Volontariato

Un votaccio a Finmeccanica

Monitorata la corporate governance e comunicazione ai dipendenti. Avanzi ha messo sotto osservazione le aziende del Mib 30. Tanti i promossi. Con qualche eccezione

di Redazione

Tutto sommato, è una buona classe». Se le società del Mib 30 di Piazza Affari (cioè le 30 più grandi per capitalizzazione di Borsa) fossero studenti, sarebbe questo, più o meno, il giudizio del loro maestro in corporate governance, una materia fondamentale di questi tempi. Infatti la classifica di Avanzi Sri Research, la società di rating etico partner di E&F, assegna voti mediamente lusinghieri ai big del capitalismo italiano: 9,3 al primo della classe, il gruppo Eni, 5,3 all?ultimo, Luxottica, che insomma raggiunge quasi la sufficienza. Nel rapporto con i dipendenti siamo messi molto peggio, visto che ?asini? (Banca Antonveneta, Mediobanca, Seat e di nuovo Luxottica) si sono meritati un 2. La classifica è un?elaborazione mirata del monitoraggio che Avanzi svolge in modo sistematico sulle imprese italiane e internazionali, pubblicata in esclusiva da E&F. La qualità della corporate governance, ovvero il sistema di regolazione dei poteri nelle grandi organizzazioni, è considerata una componente fondamentale della responsabilità sociale d?impresa: al di là del rispetto di paletti minimi imposti dalla legge, infatti, una buona governance garantisce trasparenza e previene i famigerati conflitti di interesse, che spesso portano gli amministratori ai tristi comportamenti raccontati dai media di tutto il mondo, da Parmalat in giù. L?esame della governance si basa su diversi elementi: i più importanti sono il numero di consiglieri di amministrazione indipendenti, non legati alla proprietà dell?impresa da vincoli patrimoniali (soci) o organizzativi (manager),: in una situazione ottimale dovrebbero esserlo tutti. Tra le aziende eccellenti della classifica, molte banche: Antonveneta, Alleanza Assicurazioni, Banca Intesa, Bnl, Banche Popolari Unite, Monte dei Paschi di Siena. Pollice verso invece per Autostrade, le berlusconiane Mediolanum e Mediaset (il conflitto di interessi del nostro premier ha radici lontane…), Telecom Italia e la controllata Tim. Altra variabile chiave, l?esistenza dei comitati di controllo, per la remunerazioni e per le nomine, e la loro composizione. Si tratta di organismi previsti dal Codice Preda, il punto di riferimento centrale per l?autoregolamentazione delle società in tema di governo. Qui i bravissimi sono pochi: hanno creato tutti e tre i comitati solo Banche Popolari Unite, Edison, Fiat, Mediobanca, Ras e Unicredito. In alcuni casi, un?ottima qualità di governance è stata condizionata negativamente da vicende giudiziarie a carico di manager già usciti dall?azienda: è il caso dell?Enel, sul quale pesa l?accusa di false comunicazioni sociali e corruzione nei confronti dell?ex amministratore delegato di Enelpower, Luigi Giuffrida. Infine, gioca un ruolo rilevante anche la comunicazione finanziaria, sia in generale che sulla specifica materia della governance, fondamentale nelle società a proprietà diffusa. Su questo fronte la misurazione passa sostanzialmente attraverso l?analisi dei bilanci di esercizio e delle comunicazioni periodiche, come le semestrali. Escono molto bene dall?esame Bnl, Banca Antonveneta, Fiat, Telecom e Tim, ma solo una società si prende la nota di demerito: Finmeccanica, che comunica in modo incompleto.


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