Economia

Una chance per far crescere la fiducia

Parla Giuseppe Zadra, direttore generale dell'Abi

di Maurizio Regosa

«La crisi ha riportato l’attenzione sulla relazione con gli stakeholder» «In tempi di crisi, l’approccio Csr diventa quanto mai necessario». Giuseppe Zadra, direttore generale dell’Abi, ha un atteggiamento pragmatico: «L’analisi della crisi può servire a chiarire quali elementi del modello dominante, regole e approcci, siano da rivedere. Si apre una opportunità».
E&F: Dal punto di vista strategico?
Giuseppe Zadra: Sì, per riformulare i processi del sistema e far sì che dalla crisi nasca l’economia della fiducia e la reputazione stessa diventi sempre più un valore economico. Il momento attuale porta ulteriormente all’attenzione l’importanza di una relazione più efficace tra l’impresa e i suoi vari interlocutori, che viene rendicontata, con trasparenza, al mercato. L’Abi già dal 2001 si interessa di Csr. In particolare ha costituito un gruppo di lavoro interbancario, la Commissione tecnica Csr, cui partecipa l’88% del sistema.
E&F: Come la Csr risente della crisi?
Zadra: È senz’altro cresciuta l’attenzione all’inclusione finanziaria dei soggetti non pienamente inclusi o a rischio esclusione. La crisi attuale ha inoltre riportato l’attenzione sull’esigenza di focalizzarsi sulla relazione con i soggetti con cui la banca interagisce quotidianamente. Da qui la necessità di creare sempre più relazioni basate sulla fiducia, attraverso prodotti e servizi ancora più trasparenti, chiari e adatti alle diverse esigenze, e sistemi di controllo affidabili e riscontrabili anche durante tutta la catena della fornitura. Le maggiori banche del Paese si sono dotate di strutture organizzative dedicate. Anche sul fronte di Csr interna, si continua a lavorare sulla valorizzazione dei talenti e a favorire soluzioni che abbiano ricadute positive sulla qualità di vita dei dipendenti, come le iniziative per la mobilità sostenibile promosse da Abi stessa.
E&F: Quanto conta il coinvolgimento degli stakeholder?
Zadra: Le banche sono consapevoli del fatto che “prendere impegni” significa anche “dare conto” di ciò che è stato realizzato. In questo senso continuano ad essere attive, coinvolgendo sempre più i diversi gruppi di stakeholder, e a “darne conto” in particolare attraverso la rendicontazione. Basti pensare che nel 2008 un rendiconto agli stakeholder è stato pubblicato da banche che rappresentano l’80% del totale attivo; nel 2005 erano il 54%. Se mancasse questo atteggiamento, si rischierebbe l’autoreferenzialità del sistema e il consolidamento della relazione tra banca e portatori di interessi diffusi verrebbe rallentato e/o danneggiato.

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