Cultura

Una coppia, due mondi. Guida al matrimonio misto

Un fenomeno del nostro tempo letto e capito attraverso quattro libri / Ancora poco o nulla si conosce di queste nuove realtà familiari - di Barbara Ghiringhelli -

di Redazione

Bi-nazionali, interreligiosi, interconfessionali, interetnici, interrazziali: ecco i nuovi matrimoni all?italiana. Da alcuni considerati di ?serie B?, scelte di interesse o di rimedio, scelte di devianza o solidali, oppure pura seduzione del ?diverso?. Da altri invece letti come testimonianze della nuova società multietnica e della possibile convivenza tra tradizioni, culture, religioni diverse: perfino unioni costruttrici di pace.
In quasi dieci anni di coordinamento di un consultorio per famiglie interetniche e in 13 anni di studio e ricerca della realtà coniugale e familiare mista (bi-nazionale, interreligiosa, interetnica?) tante sono le dichiarazioni, i divieti, le concessioni e le eccezioni incontrate a livello familiare, sociale e giuridico di fronte a scelte matrimoniali miste. Chi come me si occupa di coppie e famiglie miste vede recuperata in questi matrimoni la dimensione di ?fatto sociale totale? dell?unione tra due persone, spesso invece relegata ad affare privato e impresa personale. Qualche studioso l?ha anche detto: «La coppia mista non ha diritto all?indifferenza». Cosa che a pelle ci sembra bella, ma che in realtà in questo caso cela un interesse che troppo spesso si esaurisce nelle reazioni che esse suscitano per il loro essere ?strane?, ?esotiche?? Il risultato è che oggi poco o nulla si conosce sulla realtà familiare mista che vive nel nostro paese, delle sue specificità e caratteristiche: e ancor meno ci si interagisce.
Eppure dovrebbe interessare un po? di più occuparsi di quella relazione che viene definita da psicologi, antropologi, sociologi come «vero laboratorio interculturale, in quanto il confronto con ?l?altro? non è teorico, bensì reale e quotidiano». Voglio raccontare due storie.
Simona è biologa, sposata con un ingegnere marocchino incontrato in Francia. «Ero arrivata al mare da un giorno con Nadia e Omar», racconta lei, «e una signora si è avvicinata per fare loro i complimenti. ?Piccolina?, ha detto a Nadia, «sei già stata al mare coi nonni? Guarda che bella abbronzatura: sembri una marocchina!?. Non sai come mi guardava Nadia! Certo la signora non contemplava neanche lontanamente il fatto che Nadia potesse avere un papà del Marocco!»
Un?assistente sociale, invece, mi ha scritto in una mail: «Avrei bisogno di una consulenza per una situazione riguardante un nucleo italo/egiziano. Non sono sposati, lei è al quarto mese di gravidanza, il papà è italiano ma l?ha lasciata e non vuole riconosce il bambino. Noi abbiamo in carico la signora che si è rivolta a noi chiedendo di essere aiutata perché vuole assolutamente che lui riconosca il bambino. Ma noi siamo disorientate. Lui l?ha picchiata, ha fatto perdere le sue tracce? non capiamo perché lei si ostini a volere che lui riconosca il bambino». Partiamo da qui: l?Egitto non riconosce i figli nati da donne egiziane non sposate e i figli senza padre. Quindi questo bambino non può essere egiziano! Questa donna si trova in una situazione molto grave nei confronti della sua famiglia, della sua comunità, del suo paese. Se però noi non siamo a conoscenza di ciò, quanto ci sarà difficile comprendere l?atteggiamento di quella donna! E quanto giudicheremo e interverremo in maniera scorretta!
E allora? c?è da interrogarsi e da attrezzarsi! Il pericolo altrimenti è di ritrovarsi davanti al cane che si morde la coda: una coppia e una famiglia che trovino scherno nei confronti della sua apertura al sociale o un deficit di competenza nei confronti della sua richiesta di aiuto conoscerà certamente un cammino più tortuoso, che forse – visto le molte risorse da spendere, non solo per gli equilibri intrafamiliari ma anche per quelli esterni – porterà al fallimento della coppia. Questo evento, così, a livello sociale andrà ad alimentare il pregiudizio del necessario fallimento di queste unioni.
Io non sono certo tra coloro che, sempre con pregiudizio, vedono queste unioni come un idillio. Dico però che il sostegno alla coppia e alla genitorialità e la tutela dei minori sono un diritto per tutti, anche per queste coppie.
Due cose in chiusura vorrei dire. Una direttamente alle coppie: la mia esperienza mi porta a dire che la conoscenza del mondo dell?altro – in termini di tradizioni, usi, costumi, leggi, religione, modalità comunicative – aiuta la coppia nel suo cammino. Conoscere significa accogliere l?altro nella sua pienezza, aiuta a non perdere la propria identità, a sviluppare una maggiore competenza nel prendere le decisioni e nel gestire i conflitti, a sviluppare relazioni soddisfacenti con le rispettive famiglie d?origine, a rispondere alle comunità, a mantenere una genitorialità condivisa anche se non si è più coppia.
E una agli operatori di servizi alla persona e per la famiglia: anche se banalizzata, sottovalutata, annullata e quindi non gestita dalla coppia, la differenza prima o poi si manifesta. Tante volte ho visto quanto la diversità culturale, religiosa e di ordinamento giuridico può incidere nella vita quotidiana di queste coppie, indipendentemente dalla loro consapevolezza a riguardo. Gli operatori però ne devono essere consapevoli!
Tante sono quindi le indicazioni che portano a riconoscere la necessità di un maggior studio di tali matrimoni (è stato scritto veramente poco, e quel poco soprattutto sulla coppia italo-nordafricana o islamo-cristiana), ma anche la necessità di progettare politiche e implementare servizi e azioni (sociali, legislative, pastorali) capaci di rispondere alle specificità di tali famiglie. Bisogna partire innanzitutto da interventi di formazione, informazione e sensibilizzazione sulle nuove famiglie e sul lavoro che è possibile attivare per loro, ma anche per le professionalità e i servizi che vi entrano in contatto.
Un?ultima cosa la dico a noi, in quanto ?società?, italiani e stranieri: trattando gli altri con dignità si guadagna il rispetto di se stessi. La diversità va riconosciuta per la sua differenza, e non connotata di inferiorità perché ha caratteri non uguali all?identità di chi l?osserva. Si può fare: «Quando ci siamo sposati, cercammo di far chiarezza sulle difficoltà che avremmo dovuto affrontare. Oggi possiamo dire che ogni elemento di fatica, affrontato insieme, con piena coscienza, ha una contropartita in termini di gioia e dono reciproco» (Cheik e Sara, Senegal/Italia).

