Non profit

Una bussola per i volontari

A regime la Rete di orientamento al volontariato gestita da Caritas e Ciessevi

di Chiara Cantoni

Tanti sportelli dove trovare l’esperienza più adatta nel grande mare della solidarietà. 70 operatori a disposizione. Risultato: un grande successo tra i giovani A un certo punto uno prende e si fa avanti. Quella vetrina, tappezzata di dépliant, l’ha già notata tante volte. Probabilmente, dal marciapiede, ci ha anche buttato dentro l’occhio, ritagliandosi uno spicchio di visuale fra i manifesti che dall’interno guardano la strada. Poi il sospetto, e forse la speranza, che quel luogo c’entri un poco anche con lui.
Via S. Antonio, a Milano, dove si affaccia lo Sportello orientamento volontariato della Caritas, è un gran via vai di gente da e verso l’università. «Di tanto in tanto, qualcuno mette dentro la testa: studenti soprattutto, ma anche adulti e pensionati», dice Elisabetta Marinucci, psicologa e referente dell’ufficio. «Chiedono informazioni, ritirano un volantino, vogliono saperne di più sulle proposte per aspiranti volontari». Perché qui si creano opportunità: si incontrano i bisogni che il territorio esprime e si mettono a frutto le disponibilità di chi ha tempo, risorse, energie da donare.

All’inizio, la curiosità
Per molti, il primissimo contatto col mantello della solidarietà ambrosiana coincide col barlume di curiosità che li inchioda davanti al civico 5. Per altri, è l’imbattersi nel sito dell’Associazione volontari o la voce che risponde al telefono. Per tutti, l’ipotesi del servizio prende forma nell’incontro con l’operatore che li accoglie allo Sportello. «Chiariamolo subito: non siamo le pagine gialle del sociale o un centro di smistamento che raccoglie informazioni impersonali», sottolinea Elisabetta, impegnata a gestire 20-25 colloqui a settimana. L’appuntamento che segue marca il punto. Luca, laureando in ingegneria, si presenta in qualità di portavoce: lui e i suoi amici vorrebbero impegnarsi per le feste natalizie. Nel dettagliare inclinazioni ed esperienze, lo studente non lesina particolari: un periodo al poliambulatorio dell’Opera San Francesco, l’assistenza a un disabile della Don Gnocchi, un campo lavoro a Scutari (Albania) con l’associazione Libera. Elisabetta ha qualcosa per lui; in quanto agli amici, chiamino per un colloquio: le proposte non includono “pacchetti comitiva”.
«L’orientamento è mirato e rigorosamente one to one», spiega l’operatrice. «Alla luce dei desideri e dei background individuali, valutiamo le forme di volontariato più adeguate: dai servizi mensa ai centri di ascolto, ai percorsi nelle carceri. Ma anche i campi di Legambiente, i progetti di cooperazione del Celim o le help line del Coral». Perché, da un mese a questa parte, lo sportello della Caritas gioca anche fuori casa: un occhio alla sua rete, l’altro alle realtà che fanno capo alla rete Rov (Rete di orientamento al volontariato), vera grande novità lanciata a fine ottobre dal Centro servizi per il volontariato della provincia di Milano.

Il lavoro dei nodi
«Il nostro territorio vanta un tessuto di solidarietà variegato: 56.838 volontari, tra i 14 e i 70 anni, operano in 1.162 organizzazioni iscritte al Registro, attive su molteplici fronti, dal tempo libero all’ecologia, dall’educazione alla difesa dei diritti, passando per la filantropia, l’assistenza sociale e sanitaria», dice Tiziana Ferritu, responsabile Area promozione del Ciessevi. «Perché la frammentazione e l’assenza di obiettivi comuni non disperdano tale ricchezza, rilanciamo il lavoro di rete come strumento e strategia operativa». Orientare e informare: questi gli obiettivi degli spazi Rov, dove gli aspiranti volontari trovano le coordinate utili a tracciare la rotta nel mare delle opportunità, “pescando” l’esperienza più aderente alle loro aspirazioni. Allo stesso tempo, le associazioni trovano un canale privilegiato per dare voce alle proprie esigenze e una piattaforma che, nel rimettere in circolo il capitale umano, moltiplica per tutti le occasioni di reclutare volontari.
L’iniziativa prende le mosse dal progetto «Punti promozione volontariato», partito a metà 2004 con l’attivazione di 8 sportelli a Milano, gestiti da altrettante associazioni impegnate con il Ciessevi nell’informazione sul territorio. «In cinque anni, i punti hanno incontrato più di 10mila persone», prosegue Ferritu. «Oggi, valorizzando le competenze, le relazioni e i contatti maturati da tutti i partner (Aias, Anffas Cinisello, Associazione volontari Caritas, Auser Cologno, Auser Milano, Auser Ticino Olona, Celim, Centro ambrosiano aiuto alla vita, Coral, Forum del terzo settore della Martesana, Legambiente Lombardia onlus, Us Acli Milano), estendiamo la rete anche alla provincia, con 12 “nodi” operativi, ciascuno dei quali mette a sistema i propri punti di contatto territoriali – 77 in tutto – per un numero complessivo di 70 operatori impegnati nell’orientamento e inserimento di nuove leve».

Un investimento sociale
Un database consultabile in rete dai diversi “nodi” consente agli sportelli di aggiornare in tempo reale i profili dei candidati e rendicontare l’attività di orientamento. Incontri mensili e momenti di formazione coordinati dal Ciessevi, inoltre, offrono agli operatori gli strumenti per confrontarsi sulle reciproche iniziative e indirizzare gli aspiranti volontari alle molteplici realtà aderenti alla Rov. Una fitta rete approdata anche sul web grazie al sito dedicato www.nellarete-blog.org, che raccoglie segnalazioni, testimonianze e riflessioni dal mondo della solidarietà. «I costi di avviamento del progetto si aggirano intorno ai 30mila euro. Più i rimborsi spese annuali che garantiamo alle associazioni partner: 6mila euro ciascuna», conclude Ferritu. «A conti fatti, spendiamo circa 50 euro per ogni colloquio di orientamento». Un investimento non indifferente. «Ma necessario: in un momento di fatica come quello attuale, che non risparmia neppure il volontariato, le risorse umane sono ancora più preziose di quelle economiche».

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