Cultura
Una casa rivoluzionaria. 45 metri studiati al centimetro
Alle porte di Milano Un gruppo di giovani architetti ha realizzato due appartamenti per disabili. Assolutamente funzionali. E per di più molto belli
di Olivia Rabbi
Sof e Tec: da qualche settimana queste due strane parole hanno un suono dolce per molti ragazzi disabili, perché rappresentano la possibilità di spostarsi senza fatica in una abitazione non più a ostacoli ed essere autonomi al punto di poter sospirare, varcando la soglia la sera, «casa dolce casa». Non più un?idea, un sogno, un?aspirazione, perché a passare dall?idea alla realtà ci hanno pensato l?architettura e il design, che per l?utenza cosiddetta ?ampliata? hanno trovato una casa, anzi due, a Rozzano.
Sof e Tec sono nati qui, in questo popoloso comune della cintura metropolitana: due appartamenti speciali creati dallo studio Hbgroup (letteralmente Human Basics group, fondamenti umani) composto da quattro architetti, Paola Bucciarelli, Sophie Corbetta, Giovanni Del Zanna e Silvia Volpi, tutti di età compresa tra i 30 e i 34 anni, insieme con un designer, Gianni Arduini, classe ?48. Situati in un complesso di edilizia residenziale convenzionata, gli appartamenti fanno parte del progetto Abrì (che in francese significa riparo), affidato dall?amministrazione comunale all?associazione Ageha-Associazione genitori di ragazzi con handicap che si occuperà di gestire un ingresso a rotazione, favorendo il percorso di crescita verso l?autonomia. Obiettivo: un distacco temporaneo o permanente dal comodo ?nido? di mamma e papà.
Casa Tec e casa Sof
Ma la scommessa del progetto Abrì è, prima di tutto, la definizione , al di fuori di regole e formulari preconfezionati, di un vero e proprio manifesto per un?architettura per tutti. «L?idea è stata proporre una casa vera, accogliente, che non avesse per nulla l?aspetto di un ospedale», spiega Giovanni Del Zanna di HbGroup. «Utilizzabile anche, ma non solo, da utenti disabili, in grado di adattarsi ai diversi gradi di difficoltà grazie alla flessibilità degli spazi e all?applicazione delle nuove tecnologie delle quali, troppo spesso, si parla a sproposito in modo spettacolare».
Due gli alloggi, dunque, e quindi due le tipologie messe in campo, entrambe con 45 metri quadrati, per rispondere alle esigenze di un solo utente alla volta: la prima, la casa Tec, è destinata ad accogliere soggetti con disabilità motorie e cognitive gravi e intreccia adattabilità degli ambienti a tecnologie sofisticate per l?automazione e il controllo a distanza degli impianti. Per i portatori di handicap con un buon grado di autonomia individuale è stato invece strutturato l?alloggio casa Sof, confortevole, dove può vivere agevolmente anche chi sta in carrozzina, arredato con mobili di serie. «Una volta completati pilastri e solai da parte dell?impresa costruttrice, cooperativa edificatrice Case operaie e agricole di Bareggio, un paese limitrofo», prosegue Del Zanna, «è partita la progettazione degli spazi, con gli arredi su misura e lo studio accurato di colore e illuminazione per facilitare la fruibilità e la lettura dei diversi ambienti. Il risultato è un alloggio-palestra per allenare all?autonomia chi ci abita ». All?iniziativa non è mancato il contributo di numerosi sponsor privati, a cominciare da produttori di impianti per la sicurezza, per l?automazione di componenti e serramenti interni ed esterni, per la comunicazione di aiuto e assistenza fino all?arredo, ai rivestimenti e all?illuminazione.
Input
Hbgroup, tel. 02.21591286
www.hbgroup.it
Ass. Ageha, www.associazioni. milano.it/itsos//ageha/
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