‘diverso’ senza alcun timore»
Non fatevi ingannare dai nostri volti sorridenti e divertiti – di madri, di figli – in queste bellissime fotografie che sono anche un omaggio alla maternità. Sarebbe bello poter dire che l’abbiamo fatto per uno slancio di vanità. Del resto quando ti ricapita che un fotografo come Tom Watson ti scatti un primo piano e lo esponga in una mostra.
Se così è stato, l’attimo di vanitas ha attraversato tutte noi per pochi secondi, mamme di figli nati con l’adozione. Con il sorriso e la tenacia che ci hanno portato a essere madri di bambini venuti al mondo da altre donne, abbiamo volentieri accettato l’invito di Gabriella Nobile, presidente di Mamme per la pelle, che insieme a CIAI promuove “Una famiglia, tutti i colori”. E lo fa come tappa di un percorso che porterà alla partecipazione alla manifestazione che si terrà a Milano il 2 marzo, “People. Prima le persone", contro ogni forma di razzismo, che ci vede anch’essa tra gli organizzatori insieme a tante altre realtà.
Questa è la nostra armatura contro il razzismo: è quella che indossa ogni madre per difendere i propri figli e accompagnarli in libertà nella vita
Francesca Mineo
Personalmente, ho partecipato a questa iniziativa prima di tutto per mio figlio, cinese di origine, forse anche per esorcizzare una paura che spesso assale tutte noi pensando ai nostri bambini e ragazzi, potenziali o reali vittime di atti, parole, gesti di razzismo. Per il colore della pelle, per il paese da cui provengono, per pregiudizi, stereotipi, ignoranza. Siamo ancora a questo punto? È sempre e solo una questione di forma degli occhi, di capelli lisci o crespi, di pigmento della pelle?
Poi l’ho fatto per testimoniare che le famiglie adottive spalancano le porte al cosiddetto ‘diverso’ senza alcun timore e se timore c’è stato a inizio percorso, è stato un bruscolino portato via dal vento e da molta introspezione, per scovare paure archetipe nascoste dentro di noi.
L’ho fatto perché non mi piace restare indifferente in un mondo in cui si demonizza l’altro – che è curiosità, opportunità, ricchezza, unicità, risorsa – e poi si vive di propaganda, a scapito del rispetto e dei diritti delle persone.
L’ho fatto perché mio figlio senta di non essere solo, oggi e soprattutto domani quando non sarà più il bambino con le guance da mordicchiare ma il giovane adulto che qualcuno guarderà con sospetto o peggio ancora. Già adesso deve sorbirsi domande idiote e riflessioni al limite della decenza da chi per strada gli chiede se “si ricorda dei suoi veri genitori” come se io peraltro fossi un cartonato; già oggi viene considerato, da alcuni, “straniero figlio di italiani” e se avesse 18 anni e la pelle scura, potrebbe anche ricevere sguardi allarmati da chi si stringe la borsa a sé sul tram.
Questa è la nostra armatura contro il razzismo: è quella che indossa ogni madre per difendere i propri figli e accompagnarli in libertà nella vita. È quella che indossano i nostri figli, bellissimi, diversi da noi (e meno male), forti contro la fragilità dell’ignoranza. E che vestiremo anche il 2 marzo.
L'evento. “Una famiglia, tutti i colori” raccoglie 65 ritratti firmati da Tom Watson che immortalano la società multietnica odierna attraverso i volti, la carne e lo sguardo delle mamme adottive e dei loro figli, provenienti da tutto il mondo. La mostra fotografica nasce da un'idea di Francesco Guerrera e dall'occhio fotografico del newyorkese Tom Watson prestato, per l'occasione, alla causa delle associazioni Mamme per la pelle e CIAI, promotrici dell’iniziativa. La mostra verrà inaugurata il 26 febbraio e sarà visitabile dal 27 febbraio al 5 marzo (tranne sabato e domenica), a ingresso libero, dalle 15 alle 19, presso “Acqua su Marte” (Milano, via Alessandria 3, zona Porta Genova). L'iniziativa è presentata alla vigilia di “People. Prima le persone” la mobilitazione nazionale promossa da Croce Rossa italiana, Mamme per la pelle, CIAI e altre 25 realtà che si svolgerà a Milano il prossimo 2 marzo.
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