Partiamo dai fatti.
– Venerdi ho partecipato al seminario estivo promosso dalla Fondazione Symbola per ascoltare in diretta la presentazione del Rapporto ITALIA a cui ho in parte contribuito. Il rapporto ha scomposto il valore aggiunto prodotto dal nostro Pese e lo ha riaggregato in 6 dimensioni; dimensioni in cui “l’Italia fa l’Italia” ..ossia va a fondo di ció che la distingue nel mondo, è l’Italia del “made in Italy”, quella che tutti ci invidiano: sono quasi 1000 i prodotti italiani che vincono largamente la competizione globale.
– Sabato è stata la volta di una esperienza nuova: la sfilata a Roma di Cangiari, marchio di Alta Gamma promosso dal Consorzio di Coop Sociali “Goel”. L ‘invito di Vincenzo Linarello mi è arrivato due settimane fa come di consueto via SMS.. Ho accettato mosso innanzitutto dalla curiositá di vedere come era ” possibile ” far passare la sfida sociale di un territorio come quello calabrese dentro una iniziativa di Alta Moda. La sfilata è stata un vera sfilata, le modelle erano delle vere modelle, la comunicazione e l ‘organizzazione erano al top, come meritano eventi di questo tipo… Stavo assistendo a qualcosa che costruiva valore attraverso un involucro diverso… Una nuova narrazione del sociale dentro una nuova dimensione (estetica).
– Domenica (cogliendo l’occasione della sfilata) mi son fermato a Roma con mia moglie Maria. In mattinata ci siamo recati nella Chiesa di S. Luigi dei Francesi per vedere, anzi per incontrare, il quadro della Vocazione di S. Matteo … Si, perché quel quadro ogni volta che lo vedo genera una emozione e una suggestione diverse, un po’ come incontrare una persona … Un incontro vero. Beh.. quella chiesa, come molto del nostro patrimonio artistico, é stata realizzata inseguendo un’ idea di bellezza che è arrivata a noi.. a me .. Una sorta di mecenatismo che faceva dell’Arte e del Bello l’oggetto dei propri desideri e delle proprie committenze.
Rileggendo questi avvenimenti di un afoso week end di luglio mi è piu chiaro che l’impresa sociale é un pezzo importante dello sviluppo e dell”Italia che fa l’Italia”, che nell’era dell’ibridazione fare sociale significa interpretare una nuova narrazione, nuovi linguaggi ed infine che la Filantropia puó essere una grande risorsa se orientata ad affermare e far crescere il Bello.
Innovazione Sociale, appunto..
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