Welfare
Una ciclofficina nel dormitorio di Milano
L'associaizione MiRaggio in viale Ortles tiene corsi di formazione per i senza tetto: «grazie ai nostri corsi, qualche ospite del dormitorio è riuscito ad ottenere borse lavoro presso altre ciclofficine o negozi di biciclette». Ma l'officina è a disposizione anche della "normale" clientela
di Anna Spena
«Ti trovi davanti ai vertici dell’associazione MiRaggio» mi dicono divertiti Giovanni Torrani e Annibale Osti, rispettivamente presidente e tesoriere dell’associazione MiRaggio, mentre riparano una bici.
Nella periferia milanese, alle spalle della Casa dell’accoglienza Enzo Janacci, l’associazione MiRaggio apre una piccola officina di biciclette.
«La bicicletta è semplice e accessibile, non necessita di investimenti complessi ed è sinonimo di autonomia e mobilità» spiega Annibale Osti.
Nata nel 2006, l'associazione ha promosso (nel marzo 2014) il progetto “Officina delle Biciclette”.
Il Comune di Milano ha affidato all’associazione MiRaggio uno spazio all'interno della casa dell'Accoglienza di viale Ortles (Mi), un piccolo magazzino situato nel cortile (con accesso autonomo da via Calabiana).
L’officina è aperta il Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle 09.00 alle 12.00. Chiunque può portare lì la propria bicicletta e farla riparare.
«Il Piano di sviluppo del Welfare della Città di Milano», spiega Osti «prevede l'ampliamento delle attività e della funzione della Casa dell’Accoglienza. L'obiettivo è quello di evolvere dal tradizionale modello di “dormitorio pubblico” ad un Centro Polifunzionale per la popolazione adulta, offrendo ad ogni persona ospitata un progetto personalizzato di supporto al recupero di una piena autonomia individuale, sociale e lavorativa».
Nei primi mesi di attività sono stati organizzati corsi di formazione per gli ospiti del dormitorio. Gli operatori di MiRaggio hanno tenuto due corsi per 6 ore settimanali ciascuno, coinvolgendo un gruppo di 10 ospiti della Casa dell'Accoglienza. «Siamo soddisfatti»,continua Annibale Osti, «perché grazie ai nostri corsi, qualche ospite del dormitorio è riuscito ad ottenere delle borse lavoro presso altre ciclofficine o negozi di biciclette».
L’associazione, che è completamente autofinanziata, sta cercando di trasformare questo progetto in un'attività imprenditoriale: «rimettiamo a posto le bici abbandonate, capita che qualcuno venga da noi, faccia un’offerta all’associazione e in cambio gli diamo una bici», ci spiega il presidente Giovanni Torrani, mentre ne ripara una, «oppure capita che si rivolgano anche solo per gonfiare una gomma o sistemare i freni; e noi siamo sempre ben felici di poter fare qualcosa».
«Milano», continua Annibale Osti, «è piena di biciclette abbandonate; noi le raccogliamo, le mettiamo a nuovo, poi capita di rivenderle. La domanda di biciclette usate a basso costo è continua: è sempre più diffusa la pratica di rivolgersi presso centri di acquisto di biciclette a prezzi modici, ma di provenienza sicuramente illecita. Per contenere questa prassi criminale, ci stiamo impegnado a far diventare la ciclofficina della Casa dell’Accoglienza il punto di riferimento cittadino per l’acquisto di bici usate e garantite, sia da un punto di vista meccanico che legale».
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