Cultura

Un vescovo e il Forum sociale Firenze? Sì, ma…

Verso l’Fse. Parla il presidente di Pax Christi Tommaso Valentinetti, da poche settimane è ai vertici dell’associazione pacifista.

di Ettore Colombo

Tra le mille sigle pronte a calare a Firenze ce n?è persino una che ha un vescovo al suo vertice. Un Forum sociale europeo con tanto di benedizione ecclesiastica? Decisamente presto per dirlo. Per ora meglio attenersi ai fatti. E i fatti confermano che tra le adesioni si registra quella di Pax Christi. E che presidente della sezione italiana di Pax Christi è sua eccellenza Tommaso Valentinetti, vescovo di Termoli e Larino, nel Molise. Neo presidente, per la precisione: perché monsignor Valentinetti ha preso da poche settimane il posto che era di monsignor Diego Bona. 50 anni soltanto, chi lo conosce lo dipinge come un tipo dall?energia giovanile, un sano realista, sempre disposto a osare. Magro, non alto, barba folta, solo nelle occasioni ufficiali vestito da vescovo, monsignor Valentinetti vive in modo semplice e parla in modo schietto. Lo statuto di Pax Christi prevede che il suo presidente venga designato dal consiglio permanente della Cei all?interno di una terna di nomi indicata dal consiglio nazionale, che si è tenuto a settembre. Giovanni Paolo II, in quell?occasione, ha lanciato un messaggio di grande simpatia: «Attraverso voi il mondo riconosca che la pace è un dono di Dio e che è possibile per il mondo. Siate segno della volontà dei cristiani di evitare che si ripeta la catastrofe della guerra». Vita: Presidente di un?associazione che si chiama Pax Christi, al mondo d?oggi. Una bella sfida? Tommaso Valentinetti: Vede, io credo che sia necessario riscoprire le ragioni e la via del perdono, anche a livello istituzionale e internazionale, come hanno detto sia il Papa che il delegato pontificio all?Onu, il nuovo presidente del Consiglio Iustitia et pax, monsignor Renato Martino. Il dialogo a oltranza, questa è la via nella quale credo di più, e dunque in tutte le tavole della pace possibili e praticabili. Inoltre, in qualità di cristiani, abbia il dovere di dare un forte e coraggioso impulso al dialogo interreligioso, come Giovanni Paolo II ci ha insegnato alla preghiera ecumenica di Assisi. Pregare assieme ma anche affermare con forza che non ci dovranno essere «mai più guerre» e, naturalmente, «mai più guerre in nome di Dio». La Chiesa ha chiesto perdono per i suoi errori, perché la vera fede non può e non deve portare a odio e guerre, non deve e non può dividere, ma unire e costruire. Perché i governi dei potenti della Terra non possono anche loro riscoprire le ragioni del perdono? In Sudafrica, ad esempio, con la Commissione per la riconciliazione nazionale, l?hanno fatto. E bene. Vita: Quale bagaglio culturale ed esperienze personali porta don Tommaso in una struttura come questa? Valentinetti: L?esperienza e la riflessione sulle questioni della mondialità e della missionarietà, oltre alla formazione biblica, naturalmente. Sono stato parroco per 21 anni, a Ortona, e proprio lì, nella mia città, avevamo fondato una piccola organizzazione non governativa, il Centro di volontariato internazionale (Cncvi) che si occupava di aiutare e incoraggiare esperienze missionarie, come abbiamo fatto in Zaire, in Albania e in India, stimolando progetti locali di microcredito, sanitari e agricoli. Andando più volte in quei posti ho capito davvero e dal vivo l?amore e la grande fede che anima i missionari, un compito e una missione, la loro, che esercita su di me un fascino molto forte. Vita: Solidarietà internazionale, educazione alla pace, mondialità. Se ne parlerà anche a Firenze, al Social forum europeo, dove saranno di scena i no global. Vi andrà anche Pax Christi. E il suo presidente che pensiero ha? Valentinetti: Vorrei sospendere il giudizio su un appuntamento che non ho ancora preso in considerazione, ma una cosa voglio dirgliela. Credo molto in un percorso che molte associazioni d?ispirazione cattolica stanno facendo, quello che si raccoglie sotto il cartello delle Sentinelle del mattino. Vita: Ma la loro voce a Firenze verrà presumibilmente sopraffatta da altre voci ben più chiassose… Valentinetti: Comunque più che contestare, credo che la via giusta sia quella di cercare e trovare strade alternative di sviluppo per la crescita del Sud del mondo sempre più schiacciato dagli interessi e dai governi del Nord del mondo. Credo molto in esperienze come quelle del microcredito e dei microprogetti, ma anche nelle potenzialità che i Paesi in via di sviluppo potrebbero avere nell?incamminarsi sulla strada di uno sviluppo sostenibile, ad esempio attraverso il potenziamento di strumenti come quello del mercato equo e solidale. Ma il compito principale rimane quello di risvegliare negli animi e nelle coscienze degli uomini il senso di responsabilità, e anche un pizzico d?inquietudine, per quello che accade al di là delle loro vite. Piccoli e grandi problemi, certo. Come quelli del mondo, come quelli della pace. Contro i rumori di guerra e contro le ingiustizie bisogna rispondere con altrettanto forti tam tam di pace e di giustizia.


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