A volte non vale la pena chiedersi se sia preferibile manifestare pubblicamente il proprio affetto per una persona che non c'è più, oppure rifugiarsi nell'umile silenzio di un ricordo privato. Significherebbe negare a se stessi quello che riconosciamo come verità ineludibile. E così accade che ancora oggi ci siano personalità coraggiose, come Don Milani e Don Mazzolari, che continuano a toccare le nostre vite. Aver conosciuto Don Anselmo Cattaneo ha rappresentato un'esperienza straordinaria, per diversi motivi. Straordinario era il suo senso di giustizia sociale. Straordinario era (e rimane) il suo progetto di restituire futuro a giovani ragazzi segnati dall’abbandono genitoriale e dalla solitudine in terra straniera.
Ho avuto la fortuna di condividere con Don Anselmo molti momenti felici, insieme a lui che delle difficoltà quotidiane amava restituirmi un’immagine ormai riconciliata con la bellezza dell'esistenza terrena, risparmiandomi tutti i dettagli più dolorosi. Il Don non si è mai sottratto al dovere di pagare il prezzo della follia per amore di Cristo. Averlo alla mia tavola – accompagnato dal 'discepolo' Mimmo – era così bello da alimentare desideri di amicizia sempre nuovi.
Non so se Don Anselmo meriti un ricordo pubblico e non so se servirà a qualcosa. Sono invece sicuro che in cielo saranno molti coloro che lo accoglieranno, incluso Teresio Olivelli che ben conosceva il territorio pavese, e che in questi giorni è stato proclamato Beato dalla Chiesa Cattolica.
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