Non profit

Una escort per Santoro

Oltre sette milioni di italiani seguono Annozero, i giornali raccontano e commentano

di Franco Bomprezzi

7 milioni 338 mila italiani sintonizzati ieri sera su Raidue per seguire la seconda puntata di Annozero, il programma condotto da Michele Santoro con la partecipazione straordinaria e annunciatissima di Patrizia D’Addario, la escort pugliese che ha confermato le notti a palazzo Grazioli con il premier Berlusconi. Oggi per i giornali è l’apertura quasi obbligata, ovviamente con toni e accenti assai diversi. Ecco la nostra scelta.

“Escort in tv, premier indignato”, spara in prima pagina il CORRIERE DELLA SERA. Al tema Aldo Grasso dedica un commento sotto il titolo “Il letto in studio”: «Santoro ha subito affilato le armi: ha fatto notare alcune contraddizioni del direttore del Tg1 Minzolini, ha mostrato uno spezzone della Bbc pieno di «complimenti» nei confronti di Berlusconi, ma l’attesa era tutta per Patrizia D’Addario. Il conduttore di Annozero ha intervistato escort e ragazze immagine: ma ha senso incentrare un dibattito politico su una notte di passione clandestina? Inutile negarlo, tutta l’attenzione era per lei, l’escort pugliese che ha raccontato le sue notti a Palazzo Grazioli. A Sumatra si è consumata un’ecatombe, ma è un Paese lontano e nulla pare così interessante come le sue dichiarazioni. Una dottrina consolidata del giornalismo sensazionalistico recita così: «Only bad news is good news» (solo la cattiva notizia è buona notizia). Santoro l’ha leggermente modificata: «Only bed news is good news» (solo le storie di letto sono buone notizie)». Il dietro le quinte è invece di Marco Galluzzo “Berlusconi davanti alla tv: «Operazione politica indegna»”. La posizione del premier è riferita dal direttore di Libero Maurizio Belpietro, che nel pomeriggio di ieri prima di andare ospite ad Annozero aveva incontrato Berlusconi a palazzo Grazioli: Berlusconi ha «manifestato le sue opinioni, che sono note: è indignato per le vicende di questi giorni compreso il caso Santoro con la puntata che ospita Patrizia D’Addario. È convinto che trasmissioni del servizio pubblico non debbano dare spazio a certi personaggi, che sia un’operazione politica. Io, da parte mia – conclude Belpietro – gli ho detto che credo che, al di là delle opinioni sulla trasmissione, non si dovesse fare nulla, non ci dovessero essere tentativi suoi o di altri di fermare la trasmissione».

E infatti “La puttanata di Annozero” è il titolo di apertura di LIBERO. Scrive Mario Sechi: «Letto su Repubblica, visto su Annozero. Impaginato da Ezio Mauro, montato da Michele Santoro. Stampato da De Benedetti, irradiato dalla Rai “controllata” da Berlusconi. Dopo la campagna estiva di carta, è arrivata quella autunnale in audio-video. E alla fine lo show del furbo Santoro c’è stato. Il Cavaliere nero non ha censurato un bel niente e la “puttanata” in diretta è andata in onda. Diciamolo subito, Santoro ripubblica Repubblica, la replica in tv. E lo fa bene, meglio del giornale-partito, perchè la trasmissione è a tesi, un trappolone mediatico costruito con perfidia catodica. La claque è come sempre fin troppo organizzata e descamisada (leggere per credere il pezzo di Francesco Borgonovo a pagina 2), ma la trasmissione non è monocorde e la tagliola scatterà pure, però si può dire che è scorretto tendere tranelli ed essere più convincenti del triangolo Santoro-Travaglio-D’Addario. Fin dalle prime battute si capisce che l’Aventino dei politici è un errore perchè la discussione tra Maurizio Belpietro, Norma Rangeri, Nicola Porro, Marco Travaglio, Maria Latella e lo stesso Santoro alla fine funziona e il pubblico si fa un’opinione libera e bella del fatto e del misfatto. Va in onda la celebrazione del santorismo, del suo giornalismo fazioso, cattivo, efficace. Dopo mezz’ora si collega da New York Carl Bernstein, autore dello scoop che costò il posto al presidente americano Richard Nixon. Così arriviamo al Watergate alla puttanesca e si passa dal sesso orale nello studio ovale, da Bill e Monica a Silvio e Noemi, Silvio e Patrizia». E sulla D’Addario aggiunge: «Non è andata in video per diventare un’attrice (è andata al Lido, appunto) o per fare televisione (è in tv, appunto), lei aveva il progetto (edilizio), il piano (premeditato) e il registratore (acceso). «Non ero l’unica escort a Palazzo Grazioli», dice, angelica. Passo dopo passo giunge la «rivelazione»: «Berlusconi sapeva che ero un’escort». Bum. Sul finale Santoro assesta il colpo basso. Senza controprova nè replica del Cavaliere. Alla domanda di Belpietro «che lavoro fa? come vive?» Patty gela, svicola, s’infuria, ma non risponde. Silenzio. Domanda capitale».

