Economia

Una carta contro la fame

Con la Carta di Credito E il 3 per mille a un fondo benefico. 350 mila euro al Banco alimentare

di Maurizio Regosa

Il meccanismo è sperimentato: con ogni firma che convalida una spesa, il titolare della carta E devolve il tre per mille dell’importo a un fondo benefico creato 4 anni fa da Unicredit (in questo periodo è stata raccolta una cifra decisamente importante: 4,8 milioni di euro). D’ora in poi, ciascun titolare apponendo la sua firma, potrà contribuire alle iniziative del Banco alimentare. Infatti, grazie all’accordo firmato oggi da Roberto Nicastro (deputy ceo del gruppo bancario) e da monsignor Mauro Inzoli (presidente della fondazione Banco alimentare onlus), dal fondo della carta E il Banco riceverà 350mila euro per continuare il suo ormai ventennale impegno a favore dei poveri (tramite le sue 19 organizzazioni territoriali, raccoglie e distribuisce le eccedenze alimentari a oltre 8600 enti, assistendo quotidianamente più di un milione e mezzo di persone. Nel 2008, ad esempio, ha raccolto quasi 60mila tonnellate di cibo).

Una partnership all’insegna della gratuità. Come ha sottolineato lo stesso Nicastro, «questa intesa potenzia una iniziativa lanciata alcuni anni fa: la credibilità e l’autorevolezza del Banco alimentare, che dà un contributo importante e particolarmente delicato in questa fase di crisi». Una iniziativa che da quando esiste ha contribuito a realizzare diversi progetti (a favore di genitori soli in situazione di difficoltà economica, dei senza tetto e per favorire la registrazione anagrafica dei “bambini invisibili” nell’Africa sub-sahariana). «Ci aspettiamo», ha aggiunto il deputy ceo Unicredit, «che questa partnership e l’affidabilità del Banco alimentare spingano i clienti a spostarsi sulla Carta E». Si tratta del resto di un’alleanza in nome della gratuità. Lo ha detto Nicasto. Lo ha ribadito monsignor Inzoli: «abbiamo bussato e abbiamo avuto una risposta. Una banca non si rette solo su di un programma. Ha bisogno di uomini che sappiano guardarsi negli occhi e sappiano riconoscere il bisogno l’uno dell’altro. Quel che ci ha fatto particolarmente piacere è che Unicredit ha scelto di sostenere il Banco in quello che normalmente fa, senza porre condizioni o avanzare richieste nuove. Con queste risorse continueremo e incrementeremo il lavoro che da anni portiamo avanti e potenzieremo la lotta allo spreco».

Lavorare insieme. Dunque l’intesa tra Unicredit e Banco alimentare è – si fa per dire -semplicemente un accordo fondato sulla fiducia e che mira a un lavoro comune, privo di quell’«elemento distorsivo» (come lo ha definito Paola Pierri, presidente di Unidea – Unicredit Foundation, che ha facilitato l’incontro tra l’istituto di credito e la «gande azienda non profit che è il Banco»). Giacché è molto frequente che la filantropia d’impresa si traduca in offerte in cambio di progetti in qualche modo funzionali al sovventore. «Viceversa in questo caso», ha concluso Pierri, «l’idea è quella di contribuire a far sì che un soggetto che già lavora molto bene possa continuare a fare quel che sa fare meglio».


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