Cultura

Un vero cantautore: Beck torna a deliziarci l’udito

Recensione del cd "Sea Change" di Beck.

di Enrico Barbieri

Occorre un po? di tempo per penetrare nella materia densa di Sea Change, l?album con cui il ragazzo prodigio del rock è tornato a deliziare le nostre orecchie. Il disco di Beck ha una trama fitta in cui la voce naviga con sicurezza e una chitarra acustica vecchio stile si fa spazio per indicare la giusta rotta. Questo rock organico e pulsante assomiglia molto poco alla musica con cui Beck ha conquistato l?attenzione del grande pubblico. è anni luce lontano dal chiacchiericcio di gruppetti più o meno alla moda e segue, invece, il solco della più nobile tradizione d?oltreoceano. Tanto che per trovare dei padri al giovane di Los Angeles si è dovuto andare indietro nel tempo e scomodare mostri sacri come Bob Dylan e Johnny Cash. Sea change viaggia su vari registri, ma stupisce per l?unità dell?insieme. Immagini, amori e grandi solitudini si legano tra loro, sostenuti da un sentimento di attesa e sottile melanconia. Folk e spazi aperti, la musica come una land infinita, dove passo dopo passo è facile perdere il senso dell?orientamento. Tra i pezzi più belli, Round The Bend e la meravigliosa Little One, che richiama alla mente il lirismo oscuro di Kurt Cobain. Va ricordato poi il lavoro sopraffino negli arrangiamenti di Nigel Goldrich, già collaboratore dei Radiohead, e gli archi diretti dal padre del cantante, David Campbell. Tutto il gusto raffinato del disco si deve però al genio romantico di Beck: un vero cantautore.

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