Formazione

Un viaggio che nasconde Campana dietro le quinte

Recensione del film "Un viaggio chiamato amore"

di Giuseppe Frangi

Che gran personaggio Dino Campana! Aspro, dolce, violento, tenero, indisponente. Un personaggio di cui andar orgogliosi non solo per l?aneddotica che lo circonda, per il triste destino che lo inghiottì, ma per quel suo saper tener insieme provincialismo e grandezza. è un poeta circoscritto nel suo tempo, è intriso d?umori localistici, ma con la sua energia umana e mentale sa tirarsi fuori, lanciarsi nell?orizzonte dei grandi, reggere ogni confronto. Quanta materia nella sua vita! Ma evidentemente tutto questo non basta per ricavarne un film degno. è accaduto con Un viaggio chiamato amore, film girato da Michele Placido, presentato a Venezia, e ora in ottima performance nei botteghini. Per pescare Campana, Placido pesca la sua celebre e tormentata storia d?amore con Sibilla Aleramo, costringendosi così, per ragioni di copione, a metter sullo stesso piano due personaggi che non hanno davvero paragone. Scelta un po? in stile fotoromanzo, che picchi di bravura nella recitazione non riescono mai a sollevare dalla mediocrità. Placido cade in tutti i luoghi comuni, nulla sa dirci di questa grande passione, inspiegabile e travolgente. Ma soprattutto nulla ci dice della poesia di Campana, che con la sua tenera ferocia, con le sue vertigini e i suoi tremori, non passa mai in immagini, e così non arriva a folgorare visivamente lo spettatore. Non ci trafigge. Resta insomma, purtroppo per noi, dietro le quinte.

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