Welfare

Un webdoc racconta “il viaggio” di Snapshot From the borders

Il progetto SnapShots From The Borders ha coinvolto 35 partner in 14 Paesi europei, con capofila il comune di Lampedusa e Linosa. Il cuore del progetto è: “voce ed esperienze (snapshots) dai confini” e la loro più ampia diffusione tra i cittadini europei

di Redazione

Un webdoc racconta "il viaggio" di Snapshot From the borders, iniziato nel 2018, che ha rilanciato a livello europeo la decisione del Parlamento italiano del 2016 di fare del 3 ottobre la Giornata della Memoria e dell'Accoglienza, in ricordo delle vittime delle migrazioni, per non assistere mai più a tragedie come quella del 2013, quando il 3 ottobre – al largo dell'Isola dei Conigli a Lampedusa – in un naufragio persero la vita 368 uomini, donne e bambini.

Un progetto che, oltre a chiedere che il 3 ottobre diventi la giornata europea della Memoria e dell'Accoglienza, ha messo in rete 35 partners, tra autorità locali di confine e organizzazioni della società civile in Europa.

In questi anni il progetto ha lavorato a sviluppare un confronto tra coloro che la frontiera la vivono ogni giorno, quelle comunità di confine che hanno un'esperienza quotidiana della dinamiche che vengono determinate dalle decisioni delle autorità centrali che troppo poco ascoltano chi poi gestisce davvero i flussi migratori.

La "periferia" d'Europa che si mette in rete, per condividere buone pratiche e proporre soluzioni per una governance dei flussi che sia allo stesso tempo umana e legale. E' così nato il Border Towns and Islands Network, che da Lampedusa alle isole greche, passando per l'Ungheria e la Bosnia-Erzegovina, crea un organismo di sindaci di frontiera che puntano a far sentire la loro voce ai decisori politici nazionali e internazionali.

Il webdoc racconta tutti i territori coinvolti nel progetto, che hanno potuto raccontare le loro caratteristiche, coinvolgendo personaggi noti del territorio, fornendo una definizione di 'confine', 'solidarietà' e 'accoglienza'. Per ogni territorio, all'interno di una mappa cliccabile, ci sono le storie di una persona e di un luogo simbolico di quel territorio, oltre alla voce del partner del progetto.

“Abbiamo dato voce alla periferia di questa Europa che decide senza ascoltare le comunità che i confini li vivono ogni giorno, che sono in prima fila di fronte alle migrazioni, che continuano a essere trattate come emergenza, quando ormai da tempo si tratta di darsi delle regole per una gestione umana e legale delle migrazioni, come indica il Global Compact delle Nazioni Unite, senza far ricadere sui territori di confine il peso di decisioni nelle quali non sono coinvolte”, spiega il sindaco di Lampedusa Totò Martello.

“Lampedusa è una comunità che dalla legge del mare, quella dei pescatori, una legge millenaria, ha sempre insegnato al mondo che le vite umane vengono prima di tutto, ma che senza regole siamo tutti in pericolo, ma nessuna regola servirà se non si esce dalla logica dell’emergenza per arrivare a una gestione legale e controllata dei flussi migratori”, racconta il primo cittadino di Lampedusa.

“SnapShots ha dato vita a una rete, tra città e isole di frontiera. In questi anni ci siamo potuti confrontare, abbiamo collaborato, ci siamo scambiati informazioni e buone pratiche, tra amministratori e società civile, perché questo è il momento di cambiare le cose e di portare nei centri decisionali la nostra voce, il punto di vista di comunità che da sempre vivono sui confini e che conoscono come nessun altro l’accoglienza e la solidarietà, comunità che hanno l’esperienza e il bisogno di proporre soluzioni finalmente di lungo termine, superando l’emergenza, per un quadro internazionale e condiviso di gestione dei flussi migratori”.

Ungheria
Zsofia Tornoczi, di Cromo Foundation.
La sede di Cromo Foundation è a Budapest, ma lavora in tutto il paese e ha collaborato come partner con il comune di Siklósnagyfalu, un borgo di circa 400 abitanti al confine con la Croazia, tanto che la minoranza croata è molto numerosa e gli scambi tra i due paesi sono continui.

“Purtroppo, dato che era difficile condividere buone notizie dall'Ungheria e avere un dialogo sulla migrazione, a causa della propaganda e dei regolamenti anti-migrazione nel paese, è diventato importante conoscere e condividere le migliori pratiche dall’estero”, spiega Zsofia. “Il nostro obiettivo era che la gente media ungherese conoscesse le pratiche positive sull'argomento, in contrasto con quelle negative in Ungheria. Stare alla Porta d'Europa a Lampedusa e vedere come altre nazioni ricordano e sono solidali con persone dal destino difficile, mi ha dato speranza e mi ha rafforzato”.

Cipro
Andri Agathokleous, del Comune di Agios Athanasios, a Cipro.
“A causa della sua posizione nel Mar Mediterraneo, Cipro riceve quotidianamente flussi di rifugiati e immigrati. I ciprioti hanno un senso sviluppato della solidarietà e della memoria dal momento che una grande percentuale della popolazione ha vissuto l’invasione turca del 1974 a Cipro e ha perso la casa, le proprietà e in molti casi la loro famiglia e gli amici”, sottolinea Andri. “Molti ciprioti erano o sono ancora immigrati a causa dell’invasione turca. I ciprioti sono ospitali e solidali con i rifugiati e gli immigrati che arrivano nel nostro paese e cercano di aiutare quando possono. La verità è che Cipro è isolata dagli altri territori europei a causa della sua posizione. Tuttavia, la realizzazione di questo e di altri progetti simili ha aperto le porte allo sviluppo di reti e alla costruzione di una cooperazione a lungo termine tra i territori d’Europa”.

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