LA REPUBBLICA apre con “Giornata di fuoco per la Rai”: voci di sospensione  di Anno zero nel pomeriggio, poi un parere di 8 pagine (non vincolanti) e infine la messa in onda con l’intervista a Patrizia D’Addario e ancora la “contro-programmazione” di Vespa che fa un Porta a porta contro Santoro (dopo essersi incontrato con Berlusconi e Belpietro nel pomeriggio). Quanto alla puntata “incriminata” riferisce Carmelo Lopapa: «“Berlusconi sapeva che ero una escort” la verità della D’Addario ad Annozero». «E non ero l’unica quella sera e la sera precedente», precisa Patrizia alla sua prima volta in una tv italiana. E via continuando: il palazzo del premier come un harem, l’ipotesi della candidatura alle europee (saltata per l’intervento dell’ex moglie di Berlusconi contro le veline in politica). In trasmissione anche – via satellite – Carl Bernstein, Pulitzer per l’inchiesta Watergate. Il Pdl che ha disertato Santoro, va da Vespa: in studio La Russa e Romani. In difesa del premier. Da parte sua furioso. «Uno scandalo che il servizio pubblico faccia tutto questo. È una operazione contro di me. La Rai non può invitare una signora che chiaramente voleva ricattare il presidente del Consiglio» ha detto ai suoi. Ne riferiscono Francesco Bei e Goffredo De Marchis nel loro retroscena (che spiega anche la procedura di accerchiamento tentata dai vertici Rai nei confronti di Santoro). Accanto all’editoriale firmato da Roberto Saviano (“Cosa vuol dire libertà di stampa”), un commento è affidato a Curzio Maltese: “E a Porta a porta va in onda il processo ad Annozero”. Certi personaggi non devono andare in video, scrive, al massimo si può pensare di candidarli alle elezioni. «Sembra una canzone di Fabrizio De Andrè, questa storia della prostituta cercata di notte e ripudiata alla luce dei riflettori». Santoro da un lato, Vespa dall’altro che organizza la sua “contro-informazione” (concordandola con il premier). «Per avere un’idea di come funzioni una democrazia, vale la pensa di ricordare che nel 1999, mentre Bill Clinton era nel pieno del secondo mandato alla Casa Bianca, Monica Lewinski fu intervistata per due ore dalla Abc e vista da cento milioni di americani. Senza che né Clinton né un solo esponente politico democratico si sognasse di protestare».

“Santoro sbugiardato in diretta” è la replica a distanza nel titolo d’apertura de IL GIORNALE dei Berlusconi. L’editorialista Alessandro Sallusti sottolinea come il collegamento con Carl Bernstein, premio Pulitzer per lo scandalo Watergate e icona del giornalismo libero nonchè piatto forte della trasmissione, abbia smontato l’impalcatura accusatoria costruita dal conduttore di Annozero. Bernstein infatti ha  sostenuto che non c’è pericolo per la libertà d’informazione in Italia e che la privacy di un politico esiste e deve essere rispettata. Chicca Olivetti firma “Io donna di sinistra disgustata dalla tv di sinistra” in cui attacca Santoro per il suo continuare dare spazio alla querelle delle escort ignorando il caso dei rifiuti che  si inabissiamo insieme alle navi nel Mediterraneo o ancora l’approvazione della scudo fiscale. Fino all’affondo più pesante, «umiliante è l’uso che ha fatto Santoro della D’Addario: carne in mostra per alzare l’audience». Mentre Berlusconi dice di essere indignato non tanto per «gli attacchi triti e ritriti quanto per l’uso scorretto della Rai», Stefano Filippi nel suo “Escort e Gossip: non scatta la porno trappola di Santoro” sottolinea come il vero caso da indagare è quello di corruzione e tangenti della sanità regionale pugliese targata centrosinistra.
 
