Welfare

Un tribunale in agonia finanziaria

Appello del presidente del Tribunale penale internazionale per il Rwanda (Tpir) all'Assemblea delle Nazioni Unite

di Joshua Massarenti

Il presidente del Tribunale internazionale per il Rwanda (Tpir), il norvegese Erik Mose, ha sottoposto all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York le difficoltà finanziarie a cui il Tpir è confrontato. Lo rivela l’agenzia di stampa Hirondelle.

“Nuvole nere si affacciano all’orizzonte”. Con termini metaforici Mose si è detto “inquieto rispetto al fatto che alcuni Stati membri non hanno versato i loro contributi. Ciò ci ha costretto a congelare il reclutamento di njuovo personale”. 80 persone su circa 900 hanno lasciato il tribunale in seguito all’arresto delle assunzioni.

Mose ha insistito sul paradosso che “esiste tra il ritardo del versamento dei contributi e l’esigenza del Consiglio di sicurezza di accellerare i lavori del tribunale”. Il Consiglio di sicurezza ha chiesto al Tpir di chiudere i processi di prima istanza entro il 2008 e i processi in appello entro l’anno 2010.

Sul fronte delle inchieste, Mose ha chiesto agli Stati membri uno sforzo di maggiore cooperazione con il Tribunale affinché vengano arrestati “sette accusati ancora in libertà”, tra cui Félicien Kabuga, considerato il finanziatore del genocidio.

La rappresentante degli Stati Uniti Susan Moore ha “esortato tutti gli Stati, in particolare la Repubblica Democratica del Congo a rispettare i loro obblighi internazionali arrestando e estradando Félicien Kabuga e tutti gli altri incolpati”.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.