Uno sguardo sul fenomeno
Capire le motivazioni per curare il legame

Il volume risponde a un interrogativo: quali sono le dinamiche e le fatiche che caratterizzano l?incontro tra culture diverse? Gli autori – due psicologi, professori universitari – rispondono in termini di scenari possibili, basandosi sulla letteratura internazionale in tema di famiglia immigrata e mista. L?incontro tra culture è trattato da una prospettiva relazionale, ponendo l?attenzione al familiare che, come ben specificano gli autori, è il «luogo per eccellenza delle differenze e della necessità di trattarle». La parte del volume dedicata alla coppia mista focalizza l?attenzione sulle motivazioni che stanno alla base della scelta di un partner che appartiene a un mondo ?altro?, nonché le sfide e i compiti che questa scelta comporta sul versante interpersonale e sociale perché «chi intraprende una relazione affettiva interculturale affronta un viaggio che lo può portare verso luoghi che presentano diverse possibilità di abitabilità». Gli autori si addentrano poi nell?analisi del percorso della coppia, soffermandosi sulle caratteristiche specifiche della cura del legame che le coppie miste sono chiamate a realizzare sul versante dei rapporti intra e intergenerazionali, affrontando il legame con i genitori, i figli, la comunità sociale. Un volume utile a tutti coloro che sono interessati ad approfondire in termini teorici questi legami per meglio leggere e comprendere questi percorsi individuali, di coppia e familiari.