 IL MANIFESTO dedica la prima a Berlusconi, o meglio alla sua maschera con la foto di una maschera carnevalesca che lo ritrae e il titolo “Lo scosso”. «Il fantasma di una escort fa saltare i nervi al sistema Berlusconi. Per la prima volta Patrizia D’Addario racconta in diretta gli incontri con il premier. E scoppia il caos: Annozero rischia fino all’ultimo di saltare,  il Cavaliere convoca Vespa e Belpietro, il viceministro Romani viene spedito a Porta a Porta per la controffensiva, mentre Cicchitto stila la lista delle trasmissioni nemiche, da Annozero all’Infedele… Insomma un delirio. E domani a Roma giornalisti in piazza» è il sintetico sommario ai servizi di pagina due e tre dedicati al tema. Sempre ad Annozero è dedicato anche il commento, che prende il via in prima, di Micaela Bongi dal titolo “Il palazzo trema” «Ben al di là di una “banale ingerenza governativa, ben oltre le storie di ordinaria censura (…) La giornata che precede la messa in onda della puntata di Annozero con ospite Patrizia D’Addario dà il segno di un impazzimento (…) La possibilità che si materializzi il fantasma della “escort di Bari”, l’impossibilità di relegarlo nella fiction e nella leggenda, terrorizza il premier più di una sentenza Mills, più di un lodo Alfano, più di un ammutinamento di Gianfranco Fini e delle sue truppe (…) Ma in pieno delirio, Sua emittenza non sembra azzeccarne una. (…) E l’opposizione parlamentare alza la voce, ma non troppo. Si protesta certo, contro la lista stilata da Fabrizio Cicchitto. Ma di fronte al cosiddetto “Papigate” anche il centrosinistra fa ancora molta fatica a orientarsi».
 
Il SOLE24ORE sceglie di concentrarsi, più che sulla cronaca della trasmissione, sulle polemiche che l’hanno accompagnata. Il pezzo-pastone infatti dà voce alle posizioni della Rai, i cui avvocati hanno avuto dubbi fino all’ultimo sulla presenza della D’Addario in tv, e dei politici dei due schieramenti, con la lettera di Cicchitto al presidente Masi e Pancho Pardi dell’Idv che lancia accuse di «liste di proscrizione». Di spalla, parla il direttore uscente del Tg3 Antonio Di Bella sulla nomina di Bianca Berlinguer al suo posto: «Sono contento di questi otto anni», dice l’ex direttore, «lascio un tg equilibrato». Vabbe’.

Patrizia D’Addario è intervenuta in collegamento da Bari senza ricevere alcun compenso. Questa notizia è approfondita nella prima parte dell’articolo  “D’Addario, è questione di protesi” su ITALIA OGGI. Il pezzo fa la cronaca del processo decisionale di ieri che ha portato Santoro e la dirigenza della Rai a trovare un accordo legale last minute sull’apparizione di Patrizia D’Addario ad Annozero. Scrive ITALIA OGGI: «Da quando sul caso Marta Russo ci furono problemi nessun indagato può ricevere un cachet per apparire in Rai. E la escort barese ha partecipato nel doppio ruolo di testimone chiave in un procedimento penale e prima imputata in un altro procedimento». L’articolo prosegue poi con una sobria cronaca della puntata di ieri con un focus sulla prima parte della trasmissione dedicata all’inchiesta pugliese sulla sanità, mettendo in luce l’incongruenza dell’utilizzo di protesi sanitarie in Puglia rispetto alla altre regioni italiane. Originale il  pezzo scritto da Diego Gabutti “L’escort barese ha oscurato persino Di Pietro” sulle dinamiche del rapporto tra media e politici innescate dall’infatuazione dei media nei confronti della D’Addario. Gabutti fa notare, in modo ironico, che da quando la D’Addario occupa rilevanti spazi sui media, Tonino Di Pietro «sia scomparso come una diva del muto. Pareva sul punto di mangiarsi l’opposizione in due bocconi e ora lo riconoscono a malapena per strada». Ma oltre  Di Pietro, la D’Addario ha oscurato la visibilità anche a Pierferdinando Casini, che Gabutti definisce «il bellissimo Cecè del Grande Centro, il vendicatore mascherato della centralità cattolica». Sale invece la visibilità di Vittorio Feltri e di Gianfranco Fini, il quale «da quando è diventato un “oppositore” del governo il suo gradimento ( anzi, il suo share) è cresciuto più dell’ego di Renato Brunetta e il suo nome, un tempo vituperato, viene ricordato nelle preghiere dei buoni, Serena Dandini compresa».

