Cultura

Una casa da vivere in libertà e design

Un gruppo di architetti progetta un'abitazione adatta a sordociechi e pluriminorati. La novità? Oltre a essere funzionale e ipertecnologica, è anche bellissima

di Cristina Corbetta

Come deve essere una cucina per un disabile che ha una capacità visiva minima? E come andrebbe progettato un bagno per un sordocieco? «Esattamente come si fa per i normodotati: obbedendo a criteri di funzionalità, sicurezza, bellezza»: questa è la risposta sorprendente di Marina Simeoni, coordinatrice del pool di architetti che ha progettato l’arredamento del Centro socio sanitario che la Lega del Filo d’oro sta costruendo a Lesmo (vicino a Milano), un centro in cui abiteranno una cinquantina di pluriminorati, in gran parte sordociechi; insomma una casa che va pensata su misura.
E difatti gli architetti non hanno lasciato nulla al caso; solo che questi “accorgimenti” sono completamente nascosti. E il progetto dell’appartamento, che è stato presentato settimana scorsa a Milano a cura alla Fondazione Donatella Gazzola, è quello di una bellissima casa normale, per niente “protesica”, anzi ricca di idee da copiare per l’universo dei normodotati.
«La scommessa è stata proprio questa», spiega l’architetto Simeoni, «cioè di creare un ambiente assolutamente protetto ma nello stesso tempo accogliente e personalizzato. Naturalmente abbiamo prima dovuto studiare bene il tipo di disabilità degli ospiti. Abbiamo effettuato delle simulazioni, disegnando non solo l’arredamento così com’è, ma anche come appare ad esempio a chi vede sfocato, o ha un campo visivo ristretto. Il tutto poi è stato trasposto immagini virtuali in movimento che accompagnano all’interno della casa leggendo la realtà delle varie stanze dal punto di vista di chi ha problemi di vista e udito».
In questa casa “normale”, in realtà, tutto è studiato a misura di disabile. Ad esempio, in cucina, il forno e il piano cottura sono in rosso, chiaro segno di pericolo; il frigo è blu e la lavastoviglie ha un cerchio azzurro centrale a indicare zone fredde.
I mobili di tutta la casa sono bordati di blu, in modo da evidenziarne i volumi. I frontali dei cassetti hanno un bordo-maniglia continuo e sono completati da un alloggiamento per un’eventuale etichetta che può contenere altre informazioni visive e tattili personalizzabili.
E ancora, spalliera e braccioli del divano sono alti abbastanza per consentire un appoggio ampio, e da sotto il sedile si possono estrarre barre di contenimento. In bagno, altra novità: la speciale pavimentazione è in ceramica ammortizzata antisdrucciolo, facile da pulire ma morbida come una moquette.
Il progetto è da oggi a disposizione della Lega del Filo d’oro, la prima organizzazioni che sarà chiamata a sperimentarli direttamente: «Andremo alla ricerca di aziende che producono arredamenti», spiega il presidente Rossano Bartoli, «e che abbiano piacere di partecipare al progetto come sponsor tecnici realizzando gli arredi a costo industriale, così come è già successo con le aziende produttrici di alcuni materiali di costruzione del Centro di Lesmo».
Intanto, ben centocinquanta progetti e diversi prototipi sono già patrimonio dell’associazione Donatella Gazzola di Lissone, il cui obiettivo è quello di sensibilizzare designers e aziende perché lavorino per un’utenza ampliata: ovvero realizzino progetti per normodotati, che con accorgimenti tecnici possano però essere utilizzati anche da altri soggetti con ridotta capacità motoria, come disabili e anziani.
Info: Lega del Filo d’Oro
telefono 071.72451

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.