Un vero Europeo che mette la finanza al servizio della societa’: Ronald Cohen

di Filippo Addarii

Che  cosa significa essere Europei? Certo non partecipare ai riti che si consumano periodicamente a Bruxelles e ai quali siamo ormai abituati senza pero’ aspettarci piu’ un gran che’. Tanto meno le apologie dell’Unione che ci propinano quelli che presidiano gli interessi della comunita’ asserragliata nella cittadella belga. Sono soltanto discorsi vuoti che tradiscono l’interesse di una casta.

Essere Europei significa immaginarsi un futuro che ancora non esiste, e quelle istituzioni che possono tramutarlo in realta’ a beneficio dei popoli d’Europa e come esempio per il resto del mondo. Essere Europei significa tradurre questi principi nella propria pratica quotidiana  mettendo in discussione le istituzioni esistenti e gli interessi di parte che determinano l’oggi a discapito del futuro.

Questi sono gli elementi che hanno definito gli Europei che hanno fatto l’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Questi sono gli stessi che definiscono gli Europei oggi.

Mercoledi’, al primo incontro dell’Advisory Board della Taskforce del G8 per la finanza sociale d’impatto che la Uman Foundation ha ospitato a Roma, ho incontrato un vero Europeo: Sir Ronald Cohen.

Nato ad Alessandria d’Egitto da una famiglia ebrea Sir Ronald dovette lasciare il paese di nascita con la presa di potere di Nasser. Cresciuto tra la Francia e la Gran Bretagna Sir Ronald entro’ in finanza lavorando a NY e, una volta rientrato a Londra, fondo’ il primo venture capital in Europa: Apax.

Finora niente di soprendete se non che’ negli anni ’90s Sir Ronald fu tra i primi in finanza a schierarsi con i New Labour di Tony Blair e divenne famoso all’epoca per aver donato un mione di sterline al partito.

Il momento di svolta venne, come racconta lo stesso Cohen, quando il Ministero del Tesoro gli chiese di proporre delle soluzioni innovative per combattere la poverta’ in Gran Bretagna utilizzando i meccanismi della finanza. Cosi’ nacque l’idea della finanza che opera a vantaggio delle comunita’ piu’ povere utilizzando quello che sa fare meglio: attrarre i capitali e allocarli in modo efficace ed efficente per moltiplicare la ricchezza.

Sir Ronald ‘ la persona che ha ideato la creazione della Big Society Capital, la banca con 600 milioni di sterline per stimolare la creazione di un mercato della finanza sociale. Ha creato vari fondi che operano in questo mercato incluso uno dedicato allo sviluppo dei Territori Occupati in Terra Santa. Ha lanciato il primo Social Impact Bond in Gran  Bretagna e poi ha convinto il sindaco di NY di seguire l’esempio. Infine e’ l’artefice della taskforce per la finanza sociale che il Primo Ministro Britannico ha inaugurato al G8 di quest’anno.

Forse questo e’ l’inizio di una nuova stagione per la finanza e l’economia mondiale soprattutto se consideriamo che la taskforce aprira’ le proprie fila al G20, ovvero all’economie emergenti. Gli Australiani che ospitano il G20 alla fine dell’anno prossimo ci stanno gia’ lavorando.

Quindi non capisco come mai la prossima conferenza europea sull’imprenditorialeta’ sociale che si terra’ a Strasburgo il 16 – 17 gennaio ha rifiutato a Sir Ronald la possibilita’ di riferire sui progressi della taskforce. Temo che Bruxelles sia gelosa dei successi di un Europeo che ha fatto di piu’ di quello che le schiere di burocrati hanno concluso in questi anni.

Forzando il famoso detto latino bisogna proprio dire Nemo propheta in patria.

 

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