Un piccolo articolo a pagina 11, su AVVENIRE, che sottolinea la dimensione di gossip della puntata di ieri di “Annozero”. L’attesa star della serata intervenuta «a titolo gratuito» per confermare quanto già si sapeva più l’unica affermazione inedita che «Berlusconi sapeva che ero una escort». Il commento di AVVENIRE è su questo: «La tv, finalmente. Anche gratis va bene. Patrizia D’Addario è riuscita ad arrivarci».

“D’Addario: il premier sapeva che sono escort”. Il titolo sulla trasmissione Annozero va in prima pagina su LA STAMPA, anche se il titolo principale è sulle banche e l’intervento di Draghi. Oltre alla cronaca sulle tensioni in Rai, LA STAMPA pubblica un’intervista a Linda Lanzillotta e le indiscrezioni sulla prossima puntata, dedicata a mafia e politica con una probabile presenza in studio di Massimo Ciancimino, figlio idi Vito, il sindaco di Palermo condannato per mafia e morto nel 2002. “Dopo tante settimane occupiamoci di altro” è il titolo dell’intervista alla deputata Pd Lanzillotta, la quale, dopo aver espresso stima nei confronti di Santoro dice: «Non mi sembra che le escort siano un tema centrale per l’Italia. C’è l’economia, il clima, la finanza: gli italiani vivono di questo non di gossip».  «Eppure la sensazione è che sia l’unico tema usato dall’opposizione in questi mesi» ribatte la giornalista de LA STAMPA. Lanzillotta risponde all’intervista da Madrid, dove sta partecipando, spiega, a un «incontro dei più importanti think tank progressisti di tutto il mondo». «Se non partiamo da qui» dice la deputata Pd «e cioè da cosa fare in quanto progressisti, non basterà una Patrizia D’Addario a salvarci».

 

E inoltre sui giornali di oggi:

SUMATRA
LA REPUBBLICA – Le vittime salgono a 1100 (ma ancora siamo lontani dal numero definitivo). Avanzano faticosamente i lavori di scavo e di ricerca. Molte parti abitate sono ancora irraggiungibili e il lavoro dei volontari è reso difficilissimo dalle piogge monsoniche incessanti. Il presidente indonesiano ha chiesto l’aiuto della comunità internazionale. Malesia, Australia, Singapore e Stati Uniti sono stati i primi a rispondere. Gli esperti avvertono: il peggio deve ancora venire…

AVVENIRE – L’apertura è sulle catastrofi delle isole Samoa e di Sumatra. In particolare in Indonesia, a Padang, il vescovo Situmorang parla di «un’ecatombe peggiore del 2004». Secondo Matteo Amigoni, responsabile Caritas italiana in Indonesia, due ospedali su tre sono stati danneggiati, la sanità al momento è la prima emergenza. Per la prima volta il presidente Yudhoyono ha chiesto aiuto alla comunità internazionale. Ma qualcuno già accusa: le case costruite dopo lo tsunami del 2004 non hanno retto.

LA STAMPA – “Sumatra, i morti sono più di mille”. Nell’isola a sud della Malesia le vittime del terremoto si contano a migliaia. «Almeno 1100» quelli accertati secondo l’Onu, più 2400 feriti e un numero non precisato di persone sotto le macerie. La città non aveva preparato un piano di emergenza dopo il disastro del 2004 e, 24 ore fa, il sisma di magnitudo 7,6 ha colpito ancora un isola senza difese.

FRANCESCANI 
CORRIERE DELLA SERA – Aldo Cazzullo intervista il nuovo responsabile del sacro convento di Assisi: “Il custode dei francescani: ora basta. Noi non siamo frati comunisti”. Dice padre Giuseppe Piemontese: «Non tirateci per il saio da una parte o dall’altra. Noi francescani accogliamo tutti…all’inizio però gli ospiti prevalenti erano politici della sinistra. Questo ha fatto parlare di frati comunisti. Ebbene: non è così. Non abbiamo un colore politico. Non guardiamo alle tessere, ma al cuore degli uomini. Lo stesso vale per la marcia della pace: se ne era appropriato un movimento che camminava a senso unico; ma ora la marcia ha un carattere diverso, alla presenza del vescovo, con un messaggio del papa».