Approfondimento giuridico
Unioni islamo-cristiane glossa per glossa

U n preziosissimo contributo di approfondimento, chiarificazione e orientamento su un tema di grande attualità. Il tema dei matrimoni misti – tra persone battezzate ma di confessioni diverse – e dei matrimoni dispari – tra un battezzato e un non battezzato -, in un?Italia non più monoreligiosa conosce oggi maggiore attenzione. L?interesse, e la diversità di approcci che suscitano, è più evidente nei confronti delle unioni islamo-cristiane, ove l?attenzione «va assumendo una sfumatura di apprensione» dovuta ai risvolti che tali unioni hanno nei confronti delle comunità religiose e nazionali di cui gli sposi sono membri.
Il volume nasce come raccolta degli atti del XXXIII congresso dell?Associazione canonistica italiana, e grazie all?ampia documentazione allegata fornisce il quadro nella sua complessità: dal diritto canonico alla pastorale di accoglienza, dall?accompagnamento della coppia al tema dell?amore nell?Islam e nel Cristianesimo. La ricchezza di questo volume è data anche dalla minuziosa bibliografia. Sfogliandola si può risalire ai principali documenti e pubblicazioni sui temi approfonditi dalle relazioni. Proprio la minuziosità del testo lo rende un?unica e importante base di studio per approfondire il tema dal punto di vista religioso, ma anche giuridico e socio-antropologico.

A proposito dei ?terzi incomodi?
La questione dei figli. Che status hanno

È una ricerca dottrinaria, giurisprudenziale e normativa che intende offrire una visione dello stato del figlio nell?attuale ordinamento italiano e in molti altri ordinamenti stranieri dell?Est europeo, dell?America Latina, dell?Africa e dell?Asia, affrontando il problema della loro compatibilità con il nostro ordinamento. Si tratta di un volume unico nel suo genere, capace di arricchire anche in termini di valori chi con pazienza e costanza si dedicherà alla lettura. Come dice l?autore: «In tutte le normative passate in rassegna nello studio si è molto attenti alla dignità del figlio, anche se questa dignità, specie per i paesi africani e asiatici, non viene proposta seguendo pedissequamente il nostro mondo occidentale, attese le diversità culturali proprie. è tempo di ?inculturare?il nostro diritto, non disdegnando la ?positività?, alla luce dei diritti umani fondamentali – e solo di essi, peraltro recepiti ampiamente nella nostra Costituzione – degli ?ordinamenti altri?».

Il vademecum operativo
A Domanda, risposta. Ad uso degli operatori

Per interagire con altre culture familiari è necessario disporre di competenze interpretative specifiche. Questo vale sia per chi è direttamente coinvolto in situazioni familiari bi-nazionali (partner, figli, famiglie di origine), sia per chi svolge un compito di affiancamento (assistenti sociali, psicologi, giudici, insegnanti, volontari). Questo libro fornisce spunti di riflessione a livello culturale e sociologico e informazioni sulla legislazione italiana (con attenzione ai matrimoni bi-nazionali), per poi concentrarsi su una particolare famiglia, quella che nasce da una coppia italo-nordafricana. Di questa si delinea nel dettaglio l?accettazione/divieto a livello religioso e la normativa che disciplina la famiglia in Egitto, Marocco e Tunisia. L?ultima parte affronta la sottrazione internazionale di minori, il ?rapimento del figlio da parte di uno dei due genitori?, timore che nasce nel momento di crisi della coppia bi-nazionale. Si possono così trovare le risposte rispetto alla validità delle celebrazioni matrimoniali miste, alle condizioni per il riconoscimento dei figli in entrambi i paesi dei partner, alla possibilità di vedersi affidati – in Italia o nel paese del coniuge straniero – i figli in caso di separazione o morte dell?altro genitore, alla possibilità di ereditare tra coniugi se si appartiene a paesi diversi. In più, indirizzi utili.

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