Mondo

Un voto che arriva dopo 25 anni di violenza

Cronologia della crisi liberiana.

di Chiara Brusini

La Liberia è arrivata alle elezioni dell?11 ottobre dopo 25 anni di guerre civili, colpi di Stato e povertà. Nel 1980 salì al potere – con un golpe in cui fu ucciso il presidente Tolbert – il suo primo dittatore, il sergente Samuel Doe, esponente della tribù Kran e capo della Armed Forces of Liberia (Afl). Nel 1989 una rivolta etnica diede inizio all?era di Charles Taylor, il signore della guerra che maggiormente si era ?messo in luce? negli anni 80. Vinte le elezioni politiche nel 1997, Taylor instaurò un regime del terrore durante il quale trasformò il Paese in un?arena sanguinaria in cui si contarono oltre 150mila morti ammazzati. La sua dittatura è terminata nel 2003, con l?esilio in Nigeria e, oggi, Taylor deve rispondere davanti al tribunale delle Nazioni Unite di 17 capi di imputazione, tra cui il reclutamento di bambini soldato durante la guerra civile in Sierra Leone. Dall?esilio, comunque, l?ex dittatore continua a influenzare la politica liberiana e il procuratore del Tribunale per la Sierra Leone, David Crane lo accusa di aver sostenuto con cospicui finanziamenti Francis Kalawalo, uno dei candidati alle prossime elezioni. Gli ultimi due anni in Liberia sono stati retti da un governo provvisorio sostenuto dagli Usa e guidato da Jyude Bryant, che ha garantito la stabilità grazie alla presenza di 15mila Caschi blu dell?Onu. Il loro mandato? Riportare l?ordine nel Paese e preparare le elezioni presidenziali dell?11 ottobre.


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