TESTAMENTO BIOLOGICO
SOLE24ORE – “Duello” di firme oggi in prima pagina del SOLE sul testamento biologico. Scendono in campo Riccardo Chiaberge (“No al sondino di Stato”) e Davide Rondoni (“Quando si muore non si muore soli”). Per Chiaberge la vita non appartiene al Parlamento e i parlamentari invece rischiano di passare sopra le teste dei cittadini con le loro decisioni sul fine vita. Per Chiaberge, che cita il cardinale Martini che sempre sul SOLE prese posizione contro l’accanimento terapeutico, si deve puntare a una «alleanza terapeutica» tra medico e paziente e rendere il testamento modificabile in qualsiasi momento. «E il sondino di Stato, per favore, quello no». Rondoni invece punta a un’analisi del momento supremo, quando immagina che chi muore non sia solo, e quindi non debba per forza delegare la propria volontà «blindandola» dentro il testamento biologico ma possa contare su «una serie di relazioni» che lo accompagnino a decidere cosa è meglio, se essere nutrito o no, se le cure sono inutili o no. «Questa legge che si sta discutendo è l’immagine di una società di uomini soli», scrive Rondoni, «che hanno ansia di autodeterminarsi di fronte al potere dello stato… perché non c’è più nessuno di cui fidarsi». E conclude: «Una legge che nasce da un’idea di cattiva solitudine e che la favorisce non sarà mai che una legge cattiva».

CANONE RAI
IL GIORNALE – Continua la campagna “No canone” lanciata dal quotidiano milanese contro la cosiddetta «Tassa Santoro», contro cioè l’utilizzo fazioso della televisione pubblica. Le firme di adesione hanno toccato quota 14 mila. Oltre alla pagina in cui sono pubblicate le lettere di adesione c’è un divertente articolo di Stefano Lorenzetto “La mia odissea per disdire il canone” in cui il giornalista riporta la cronaca di tutte le difficoltà incontrate nel cercare di essere esentato nel pagamento della televisione pubblica.

INQUINAMENTO

IL MANIFESTO – Sulla questione delle navi dei veleni IL MANIFESTO rileva che «17 giorni dopo il ritrovamento, nulla è stato fatto per recuperare e analizzare il relitto della Cunski, sepolta nel mare della Calabria. Wwf e Regione attaccano l’esecutivo» Nell’intervista Walter Veltroni si dichiara convinto che «dietro questa storia ci sino le vere ragioni dell’assassinio di Ilaria Alpi e Milan Hrovatin», mentre quanto sta succedendo viene definita la “Seveso mediterranea”. Nell’articolo di spalla all’intervista si legge: «Sembra un segreto di stato, che però nessuno ha ufficialmente imposto. Il silenzio del governo, del ministero dell’ambiente, del sottosegretario con delega alla protezione civile Guido Bertolaso e, non ultimo, del premier Silvio Berlusconi sulle navi dei veleni preoccupa. Puzza, sarebbe il caso di dire, visto l’argomento. È un silenzio che rischia di far riaffondare quel pezzo di verità apparsa sugli schermi del robot mandato al largo di Cetraro da quella coppia di calabresi ostinati, il procuratore Bruno Giordano e l’assessore Silvestro Greco (…)». A questo punto l’assessore «ha dato tempo al governo fino alla fine di questa settimana, prima di recarsi al Parlamento europeo per chiedere un intervento diretto. Di scuse, ora, il governo Berlusconi ne ha poche (…)»

IRAN/ITALIA

LA STAMPA – “Un’azienda italiana collabora con il regime”.  AnsaldoBreda è nel mirino di un’associazione americana schierata contro i piani nucleari dell’Iran. Il caso è scoppiato negli Usa dopo che l’azienda del gruppo di Finmeccanica ha vinto un appalto da 300 milioni di dollari per la realizzazione di cento carrozze della metro di Los Angeles. “United agaist nuclear Iran” un’associazione non profit presieduta da Marc D. Wallace, già ambasciatore americano all’Onu e numero due della campagna Bush-Cheney del 2004, ha chiesto chiarimenti. L’AnsaldoBreda è inserita nella lista nera compilata dall’Uani dove sono inseriti i nomi di 130 aziende che conducono affari in Iran. Ma scrive LA STAMPA «fonti industriali escludono ogni coinvolgimento dell’azienda con l’Iran, non escludendo che dietro le richieste di chiarimento si celi un’operazione di lobbyng da parte di alcuni concorrenti tagliati fuori». Ma anche un’altra società italiana è nel mirino: la Siemens. Secondo il Wall Strett Journal non solo avrebbe affari in Iran, ma fornirebbe al regime la tecnologia necessaria a spiare i propri cittadini, in particolare attraverso internet.

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