Economia
Una coop, anzi una gigacoop
È la più grande d'Europa. Nata nei paesi Baschi nel 1956, oggi occupa 50mila persone e fattura sette miliardi di euro. Intervista al segretario generale
di Paolo Manzo
La cooperativa più grande del Vecchio continente. Un vero colosso nel suo genere societario. Mondragón è il quinto gruppo, per fatturato, di tutta la penisola iberica. Per avere una visione chiara di come funzioni la Corporación Cooperativa Mondragón, abbiamo scelto un interlocutore privilegiato, il segretario generale Adrián Zelaya, l’anima pensante del gruppo.
Vita: Quali sono i progetti futuri della più grande coop d’Europa?
Adrián Zelaya: Gli obiettivi sono molti. In tutto siamo presenti massicciamente in una quarantina di settori. Per cui, dal punto di vista di strategia d’impresa, abbiamo in realtà quaranta strategie complementari. Globalmente ci sono una serie di tematiche istituzionali su cui puntiamo molto nel breve termine: rafforzare il nostro posizionamento internazionale, consolidare all’interno la produttività della cooperativa, potenziare i meccanismi di formazione della nostra università. In Europa vogliamo muoverci di più, soprattutto dal punto di vista istituzionale, per rafforzare relazioni strutturate con gli organi della comunità europea. Anche per questo siamo entrati in contatto con Cgm: uniti si è più forti.
Vita: Che impressione avete avuto di Cgm?
Zelaya: Portiamo avanti attività molto diverse ma abbiamo problemi istituzionali molto simili, soprattutto in materia di cooperazione. Inoltre, siamo entrambi gruppi strutturati in modo complesso. Di Cgm mi è parsa straordinaria la capacità e la passione al lavoro delle persone. Gente motivata davvero in modo straordinario. In tutte le cooperative di Cgm ci siamo trovati davanti a un’allegria e a una voglia di lavorar e impressionanti. E questo è un must per qualsiasi impresa cooperativa.
Vita: Voi siete presenti all’estero in molte località, quali i problemi maggiori?
Zelaya:La nostra vocazione è chiaramente quella della cooperativa, però l’implementazione di questa forma societaria all’estero non sempre è facile. Ci sono molti problemi: in primis l’installazione delle attività. Il nostro radicamento all’esterno è ancora assai recente per poter dire dove siamo già forti dal punto di vista imprenditoriale. Sussistono poi spesso problemi legali, di configurazione organizzativa con lo Stato ospitante. Non è facile la cooperazione organica tra Stato e cooperative, né vincolarle a un progetto comune d’impresa in una forma stabile.
Vita: C’è chi afferma che siete un po’ carenti in tema di cooperazione sociale. Intendete potenziare questo settore?
Zelaya: La nostra è un’impresa cooperativa ma è difficile prevedere se la cooperazione sociale aumenterà o meno. Stiamo analizzando tutta una serie di settori di possibile sviluppo futuro. Però il ruolo che può avere Mcc nella cooperazione sociale dev’essere definito e dipende molto, e lo commentavo con i colleghi di Cgm, dalle politiche dell’amministrazione pubblica iberica. Nel momento in cui la pubblica amministrazione entra o esce da alcuni settori, allora possiamo subentrare noi cooperative. In questo caso il privato è supplementare al pubblico e non dipende da noi aumentare la nostra presenza in modo stabile nella cooperativa sociale, bensì dallo Stato.
Vita: Quanto è importante per la Mondragón essere basca?
Zelaya: Molto, perché, di fatto, la regione basca è caratterizzata da una forte struttura di comunità locale, dove funzionano molto i consigli di villaggio e ciò ci ha reso molto attenti alle esigenze del territorio, utilizzando e riqualificando la valle di Mondragón che era stata totalmente abbandonata. Adesso il 50% della popolazione locale lavora per la cooperativa, quindi abbiamo attuato concretamente anche un discorso di cooperazione sociale, intesa come cooperazione che si occupa e preoccupa della comunità territoriale.
Vita: Avete anche un’università. Una cosa assolutamente nuova per il mondo sociale. Com’è nata questa idea?
Zelaya: Di fatto l’origine della cooperativa Mondragón è la scuola professionale secondaria, fondata nel 1943 dal sacerdote cattolico José Maria Arizmendiarrieta. La creazione di un’università non è che una logica conseguenza. E abbastanza all’avanguardia se si pensa che già negli anni 60 all’interno del campus nacque una cooperativa di lavoro che trattava impiantistica per conto d’altre imprese e che dava lavoro part time agli studenti. Oggi le facoltà sono tre, ciascuna delle quali è organizzata in forma cooperativa. Il consiglio d’amministrazione d’ogni facoltà cooperativa è così composto: 33% professori, 33% studenti, 33% personale non docente. La precisione e lo stabilire a priori regole certe dà forza a queste forme cooperative ed è chiaro che il preside della facoltà, che è poi il presidente della coop, è scelto sempre tra i professori. Altro fattore innovativo, oltre alla forma molto democratica, sono i corsi d’insegnamento a distanza della Mondragón Unibertsitatea.
Vita: Non avete mai paura di volare troppo alto?
Zelaya: No, perché abbiamo superato già i momenti più critici. Negli anni 80, durante la recessione economica, molte cooperative sono andate in crisi e c’è stata l’esigenza di ristrutturare. Una fase delicatissima, nella quale però non abbiamo perso neanche un posto di lavoro. Ma per farlo ci siamo abbassati lo stipendio per ridistribuire l’intero ammontare delle retribuzioni tra più soci.
Dall?edilizia all?università è il quinto gruppo di spagna
Il gruppo Mondragón (Mcc) nasce nel 1956 quando viene fondata Guipúzcoa, la prima cooperativa industriale dei Paesi Baschi e la cui filosofia d?impresa è scritta a chiare lettere nello statuto: cooperazione, partecipazione, responsabilità sociale e innovazione. Ispiratore un sacerdote: José Maria Arizmendiarrieta.
Mcc, oltre a essere una impresa cooperativa, è per fatturato il quinto gruppo di Spagna. Un gigante formato da 120 aziende e che fattura per circa 7 miliardi d?euro, di cui oltre uno e mezzo fuori dei confini nazionali. Oltre 53mila dipendenti (dieci anni fa erano meno della metà), d?altronde, ne fanno la realtà cooperativa più in espansione dell?intero Vecchio continente. E, de facto, la mission aziendale della Mcc riunisce gli obiettivi base di una tipica organizzazione d?impresa che deve competere sui mercati internazionali. Utilizzando metodi democratici al suo interno, com?è tipico nelle forme cooperative, creando lavoro, facendo crescere i propri soci lavoratori sia dal punto di vista umano che professionale e raggiungendo uno sviluppo sostenibile ed equilibrato con l?ambiente sociale circostante. La cooperativa Mondragón opera in tre ambiti distinti: finanziario, industriale e distributivo, a loro volta suddivisi in una quarantina d?attività. Dal cibo alle assicurazioni, dal credito bancario alle pensioni, dalla produzione industriale di manufatti ad alto contenuto tecnologico alla formazione universitaria, dalla distribuzione commerciale ad attività agro-alimentari. Nell?edilizia primeggia la costruzione dello splendido museo Guggenheim di Bilbao. E in tutte le tre aree, la Mondragón è in prima linea nel settore ricerca e sviluppo.
Info: www.mondragon.mcc.es
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