Politica
Un vero campus nel cuore del sud
La cittadella, istituita nel 1968 sulle colline di cosenza, oggi è popolata da 35mila studenti. Con una vocazione per limpegno, lambiente e la cooperazione allo sviluppo
C?è una città, in Calabria, con accesso a Internet gratuito e indirizzi di posta elettronica per tutti i suoi 35mila abitanti. Con una mappa interattiva, cliccabile sul web, in cui scopri che è divisa in sei quartieri-facoltà, che i suoi isolati si chiamano dipartimenti e che la giornata lavorativa di tutti i cittadini si svolge in aule invece che in uffici. Si chiama Arcavacata, e non è solo la toponomastica a renderla speciale: nel 1968, quando è stata istituita, in pochi scommettevano che sull?A3 Salerno-Reggio Calabria, sulle colline dietro allo svincolo Cosenza Nord, potesse funzionare un campus all?americana. Invece l?università della Calabria ce l?ha fatta: 3mila posti letto per studenti e insegnanti, 3.500 pasti serviti quotidianamente, centri sportivi, 78 lauree fra primo e secondo livello più svariati dottorati e master la rendono un campus a tutti gli effetti. E anche qualcosa di più: un laboratorio di sperimentazione sociale. Te ne accorgi dall?asilo nido aperto a docenti, studenti e dipendenti, dall?Orto botanico e, soprattutto, dalle materie di insegnamento. Prima fra tutte, il master, unico in Italia, su Famiglia, politiche sociali e servizi sociali che prenderà il via nell?anno accademico 2006-2007 in collaborazione con gli atenei di Goteborg e Palma di Maiorca. A spiegarne l?importanza, in una regione come la Calabria, è la responsabile della laurea triennale in Scienze delle politiche e dei servizi sociali, Annamaria Capanini: «L?insegnamento di questa materia, che si basa sulla centralità e sulla dignità della persona umana, mina alla radice la cultura dell?illegalità tanto diffusa nella regione. Illegalità che combattiamo sia imponendo l?obbligo di firma alle lezioni per responsabilizzare i giovani, sia attraverso i nostri tirocinanti che portano know kow e nuove energie presso strutture di servizi sociali spesso inficiate da logiche burocratiche e clientelari».
A un?altra preziosa risorsa locale, l?ambiente, è dedicato un altro insegnamento ad alto impatto sociale dell?università della Calabria: il master di Esperto in turismo costiero ecocompatibile. I contenuti? «Variano dall?insegnamento di materie legate alle scienze naturali al marketing», spiega Radiana Cozza, «e forma professionisti in grado di sviluppare forme di turismo innovative e sostenibili, dal sea watching ai percorsi subacquei di osservazione marina».
Dal mare arrivano spunti e possibili aree di studio per un?altra materia sociale seguitissima ad Arcavacata: la laurea in Discipline economiche e sociali della cooperazione, sviluppo e pace. Spiega Osvaldo Pieroni, presidente del corso e docente di Sociologia dell?ambiente: «Due gli ambiti di studio e di sbocco lavorativo: la creazione di agenzie di sviluppo locale e la cooperazione sui processi migratori. Fronte, quest?ultimo, particolarmente delicato considerato che la Calabria è l?unica regione italiana senza una legge sulla cooperazione decentrata».
Una mancanza che pesa (in una regione che è una delle porte d?ingresso dell?immigrazione in Italia), cui gli atenei calabresi rispondono lanciando concreti progetti di cooperazione allo sviluppo. Fra tutti, l?attivazione di radio rurali che l?ong Gao, formata dai docenti dell?università della Calabria, ha attivato nell?Africa subsahariana e i programmi di scambio con istituti dei paesi poveri lanciati dall?università Mediterranea di Reggio che s?è data come missione quella di lanciare un ponte con le realtà del Mare Nostrum.
Ma la sperimentazione non si limita a questi due atenei. A Germaneto, campus di 170 ettari alle porte di Catanzaro, va in scena una delle sfide sociali del locale ateneo, l?università della Magna Grecia: «Promuovere», spiega Nicola Ostuni, responsabile del master in Economia dello sviluppo sostenibile, «la crescita della regione utilizzando risorse naturali ed energetiche compatibili». Gli iscritti al suo master sono già al lavoro: da stagisti e da dipendenti di imprese che si occupano di smaltimento rifiuti e di produzione di energia eolica.
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